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 2014  ottobre 06 Lunedì calendario

Bologna, aggrediti gli ultracattolici che manifestano contro le nozze gay

«Vergogna, vergogna », urlano i ragazzi dei centri sociali e dei movimenti arcobaleno, in centinaia contro un gruppo di camerati di Forza Nuova schierati a fianco delle “Sentinelle in piedi”. E bastano pochi minuti, nel cuore di Bologna, per rischiare di oscurare quella che era stata una colorata, pacifica e sonora contro-manifestazione promossa per ribadire i diritti di gay e nuove famiglie. È degenerato in botte e manganellate, con i postfascisti malmenati e braccati, il pomeriggio che in piazza ha opposto movimenti antagonisti e sigle di sinistra ai “guardiani” della tradizione, gli ultracattolici che contestano l’introduzione del reato di omofobia e i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Tensioni e azioni di protesta, annunciate da giorni sui social network, ci sono state anche in altre città. A Torino gli antagonisti hanno disturbato la “veglia” delle sentinelle con grida e spintoni, a Napoli hanno lanciato uova, ad Aosta hanno organizzato un flash mob.A Bologna il contatto duro ha avuto un prologo. I ragazzi del Tpo e di Labas e gli studenti medi autorganizzati prima hanno occupato il luogo in cui i “guardiani” si erano dati inizialmente appuntamento, piazza San Francesco, spingendo la questura a spostare il presidio dei “guardiani” antigay alle spalle della basilica di San Petronio, in piazza Galvani. Poi hanno deciso di raggiungere i “nemici”, muovendosi in corteo. La consigliera comunale Sel Cathy La Torre e il presidente dell’Arcigay Vincenzo Branà si sono uniti ai contestatori delle “sentinelle”, compatti dietro lo striscione «Bologna città umana contro la omotransfobia e tutti i razzismi». Sono spuntate le magliette del Cassero e le bandiere di Rifondazione, Gioventù Comunista e Tsipras.Alla fine della sfilata, arrivati all’obbiettivo, si sono trovati in quattrocentro conto cinquanta. Due squadre di poliziotti hanno confinato in un angolo e protet- to i “guardiani”, in mezzo ai quali si sono infilati otto esponenti di Forza Nuova, nonostante qualche dissenso tra le fila degli ultrà della tradizione. Con sfottò, canti, e slogan («Fuori lo Stato dalle nostre mutande», «Questa piazza è di tutti, non di pochi») i paladini di omosessuali, lesbiche e trans hanno espresso le loro ragioni. Ma quando i responsabili dell’ordine pubblico hanno deciso di lasciar allontanare “sentinelle”, e militanti di estrema destra, dalle parole si è passati alle mani. I poliziotti di scorta al manipolo e gli infiltrati di Forza Nuova, spinti contro una vetrina sotto al Pavaglione, sono stati travolti dall’onda d’urto dei manifestanti contro, in netta minoranza numerica, in difficoltà. «Ci hanno picchiati e presi a bastonate — denuncia a sera uno di loro, Fiorenzo Consoli — La polizia ci ha dato in pasto agli avvoltoi». Le manganellate delle “divise” hanno alleggerito la situazione Ma non è terminata così. I postfascisti, uno dei quali colpito alla testa, con il sangue che gli colava in faccia, sono stati braccati tra i negozi griffati della vicina galleria commerciale e nelle vie della zona. Gli aggressori dei centri sociali hanno preso a calci il taxi sopra cui due inseguiti si erano rifugiati, spaccando uno specchietto. In piazza Galvani è rimasta l’ala pacifica del movimento, preoccupata: «Adesso ci darete addosso perché abbiamo cacciato i fascisti, nascondendo l’importanza e il valore di un pomeriggio di lotta per i diritti».