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 2014  settembre 15 Lunedì calendario

Banche, danno uno e prendono duemila

È il miracolo dei tassi: continuano a scendere, ma vanno sempre in salita. Parliamo di quelli a carico vostro, naturalmente.
Tre anni fa esatti raccontavamo su questa stessa pagina la vicenda di Mario Scrimaglio, un produttore vinicolo che si era visto recapitare dalla Popolare di Novara, del gruppo Banco Popolare, una lettera con la quale la sua agenzia gli comunicava come da quel momento avrebbe riscosso sulle somme depositate sul conto corrente un interesse di ben lo 0,0125 per cento, a fronte di un tasso creditore che con more, annessi e connessi avrebbe potuto raggiungere anche il 12,45 per cento.
«Il rapporto è di uno a mille. Mi sembra un tantino esagerato», protestò lui. Ricordando le tirate d’orecchi che qualche istituzione come la Banca d’Italia aveva assestato a quelle banche ritenute responsabili di vessare con condizioni capestro la clientela più piccola e indifesa. Folle logica bancaria: dò uno, prendo mille , era il titolo dell’articolo che pubblicammo raccontando questa storia emblematica dei rapporti fra istituto di credito e correntista comune mortale. Se però lo riscrivessimo oggi, dovremmo cambiarlo così: «dò uno, prendo duemila ». Perché al signor Scrimaglio è arrivata una nuova lettera in cui la banca lo informa che le condizioni sono ancora cambiate. Tasso creditore: 0,01 per cento. Tasso debitore: 19,50 per cento, sette punti al di sopra del livello fissato tre anni prima. Con un rapporto di 1.950 a uno. Ma c’è da capirle, povere banche. Con la Bce che continua a limare i tassi, i margini di intermediazione si stanno riducendo sempre di più. Mentre la crisi morde e le sofferenze vanno in orbita insieme ai crediti incagliati. E incombono per giunta gli stress test europei, con il rischio che molti istituti di credito italiani non abbiano i requisiti patrimoniali sufficienti per superarli.
Ecco allora la dura realtà, spiegata con la dovuta chiarezza al nostro Scrimaglio: «Gentile cliente, si presenta la necessità di allineare le condizioni economiche dei rapporti alla riduzione del costo della provvista del Banco nell’ultimo anno (misurato dall’andamento del Credit default swap nel periodo giugno 2013-maggio 2014: -280 bps). Nello stesso periodo il rendimento risk free sui titoli di durata finanziaria comparabile disponibili per la clientela privata (Bot 6m) è sceso di 56 bps (basis point o punti base). Pertanto il Banco praticherà una riduzione del tasso creditore applicato di 50 bps». Avete capito tutto, no?