Un giallo a Napoli. La seconda morte di Giacomo Leopardi (Guida, 218 pp., 15 euro), 30 gennaio 2013
Tags : Articoli sulla morte di Giacomo Leopardi
La seconda morte di Giacomo Leopardi
La storia ufficiale ci dice che Giacomo Leopardi è stato sepolto a Napoli, prima nella chiesa di San Vitale, poi al parco Vergiliano a Piedigrotta. Ma in realtà, quando nel 1900 fu fatta la ricognizione dei resti mortali del grande poeta di Recanati, ci si accorse che quei pochi frammenti di ossa non potevano essere appartenuti a lui. Il femore, in particolare, era troppo lungo, mentre il teschio mancava del tutto. Molto all’italiana, si preferì però far finta di niente, per evitare seccature. Così quel Leopardi presunto continuò a essere considerato ufficialmente tale, malgrado i dubbi, e finì nel 1939 nel monumento funebre che gli fu eretto a Piedigrotta. L’autrice di questo libro ha già dedicato tre volumi a Leopardi, messo a raffronto, rispettivamente, con il libro biblico del Qohèlet, con il mondo dei blogger di oggi e con Kant. Stavolta, Loretta Marcon ha voluto affrontare in questo suo quarto studio leopardiano un mistero che non ha più a che fare col pensiero del poeta e con la sua interpretazione, ma con la sua esistenza materiale. Meglio ancora, con le circostanze, tuttora dubbie, della sua fine. Ripercorre così con puntiglio testi e versioni alla ricerca delle primitive fonti degli episodi raccontati e ripetuti negli anni, soprattutto confrontando le contraddittorie versioni date da Antonio Ranieri, l’amico degli ultimi anni di vita del poeta, poi protagonista di una curiosa polemica postuma con il morto e testimone non troppo affidabile. Purtroppo, alcuni importanti archivi sono andati distrutti, ma la studiosa ritiene probabile l’ipotesi che Leopardi sia finito nella fossa comune dei morti di colera. Così richiedevano le disposizioni vigenti per combattere l’epidemia che all’epoca impazzava a Napoli, anche se, secondo il certificato ufficiale, la morte di Leopardi sarebbe avvenuta per idropericardite.