La Gazzetta dello Sport, 26 settembre 2014
Il Papa ha ha rimosso monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano dalla diocesi di cui era a capo, quella di Ciudad del Este in Paraguay

Il Papa ha ha rimosso monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano dalla diocesi di cui era a capo, quella di Ciudad del Este in Paraguay. Ci sono sospetti di malversazioni, ma c’è soprattutto l’accusa di aver coperto preti pedofili, e questo rende il caso, se possibile, ancor più significativo di quello dell’arcivescovo polacco Josef Wesolowski, prima ridotto allo stato laicale e mercoledì ammanettato in pieno Vaticano e poi rinchiuso in una camera del Collegio dei Conferenzieri, all’ultimo piano del Palazzo del Tribunale, proprio di fronte a Santa Marta, dove sta il Papa. La stanza - piccola, nuda - viene considerata domicilio, e l’arresto definito quindi “domiciliare”.
• Perché la rimozione del monsignore paraguayano è più significativa?
Perché Livieres Plano non è un pedofilo, ma uno che ha coperto i pedofili. Per anni e anni proprio la Chiesa ha coperto i preti pedofili, praticamente fino a papa Wojtyla. Giovanni Paolo II, fatto santo a dispetto di questi comportamenti, si preoccupò di salvare l’immagine della Chiesa curandosi assai poco della consolazione delle vittime e della prevenzione di altri abusi. Il caso più incredibile, che macchia indelebilmente gli anni di Wojtyla, è quello di Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, e denunciato un’infinità di volte per gli stupri sui minori. Il Papa di allora non mosse un dito. Ratzinger si occupava di pedofili dal 2000, quando era ancora cardinale. Aveva accentrato la gestione delle accuse a Roma, presso la Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant’Uffizio), perché a livello locale i preti pedofili godevano di incredibili protezioni e coperture. Alla vigilia della via Crucis del 2005, quando era appena stato eletto al soglio, Benedetto parlò della sporcizia che c’era nella Chiesa. Poi chiese scusa sei volte alle vittime degli abusi, incontrandole e piangendo con loro. E insomma voglio dire che la svolta a cui Francesco ha impresso un’incredibile accelerazione è cominciata con Benedetto XVI.
• Chi ha coperto il monsignore Rogelio Ricardo Livieres Plano, ora mandato via?
Un prelato argentino, di nome Carlos Urrutigolty. Venne accusato di abusi sessuali nel 2002, quando si trovava negli Stati Uniti. Venne poi trasferito in Canada e nel 2005 in Paraguay, dove era diventato vicario della diocesi. Un posto di grande responsabilità, che aveva provocato una quantità di polemiche tra i vescovi del Paese, dato che Urrutigolty non aveva smesso le sue pratiche. Francesco ha inviato laggiù in visita apostolica il cardinale Santos Abril y Castello e monsignor Milton Luis Troccoli Cebelio, il primo arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, il secondo vescovo ausiliare di Montevideo. Motivo ufficiale della missione era quello di «offrire assistenza per il bene di quella Chiesa particolare». I due devono aver fatto un rapporto convincente: dopo il loro viaggio Urrutigolty è stato rimosso. Adesso il Papa ha agito contro il suo protettore, una novità assoluta. Il Bollettino della Santa Sede di ieri, mentre annuncia il nome del sostituto (è monsignor Ricardo Jorge Valenzuela Rios), dice: «La gravosa decisione della Santa Sede, ponderata da serie ragioni pastorali, è ispirata al bene maggiore dell’unità della Chiesa». Francesco ha a sua volta invitato l’intera chiesa del Paraguay a «un serio processo di riconciliazione e superamento di qualsiasi faziosità e discordia» perché «non sia ferito il volto dell’unica chiesa acquistata con il sangue del suo proprio Figlio» e affinché «il gregge di Cristo non sia privato della gioia del Vangelo». La parola «volto», usata in questo contesto, non può non ricordarci il «volto deturpato della Chiesa» dolorosamene citato da Benedetto al momento delle sue dimissioni.
• È vero che c’è una struttura dedicata alla lotta contro i pedofili?
Nell’intervista a Scalfari, Francesco aveva detto che contro i pedofili avrebbe usato il bastone. Sì, c’è una struttura dedicata. Si chiama Commissione Pontificia per la Tutela dei Minori, ne fanno parte quattro uomini e quattro donne. Tra queste, anche Marie Collins, irlandese, vittima della violenza di un prete quando era bambina. Bergoglio ha nominato gli otto a marzo. Tra loro l’unico italiano è Claudio Papale, giurista e docente di diritto canonico alla Università Urbaniana.
• La Chiesa è unita in questa lotta ai preti pedofili condotta in questo modo? Non ci sono dissensi, resistenze?
Finora sembra unita. La Sir, l’agenzia dei servizio di informazione religiosa della Cei, ha scritto che «il Papa della misericordia non vuole che la malattia devasti tutto il corpo». Insomma, almeno dai vescovi italiani, l’appoggio sembra pieno. Ha attaccato Francesco pubblicamente, finora, solo l’ateo devoto Giuliano Ferrara, critico con Bergoglio fin dal primo istante. Lamenta che contro l’aborto questo Papa non abbia messo lo stesso impegno, irride il nuovo furore antipedofilo di una Chiesa che ha appena riabilitato l’ultrapedofilo Pasolini, grida che anche il peccatore Wesolowsky, chiuso in cella e pubblicamente condannato prima ancora che si sia svolto il processo, ha diritto alla misericordia che si deve a ogni peccatore.