Libero, 23 settembre 2014
Dal Prodotto interno lurido un tesoretto da 4-5 miliardi
Per ora è stato servito l’antipasto. Ma al primo assaggio, Matteo Renzi ha subito capito che il piatto offerto dall’Istat, che ha ricalcolato il Pil 2013 sulla base di nuovi parametri, è assai gustosto. Se fosse confermato un impatto analogo per quest’anno, il governo guidato dall’ex sindaco di Firenze si troverebbe in mano un tesoretto di qualche miliardo di euro (quattro o cinque, stando a calcoli non ufficiali).
Tutto, come accennato, grazie alle «generose» correzioni eseguite dall’Istituto di statistica sui parametri utilizzati per calcolare il prodotto interno lordo dell’Italia: nel calderone, d’ora in poi, in linea con le regole dell’Unione europea, si trovano l’economia illegale e altre voci. Così, l’anno scorso il rapporto tra deficit e pil, fino a ieri certificato a 3%, è migliorato scendendo al 2,8%.
Non solo. Nei tre anni «rivisti» (dal 2011 al 2013) la pressione fiscale si riduce rispettivamente di 0,9, 0,8 e 0,5 punti percentuali rispetto a quella stimata in precedenza. E ancora: per effetto del processo di revisione straordinaria, il livello del pil ai prezzi di mercato è aumentato, rispetto alla stima diffusa precedentemente, in tutti e tre gli anni: 58,9 miliardi nell 2011, 61 miliardi nel 2012 e 58,8 miliardi nel 2013 (con tassi di rivalutazione del 3,7%, del 3,9% e del 3,8%).
La congiuntura è negativa (ieri sempre l’Istat ha segnlato gli ordini dell’industria in calo a luglio dell’1,5%) e il passato, per ora, non porta vantaggi concreti nelle tasche di Renzi. Il quale aspetta come «manna dal cielo» le nuove stime relative al 2014 per scrivere la legge di stabilità e per andare a trattare a Bruxelles qualche sconto sui parametri di bilancio. La finanziaria 2015 già vale 20 miliardi e la riforma del pil potrebbe far scendere la dote fino a 15 miliardi.