Corriere della Sera, 10 ottobre 2014
Storia di Portorico che vorrebbe diventare il 51° stato Usa
In un recente articolo su Sette , si afferma che i cittadini portoricani possono raggiungere gli Usa senza visto, essendo il loro uno Stato federato. La popolazione di Portorico, con
un referendum del 2012, si era dichiarata favorevole all’adesione agli Usa, come il 51° Stato federale, ma mi risulta che sia ancora in attesa della decisione degli Usa di accettare o meno la domanda. Che prospettive può avere?
C’è qualche affinità con le Hawaii, l’ultimo Stato entrato nella Federazione?
Valentina Micillo
valentinamicillo@hotmail.it
Cara Signora,
L’ isola di Portorico è stata spagnola dal giorno in cui Cristoforo Colombo vi mise piede durante il viaggio del 1493, sino alla guerra ispano-americana del 1898, quando divenne territorio degli Stati Uniti. Formalmente, nell’ambito della Federazione americana, è uno Stato «non incorporato»: una formula difficilmente traducibile nel linguaggio giuridico italiano, utilizzata per evitare espressioni «scorrette» come ex colonia o territorio dipendente. Questo statuto incerto e difficilmente classificabile ha fatto dei portoricani (circa tre milioni e mezzo) altrettanti Giani bifronti. Sono cittadini degli Stati Uniti e possono entrarvi liberamente senza visto. Ma quando sono nella loro isola non possono votare per il presidente della grande Federazione americana ed eleggere i loro rappresentanti al Congresso. Eleggono tuttavia un delegato che può partecipare ai lavori delle commissioni e votare in alcune fasi procedurali, ma è quindi, per molti aspetti, un parlamentare dimezzato.
Il referendum del 2012 è diventato un complicato rebus giuridico. Le domande, sulla scheda, erano due. Volete conservare il vostro attuale statuto territoriale? Che cosa desiderate essere: Stato federale, Stato associato, Stato indipendente? Alla prima domanda il sì ha vinto con il 54% dei voti. Alla seconda domanda le tre opzioni offerte agli elettori hanno avuto, rispettivamente, il 61,11%, il 33,34% e il 5,55%. A prima vista, quindi, hanno prevalso coloro che vorrebbero fare della loro isola uno Stato federale. Ma qualche giurista ha osservato che la risposta alla prima domanda è meno chiara di quanto appaia a prima vista. È vero che i sì hanno prevalso con il 54%, ma nel voto per la seconda domanda (quale opzione?) le schede bianche erano un terzo del totale. Se quelle schede sono presumibilmente contrarie alla trasformazione di Portorico in 51° Stato della Federazione americana, il sì alla prima domanda diventa quanto meno discutibile.
La discussione non è ancora terminata e nasconde forse una certa riluttanza, anche tra i portoricani, a modificare lo stato delle cose, soprattutto in un momento in cui le finanze dell’isola sono minacciate da un debito pari a 70 miliardi di dollari. Vi sarà una decisione, forse, quando le domande del referendum saranno più esplicite o verrà convocata per il futuro dell’isola un’Assemblea costituente .