la Repubblica, 13 ottobre 2014
Tags : Articoli sul campionato di Formula 1 (2014)
I tedeschi durissimi con la Ferrari: «Non puoi rifare un propulsore due volte in una stagione»
Letta sotto la luce sprigionata dal trionfo Mercedes, la domenica ferrarista è un disastro ben peggiore di quanto l’abituale mesto piazzamento dei suoi due piloti — sesto Alonso, nono Raikkonen — lascerebbe immaginare. Perché il tifone tedesco è passato sull’accampamento rosso distruggendo tutto. In pista ma soprattutto fuori dalla pista, nella stanza dei bottoni, laddove il team principal Marco Mattiacci sta cercando di ricostruire il castello di carte rosso, crollato da tempo. L’idea di Mattiacci era molto semplice: imporre al sistema una modifica al regime del congelamento dei motori. Era la prima pietra della sua rifondazione ferrarista. Ma la Mercedes ha bloccato tutto. Allo stato attuale le norme della Fia prevedono la possibilità di intervento per il 2015 solamente sul 48% del motore, e durante il lavoro invernale. Poi, una volta avviata la stagione, sarà impossibile tornare a mettere le mani sul propulsore. Se così facendo i concorrenti riusciranno a colmare il gap con la Mercedes a febbraio, bene. Altrimenti Stoccarda vincerà anche il prossimo mondiale. E, se possibile, ancora più facilmente, visto che secondo indiscrezioni avrebbe già pronta una versione 2.0 dell’attuale propulsore con una cinquantina di cavalli in più. Per questo nelle settimane scorse Mattiacci ha tessuto la sua tela, convincendo tutto il paddock dell’opportunità di cambiare il regime di congelamento: non si aumenta la “quantità” di motore su cui si può intervenire, ma si dilata il tempo dell’intervento all’intera stagione. Un modo per essere più elastici e più reattivi in caso di difficoltà. In un primo momento, a Singapore, anche la Mercedes si era detta d’accordo. Ma poi, al momento del voto, qui a Sochi, ha fatto marcia indietro, facendo mancare l’unanimità necessaria a varare la norma per il 2015 e determinando così la prima grande sconfitta della gestione Mattiacci. Il quale pur di far passare la linea dello scongelamento aveva tollerato la riduzione del numero di giorni test per il prossimo anno (l’aumento dei test è da sempre un cavallo di battaglia della Ferrari). E ora si ritrova penalizzato su entrambi i fronti. Nei giorni scorsi sono dunque volate frasi non proprio carine, tra le due parti. Con la Ferrari che ha accusato Wolff di non aver mantenuto gli impegni e Wolff a controbattere accusando la Ferrari di voler introdurre norme che violino il contenimento dei costi: «Se fai un motore a febbraio e poi lo rifai a giugno, lo sviluppo lo fai due volte. Non so che conti abbiano fatto in Ferrari ma forse hanno bisogno di una calcolatrice ».«La cosa della calcolatrice — ha ribattuto oggi Mattiacci, dopo i complimenti di rito ai campioni del 2014 — non è stata molto elegante da parte di Wolff. Diciamo che la vediamo in modo diverso, per noi fornire un motore più competitivo ai nostri clienti è anche un modo per dar loro la possibilità di andare a punti più spesso e quindi di guadagnare di più. Ma la verità è che una Formula 1 in cui per sviluppare i motori bisogna aspettare un anno per noi non è concepibile».La partita ancora non è chiusa. A breve è attesa la decisiva “F1 commission” nella quale Mattiacci — forte del sostegno di Fia (Todt), Fom (Ecclestone) e degli altri costruttori — tenterà il tutto per tutto per rovesciare la situazione. Un bel banco di prova per la nuova Ferrari di Marchionne.