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 2014  ottobre 13 Lunedì calendario

I quattro ragazzi feroci che hanno terrorizzato per dieci giorni la Balduina. Vengono da famiglie normali, si direbbero normali

Due maggiorenni e due minorenni, le tute vita bassa, la camminata ondeggiante da “coatti”, famiglie che si arrangiano nel ciclone della crisi. L’improvvisata gang che ha rifilato alla Balduina dieci giorni di paura - aggressioni notturne, loro con i passamontagna, tre persone rapinate e malmenate per strada tra urla, insulti e risate da delirio - è uno dei tanti sottoprodotti della periferia romana e del degrado che la corrode. Due dei ragazzi individuati dai carabinieri e dalla polizia sono di Primavalle, altri due di Montespaccato. Le zone sono simili - dimenticate, non belle, periferia nord-ovest senza alcuna prospettiva - e i quattro in fondo ne sono lo specchio fedele. Nessun lavoro, piccoli precedenti penali, i più grandi che pilotano i più piccoli e un’idea che alla banda sarà sembrata una grandissima “ficata”: «Rega’, annamo alla Baldu, se famo du’ telefoni e via!».
FIGLI DI MURATORI
Questa mattina il comando provinciale dell’Arma spiegherà nel dettaglio, insieme alla polizia, chi sono e come si sono mossi i giovani delle due rapine compiute alla Balduina in rapidissima successione (la più violenta in largo Lucio Apuleio) nella notte tra il 2 e il 3 ottobre. Ma le indagini e i profili tracciati dagli uomini della Compagnia Trionfale sono fin d’ora abbastanza eloquenti. I due ragazzi già arrestati hanno vent’anni, gli altri (ancora a casa in attesa di un provvedimento del magistrato) ne hanno sedici e diciassette. Tra i papà ci sono un paio di muratori, un disoccupato e un pregiudicato, tre delle mamme stanno a casa e una fa la colf a ore. Loro, inutile girarci attorno, fanno poco o niente: qualche capatina a Boccea, lo stadio quando capitava, lavoro manco a parlarne, i bar con le slot machines attorno casa. Li hanno soprannominati, esagerando un po’, “I quattro dell’Arancia Meccanica”, ma il paragone - per chi ricorda il film di Kubrick, anno 1971 - sembra vagamente avventuroso. Quelle erano, secondo la trama e secondo il romanzo che la ispirò, «le avventure di un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l’ultraviolenza e Beethoven». Qui siamo in presenza di quattro sbandati, senza alcuna sovrastruttura mentale, che si sono riempiti di cocaina per reggere meglio lo stress di una rapina in strada.
LA FEROCIA
Ma i colpi che hanno tenuto in ansia per giorni il quartiere tra viale delle Medaglie d’Oro e Monte Mario sono stati pieni di ferocia. I quattro hanno infierito. Specialmente quando, in largo Apuleio, ai piedi di un palazzo “incartato” da un’impalcatura, hanno assalito e rapinato nel buio un ventottenne che stava portando a spasso il cane. Botte, calci, insulti. L’uomo è stato ricoverato per una frattura cranica e quelli della gang, dopo aver colpito, si sarebbero allontanati ridendo tra loro, forse ebbri dell’operazione portata a compimento. Chi potevano essere, se non gente che l’aveva già fatto? È anche per questo, in fondo, che i carabinieri e la polizia sono riusciti a dare un volto alla gang. C’era una telecamera, sono state seguite le tracce del telefonino rubato alla vittima e gli agenti si sono spulciati le foto d’archivio di tutti i piccoli delinquenti della zona. Le somiglianze con le persone viste nel video hanno condotto a certi nomi e le circostanze - il possesso del cellulare e la mancanza di un alibi - hanno portato ai fermi.
L’ANSIA
Ma gli arresti, nonostante il grande rilievo dato alla cosa, non cancelleranno di certo le ansie della Balduina. Ogni giorno il quartiere deve fare i conti con scene un tempo inimmaginabili. Decine di nomadi, usciti dagli insediamenti abusivi nella “Valle dell’Inferno”, dalla parte del “Gemelli”, la percorrono senza sosta con i loro carrellini rovistando tra i rifiuti. Certe scene fanno pensare, più che a Roma, a una periferia di Mumbai in India, e costituiscono l’humus in cui anche una piccola gang da niente può pensare di mettere radici usando l’arma della violenza.