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 2014  ottobre 05 Domenica calendario

Tutti i guai dell’ex governatore del Molise Simone Iorio

Se volete fare un tuffo nel disgusto e vedere da molto vicino di quali aberrazioni sia capace la politica quando viene piegata agli interessi di pochi ras di provincia, dovete fare certamente una vacanza in Molise. Ne vale la pena, perché oltre all’aria buona e all’ottimo cibo, qui è possibile ammirare le gesta di Iorio, Angelo Michele, vecchio capataz della Democrazia cristiana, poi del Ppi, infine di Forza Italia e del Pdl. Eterno presidente della Regione, senatore, macinatore di voti e preferenze, insomma il vero padrone della vita e della morte dei cittadini molisani. E allora scoprirete come addirittura la libertà di stampa non vale un tubo, saprete di editori pluripregiudicati e falliti che obbediscono alle direttive del ras, di concorsi truccati per far vincere i soliti amici, di avvenenti direttrici di televisioni locali pronte a obbedire ai tanti desiderata del padrone.
La televisione e la repubblica delle banane
Manuele Petescia è la direttrice di “Telemolise e Telemolise 2”, due tv in una regione che conta poco più di 300mila abitanti. Audience bassissima, ma fedeltà politica a Angelo Michele Iorio altissima. La direttrice lo “informava, aggiornava e consultava sui contenuti e il taglio delle notizie e sulla linea editoriale delle due emittenti”. Insomma, peggio che in una repubblica delle banane. Ma poco male, Iorio era il padrone, “il referente politico”, piaceva dire alla direttora, e la linea editoriale era solo “formalmente autonoma”. E allora vai con i servizi, le interviste lunghissime, i monologhi di Michele, gli attacchi alla rachitica opposizione. E se in quelle due emittenti qualche giornalista tentava di raddrizzare la schiena, peggio per lui. “Lo licenzieremo”, promettevano direttora ed editore.
La prova fedeltà in contanti
Tanta fedeltà assoluta, totale, da far morire di invidia Padre Pio, in cambio di cosa? Denari, soldi, moneta contante, sempre prelevata dalla disastrate casse della Regione. E così alla società proprietaria delle due tv, la Regione sborsa 241mila euro per il noleggio dei ripetitori. Servivano alla Protezione civile, è stata la giustificazione. Tutto scritto, nero su bianco, nelle carte dell’inchiesta sul “sistema Iorio”, firmate dal procuratore capo Armando D’Alterio e condotta dalla Squadra Mobile di Campobasso. L’inchiesta è finita con una trentina di indagati, insieme a Iorio, l’ex assessore alla formazione professionale Gianfranco Vitagliano (accusato dalla magistratura di aver utilizzato l’auto blu per scopi privati), funzionari, editori e anche giornalisti. Come Ignazio Annunziata, plurifallito, pluripregiudicato, giornalista abusivo con il pallino della raccolta di dossier, e padre-padrone del free-press Gazzetta del Molise . Anche lui bussava a denari. “Prometteva ed effettuava costante campagna elettorale a favore di Iorio... e gli consentiva l’esercizio del rispettivo indirizzo tramite direttive intese a garantire a Iorio un complessivo supporto mediatico”. In cambio fioccavano inserzioni pubblicitarie e soldi. Tanti, 90mila euro, per il progetto “Quick reporter 2.0”, per la fornitura di una piattaforma multifunzionale per la gestione di una redazione giornalistica. Chi pagava? “Molise Acque”, in pratica l’ente pubblico che deve assicurare che l’acqua scorra ogni giorno nelle case dei molisani.
I due abiti da 1100 euro come ringraziamento
Uomo potentissimo, Annunziata, ma anche generoso. Un giorno regalò al presidentissimo Michele Arcangelo Iorio due abiti che gli costarono 1100 euro, “a remunerazione - scrivono i pubblici ministeri - delle utilità promesse ed erogande dello Iorio”. Generoso certamente, ma anche pericoloso. Perché quando in Molise, dove i conti della sanità pubblica sono devastati da scelte scellerate e clientelari, arriva l’ispettore da Roma, si scatena l’inferno. Come in un racconto di Leonardo Sciascia, bisogna fermare il ficcanaso, e allora il dottor Angelo Percopo, direttore generale della A. S. Re.M di Campobasso, chiama lo spericolato editore della Gazzetta e gli commissiona una “campagna di stampa diffamatoria” contro l’ispettore. Dossier e minacce di pubblicare inesistenti filmati hard, anche contro la direttore di Telemolise che si era rifiutata di mostrare nella rassegna stampa la Gazzetta.
Le domande prima dell’esame per i fedelissimi
Infine, se lo schifo non ha ancora abbattuto il lettore, ecco allora servito lo scandalo dei concorsi alla protezione civile. Ai nastri di partenza consiglieri provinciali, sindaci ed ex, attivisti e propagandisti di Iorio. Cosa succedeva? Semplice. Che a loro le domande venivano mostrate addirittura il giorno prima dell’esame.