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 2014  settembre 24 Mercoledì calendario

B.B. e la capra sul set: il mio addio al cinema

Signora Bardot, come festeggerà i suoi 80 anni, domenica?
«Con mio marito (Bernard d’Ormale, ndr ) e i miei animali. Nessun altro». Dicono che Brigitte Bardot fosse testarda anche nella sua prima vita, quella di attrice. Ma è il suo essere così cocciuta nell’amore per gli animali che da decenni insospettisce molti, come se fosse un tradimento nei confronti di noi, poveri esseri umani. «Ma la sofferenza non è diversa per uomini, donne, bambini, animali, anziani. Esiste il dolore, uguale e terribile per tutti. Ognuno si dia da fare come può. Io non posso fermare una guerra, però posso provare a fermare i maltrattamenti agli animali», diceva al Corriere 10 anni fa. Nel frattempo B.B. non si lascia più fotografare e rilascia solo interviste a distanza, ma non è cambiata.
Passerà il compleanno alla Madrague, la sua villa a Saint Tropez?
«Sì, a casa. Che appartiene ormai alla mia Fondazione, l’ho donata. Ho il diritto di viverci fino alla fine, in cambio pago tutte le spese. Insomma io abito a casa dei miei animali, una trentina, sono ospite loro».
Com’è successo che a un certo punto ha abbandonato il cinema? C’è stato un momento, un evento che le ha fatto cambiare vita?
«Sì, durante il film Colinot l’alzasottane , che sarebbe stato l’ultimo anche se non lo sapevo ancora, sul set c’era una capretta. La proprietaria mi ha detto “si sbrighi a finire la sua scena, perché domenica è la comunione di mio nipote e dobbiamo farla allo spiedo”. Ho subito comprato la bestiola e l’ho portata con me, attaccata a una corda, nell’hotel a cinque stelle. Me la sono portata in camera, che scandalo. Quel giorno ho preso la decisione di smetterla con il cinema e di aiutare gli animali. Era il giugno 1973, avevo 38 anni».
Nel frattempo la causa animalista ha fatto passi avanti, secondo lei?
«In questi quarant’anni l’opinione pubblica ha preso coscienza di certi orrori che prima ignorava, ma i metodi di allevamento, trasporto e macellazione degli animali sono ancora più crudeli, tutto si è industrializzato».
Lei ha usato la sua celebrità per parlare a Giscard, Mitterrand, Chirac, Sarkozy, Hollande. Chi l’ha ascoltata di più?
«La prima volta che sono andata all’Eliseo fu su invito del generale Charles De Gaulle, per un ricevimento di artisti. Era il 1967. Mi presentai spettinata, pantaloni e giacca da ussaro... Ma non gli chiesi nulla. Agli altri sì, e tutti mi hanno fatto promesse. Nessuno le ha mantenute. Aspetto ancora una risposta del governo alla lettera che ho inviato il 6 settembre. Sarebbe il miglior regalo».
Che cosa contiene la lettera?
«Le mie ultime volontà. Chiedo al presidente Hollande che venga vietata la macellazione rituale degli animali, cioè che le bestie vengano sempre stordite prima di farle sanguinare e uccidere, senza deroghe per la carne halal e kosher. E poi, chiedo di trattare i cavalli come animali di compagnia, in modo che smettano di essere mangiati. Se non vincerò questo battaglie, la mia vita sarà stata un fallimento».
Lei ha abbandonato la sua vita precedente ma B.B. continua a essere un’icona, nella moda, la pubblicità, la letteratura. Davvero tutto questo le è indifferente? E che idea si è fatta, perché il suo mito è ancora così forte?
«Sono io stessa sorpresa. Tutta questa agitazione per il mio compleanno, per esempio: mi stordisce. Guardo le cose con un po’ di distacco. Mi sento lontana, ma allo stesso tempo abbastanza commossa, devo ammettere».
Può raccontare come passa le sue giornate?
«Scrivo ai ministri, ai sindaci, ai prefetti, quando c’è un problema grave che riguarda gli animali. Scrivo anche ai capi di Stato stranieri, mi rispondono di più all’estero che in Francia. La sera, sto con i miei animali e guardo la tv».
Lei, Gunter Sachs e le rose. Se lo ricorda quel giorno?
«Certo! Centinaia di rose che piovevano dal cielo, lanciate da Gunter in elicottero. Ci ho messo ore a recuperarle, una a una, nel giardino della Madrague».
Sono stati più i momenti belli come quello? O le delusioni?
«Gioie e dolori uguali, ma le delusioni mi fanno ancora male».
Davvero non si rivede mai?
«Raramente, non amo ripercorrere il passato».
Un film nuovo che le è piaciuto?
«Il cinema non mi piace più. Lo trovo decadente».
Qual è il suo sogno più grande?
«Quello che farò la notte prossima. Baci baci a tutti ».