Fior da fiore, 7 ottobre 2014
La prima ammalata di Ebola in Europa • La bandiera dei jihadisti sventola su Kobane, al confine con la Turchia • Panetta contro la politica estera di Obama • Sulla riforma del lavoro il governo mette la fiducia • Il Nobel per la medicina agli scienziati che hanno spiegato come funziona il senso d’orientamento • Il ritorno alla provincia • Addio lampioni al neon
Ebola Ora c’è anche la prima europea contagiata da Ebola. Si tratta di un’infermiera quarantaquattrenne di Madrid, che all’ospedale La Paz Carlo III è entrata due volte in contatto con il missionario Manuel García Viejo, ammalato in Sierra Leone e rimpatriato alla fine di settembre (morto pochi giorni dopo). Ieri, a 10 giorni dalla morte del missionario, a 14 giorni dal suo arrivo in Spagna, il virus si è rivelato con una febbre altissima e due test hanno confermato il contagio. Ma già dal 30 settembre la donna aveva qualche linea di febbre. Correttamente, secondo le norme di sicurezza, aveva avvertito l’ufficio rischi del proprio ospedale. Non le hanno suggerito nulla se non misurarsi la febbre. Per sei giorni la temperatura non è mai salita oltre i 38,6, soglia di allarme per il riconoscimento di Ebola: in quei sei giorni l’infermiera ha continuato le sue vacanze iniziate all’indomani della morte del religioso. Il ministero della Sanità rivela che ora le persone poste in osservazione epidemiologica sono almeno 34. Trenta sono i colleghi dell’infermiera che accudirono il missionario malato. A loro vanno aggiunti il medico e i due infermieri del pronto soccorso di Alcorcon. Ultimo, ma forse quello a maggior rischio, il marito della donna. La lista però potrà allungarsi nelle prossime ore per includere tutti coloro che sono entrati a contatto con la malata.
Jihadisti Ieri mattina i jihadisti di Abu Bakr Al Baghdadi sono riusciti a issare il vessillo nero dello Stato islamico sul tetto di una palazzina di Kobane, l’enclave curda in Siria al confine con la Turchia. Da tre settimane i curdi lottano contro l’assedio dei terroristi che ogni giorno si fa più serrato. Sembra che siano rimasti circa in tremila asserragliati a Kobane e dispongono solo di armi leggere, mentr gli assedianti sono circa 10mila. I raid alleati si sono rivelati quasi inutili: qualche carro armato distrutto assieme a un paio di convogli di munizioni in arrivo da Raqqa, la capitale del Califfato nel Nord della Siria.
Panetta Leon Panetta, ex capo della Cia e del Pentagono, scelto da Obama nel suo primo mandato, ha scritto nel suo libro Worthy Fights che contro l’Isis ci aspetta una «guerra lunga trent’anni». Panetta rimprovera a Obama tre cose. Primo, non aver spinto di più nel 2011 per convincere il premier iracheno Al Maliki ad accettare la permanenza di alcuni reparti americani, dopo il ritiro delle truppe dal paese. La loro assenza ha infatti creato il vuoto che ora l’Isis sta riempiendo. Secondo, avere rigettato il suggerimento di armare l’opposizione siriana, che proprio Panetta e l’allora segretario di Stato Hillary Clinton avevano avanzato. Questo avrebbe consentito di capire se sul terreno c’erano forze moderate in grado di rovesciare Assad, fermando nello stesso tempo lo sviluppo dei gruppi terroristici. Terzo, non aver bombardato Assad, dopo averlo avvertito che l’uso delle armi chimiche nella guerra civile era una linea rossa invalicabile. Ciò ha danneggiato la credibilità americana nella regione. Panetta conclude: Hillary Clinton «sarebbe un grande presidente, perché i Clinton vogliono realizzare le cose di cui parlano» (Mastrolilli, Sta).
Lavoro Il governo ha deciso di chiedere la fiducia sulla riforma del lavoro. Renzi è sicuro che «alla fine tutti la voteranno». Restano, tuttavia, i malumori di alcuni del Pd. Stefano Fassina ammonisce: «Se la delega resta in bianco è invotabile e con la fiducia ci saranno conseguenze politiche». Gianni Cuperlo dice no alla logica del prendere o lasciare: «La riforma del lavoro non può essere spazzata via perché c’è un vertice europeo». Alla domanda se voteranno la fiducia, non tutti svelano le carte. «Aspettiamo - risponde Felice Casson -. Voglio vedere cosa c’è scritto nell’emendamento». Luigi Manconi ha ipotizzato lo strappo di una ventina di senatori.
Orientamento Il Nobel per la medicina è andato a John O’Keefe e alla coppia May-Britt Moser e Edvard I. Moser. I tre scienziati hanno individuato nel nostro cervello le cellule predisposte all’orientamento spaziale. O’Keefe (classe 1939) ha cominciato alla fine degli anni Sessanta a studiare il problema, e ha scoperto che, quando un topo si trova in un determinato punto di una stanza, nel suo cervello (in particolare in una zona chiamata ippocampo) si attiva un neurone, quando la sua posizione cambia se ne accende un altro: l’insieme di queste cellule, che ha chiamato “di posizionamento”, formano una mappa che può essere memorizzata. May-Britt e Edvard I. Moser, nel 2005, sempre grazie a ricerche sui topi, hanno scoperto, in una zona del cervello contigua all’ippocampo, la corteccia entorinale, un altro tipo di neuroni definiti “cellule griglia” che generano un sistema di coordinate capaci di rendere ancora più efficiente il sistema di navigazione.
Città Il 54% dei romani, potendo, andrebbe a vivere altrove. Il 65% individua nella «scarsa manutenzione e pulizia delle strade» il secondo indicatore della crisi, subito dopo la chiusura di un gran numero di negozi. E il 64,4% ritiene che, in generale, siano stati ridotti i servizi pubblici. Un fenomeno che è segnalato solo dal 51% della media nazionale. Tutti questi numeri servono a spiegare il fatto che le persone stanno lasciando le città per andare (o tornare) a vivere in provincia. Infatti le ricerche del Censis spiegano che nel ventennio tra il 1991 e il 2011, a due censimenti di distanza, la popolazione delle città capoluogo è diminuita a tutto vantaggio delle località delle loro province (Griseri, Rep).
Vicini Tra coloro che risiedono in comuni con meno di 10mila abitanti, 7 persone su 10 conoscono i vicini di casa. Oltre i 30mila abitanti, la quota scende a poco più del 50% e negli agglomerati metropolitani, con più di 500mila abitanti, al 40% (Indagini Demos) (Diamanti, Rep).
Solitudine Il senso di solitudine affligge il 26% di chi vive nelle metropoli, il 18% nelle località più piccole (ibidem).
Lampioni Nelle città italiane si stanno sostituendo i vecchi lampioni dalle luci gialle con quelli a led, più rispettosi dei colori originali. Il risparmio sulla bolletta energetica è notevole: a Torraca, piccolo comune del Cilento, con un investimento da 180mila euro hanno rinnovato 600 lampioni e la bolletta è passata di colpo da 45mila a 18mila euro all’anno. A Milano calcola Giuseppe Tomarchio: «Abbiamo 142mila punti luce, con il passaggio ai led spenderemo in bolletta 29 milioni di euro all’anno, contro i 42 attuali. Un risparmio netto del 31 per cento» (De Vito, Rep).
(a cura di Daria Egidi)