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 2000  gennaio 12 Mercoledì calendario

Lo scoiattolo grigio stermina lo scoiattolo rosso

Nel 1997 l’Infs (istituto nazionale per la fauna selvatica) di Bologna, un’agenzia governativa per il controllo dell’ambiente vigilata dalla presidenza dei ministri, sperimentò l’eradicazione (eliminazione totale, attraverso la soppressione, di tutti gli individui di una specie animale) dello scoiattolo grigio nel parco di Racconigi, in Piemonte. Introdotto per la prima volta in Italia negli anni Quaranta, nel Parco di Stupinigi a Torino, si riprodusse facilmente provocando l’estinzione dello scoiattolo indigeno, il rosso. In Inghilterra gli scoiattoli grigi, arrivati dal Nord America alla fine dell’Ottocento, hanno sterminato l’intera popolazione di scoiattoli rossi: grossi il doppio, più prolifici, non sono vittime dei predatori che cacciano il rosso (di 5 milioni di esemplari ne rimangono 160 mila). Il grigio distrusse interi boschi di faggi divorando la corteccia e spogliando i fusti. Temendo lo stesso disastro in Italia l’Infs si impegnò nella soppressione sistematica dell grigio intrappolandolo in camere a gas, l’alotano, considetao il sistema meno violento per i roditori. Il progetto fu denunciato da un’associazione di ambientalisti, che aveva proposto di caricare gli scoiattoli su un aereo e rispedirli negli Stati Uniti (ipotesi accantonata perché gli Americani non li avrebbero voluti). Il 26 novembre il Tribunale di Saluzzo ha condannato, in quanto responsabile del progetto, Piero Genovesi, a 20 giorni di carcere, commutati in un milione e mezzo di ammenda, per violazione della legge sulla caccia (in motivazione: l’Infs ha ucciso gli animali di un’area protetta senza i necessari permessi). Genovesi: «Da un punto di vista della conservazione, questa potrebbe essere una catastrofe ambientale inimmaginabile: la scomparsa di una specie (e l’estinzione dello scoiattolo rosso è praticamente certa, è solo questione di tempo) crea un trauma enorme nel nostro ecosistema. A livello scientifico è ormai chiaro che si debba considerarre ogni specie, vegetale e animale, come l’anello di un’unica catena, che è il frutto di migliaia di anni di coevoluzione; per questo è indispensabile combattere le cosidette invasioni biologiche che stravolgono tale fragile equilibrio. [...] Il principio della biodiversità, sancito nel 1992 a Rio , e che è considerato come una grande conquista dagli ambientalisti, parla esplicitamente dell’eradicazione come tecnica da impiegare in questi casi». Giorgio Celli: «Negli ultimi tempi, alcune tendenze del pensiero ambientalista, invece di imboccare la strada dei progetti e l’esplorazione di soluzioni armoniche, hanno preso la via di un malcelato misticismo, che sacralizza la Natura e che consente di rifarsi a dei dogmi, e non a considerazioni scientifiche».