Libero, 24 settembre 2014
Putin ha chiuso i rubinetti. Arriva il 25% di gas in meno
Prima le buone notizie: i depositi strategici italiani (le riserve) di gas sono pieni al 94%. Poi quelle cattive: ieri in Austria si sono accorti (è già qualche settimana che succede), che le forniture di gas con la russa Gazprom erano minori del previsto. Alle porte delle stagione autunnale gli austriaci hanno pensato bene di lanciare un allarme. L’autorità austriaca di controllo sull’energia (E-Control), ha constatato che le forniture sono state ridotte «del 20-25%» rispetto alle consegne previste tra venerdì e sabato. «Un calo tra il 20% il 25% non è normale», ha scandito Martin Graf, responsabile dell’Autorità. Tanto più che Gazprom non ha motivato neppure alle compagnie il calo dei flussi. Certo gli austriaci possono stare sereni: E-Control insieme all’allert sul calo ha prudentemente ricordato che «al momento le capacità di stoccaggio del gas austriaco sono al 99%». A dire il vero in Italia - che tramite lo snodo di Tarvisio si approvvigiona proprio da Gazprom - qualche campanello era già cominciato a suonare venerdì. Secondo quanto ricostruito dal Quotidiano Energia (pubblicazione specializzata in politiche energetiche), controllando i dati di approvvigionamento di Snam Rete Gas saltava fuori che a cascata non solo erano diminuite le forniture all’Austria, ma che pure l’Italia aveva visto limate le consegne. Senza perdersi tra milioni di metricubi e riserve energetiche, Quotidiano Energia ha fatto di conto e scoperto che domenica scorsa le riserve complessive italiane ammontavano a 15,686 miliardi metricubi, pari al 94% degli stoccaggi (coprono i consumi nazionali per ben 4 mesi). Di sicuro la pratica delle forniture energetiche ridotte viene letta come una suadente persuasione da parte di Mosca. Giusto ieri il commissario Ue all’Energia, Gunther Oettinger, a Kiev, si è detto «contrario» all’introduzione verso Kiev di qualsiasi sanzione nel settore del gas. «Le forniture affidabili e giornaliere di gas non dovrebbero essere uno strumento politico», ha osservato Oettinger. Peccato che i russi pretendano un prezzo dagli ucraini più alto dopo l’apertura della crisi in Crimea. Serrati i rubinetti per Kiev, ma non se la sono passata meglio nelle ultime settimane neppure in Polonia, Slovacchia e pure in Germania. Limature modeste, fin ad ora sdrammatizzate. Però le coincidenze quando si parla di miliardi di euro in forniture, di approvvigionamento energetico non esistono. Non è un caso se proprio domani volerà a Bruxelles il ministro del Petrolio e dell’Energia norvegese, Tord Lien, per incontrare il commissario Oettinger. Programma del summit? Sicurezza energetica e cooperazione fra Unione europea e Norvegia. E ancora: venerdì a Berlino è previsto l’incontro trilaterale dei ministri dell’Energia di Mosca e Kiev sempre con il commissario Oettinger, per portare avanti i negoziati sulle forniture di gas russo all’Ucraina e, attraverso questa, all’Europa. Gli addetti ai lavori spiegano questa limatura nelle forniture va intesa come una pacifica moral suasion russa verso l’Europa. Mentre una vera e propria dimostrazione muscolare appare l’annunciata esercitazione militare nell’estremo oriente. La Vostok-2014 viene presentata a come la più colossale esercitazione militare dai tempi dell’Urss: 100mila militari mobilitati, 1.500 carriarmati, 120 aerei, 5mila mezzi bellici e 70 navi da guerra. Serrare un po’ il rubinetto delle forniture non provoca, ora, alcun problema. Però con l’inverno alle porte potrebbe: circa un terzo delle importazioni europee di petrolio e di gas naturale liquido, arrivano dalla Russia. Dai tempi di Pietro il Grande e di Napoleone il “generale Inverno” è il miglior alleato dei russi.