Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 14 Domenica calendario

I miliziani dell’Is hanno decapitato anche il terzo ostaggio • Il marò Massimiliano Latorre ha riabbracciato la sua famiglia • Come verrà speso il bonus di 80 euro • In aumento gli studenti che scelgono il liceo agrario • È arrivata anche in Italia la pianta giapponese che aggredisce le case

 

Decapitato I miliziani dell’Is hanno decapitato il terzo ostaggio, il cooperante britannico David Haines. E hanno annunciato la condanna a morte del prossimo, l’inglese Alan Henning. Haines, 44 anni, visto vivo l’ultima volta nel filmato che mostrava l’uccisione dell’ostaggio americano Steven Sotloff, che come lui indossava una tuta arancione, era stato rapito in Siria nel 2013 mentre lavorava per un’agenzia di aiuti internazionale. La famiglia aveva lanciato un appello ai rapitori chiedendo di essere contattata. L’Is ha risposto con il video della decapitazione in cui si vede Haines che dice: «Tu, David Cameron, sei interamente responsabile della mia esecuzione. Tu sei entrato volontariamente nella coalizione con gli Stati Uniti contro lo Stato Islamico». Poi parla un miliziano: «Questo britannico paga il prezzo della tua promessa, Cameron, di armare i peshmerga contro lo Stato islamico». Come negli altri filmati, la registrazione si interrompe nel momento in cui il terrorista inizia a passare la lama sotto la gola del prigioniero. Una sequenza ripresa subito dopo dalla consueta scena: il corpo dell’ostaggio a terra e decapitato.

Marò Il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre è atterrato ieri pomeriggio nell’aeroporto militare di Grottaglie (Taranto). Nei quattro mesi italiani che la Corte Suprema di Delhi ha concesso a Latorre perché possa curarsi a casa dopo l’attacco ischemico del 31 agosto, il governo italiano lavorerà sul fronte diplomatico per riportare a casa anche Salvatore Girone e, soprattutto, ottenere il via libera indiano per il ritorno definitivo di tutti e due. Era febbraio del 2012 quando Latorre e Girone finirono sotto accusa per aver ucciso (loro hanno sempre sostenuto di aver sparato soltanto colpi di avvertimento) due pescatori locali durante un attacco di pirati, al largo della costa del Kerala, nell’India sud occidentale. Il sì della Corte Suprema alle cure di Latorre in Italia (con due garanzie scritte di rientro il 13 gennaio prossimo) sembra aver attenuato anche le proteste di chi si è finora detto contrario al rilascio dei militari. Il quotidiano The Hindu ieri scriveva che non ci sono state reazioni contrarie, né delle autorità del Kerala né della comunità dei pescatori di Kollam, alla notizia della partenza del marò. Secondo il giornale è opinione diffusa che «le condizioni di salute del fuciliere meritano solidarietà». Di più. Un leader della comunità dei pescatori di Kollam avrebbe detto che «con il passare del tempo da un sentimento di forte animosità si è passato a uno di simpatia per i fucilieri». La compagna di Latorre, Paola Moschetti, si dice «sollevata per il rientro». La figlia Giulia: «Sono felicissima, finalmente staremo con papà tutti insieme». [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Bonus Oltre la metà dei dieci milioni di italiani che, secondo le stime, hanno ricevuto il bonus ha dichiarato che spenderà questi soldi. Ma in grandissima parte per fare fronte a fabbisogni primari, come cibo, bevande, prodotti per la casa. Oppure per provvedere all’affitto di casa e alle bollette della luce e del gas. Solo un terzo degli italiani dichiara di voler destinare il bonus a spese non obbligate: dai consumi fuori casa come l’aperitivo, la pizza e la colazione al bar (10%) ai viaggi (8%), ai telefonini. La quota riservata all’abbigliamento, l’11%, sembra finalizzata più all’acquisto di capi necessari per il cambio di stagione, un cappotto o un maglione nuovo, piuttosto che al piacere di fare shopping (rilevazione Nielsen-Conad). (De Luca, Rep)

Terra 1 Sempre più numerosi i ragazzi che scelgono di abbandonare le professioni «cittadine» e di puntare sul verde, iniziando dai banchi di scuola. Secondo i dati dello studio presentato alla prima Summer School sul made in Italy, promossa da Coldiretti Giovani Impresa in collaborazione con l’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare, nel nuovo anno scolastico 2014/2015 si sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie 264.541 giovani e tra questi il 24 per cento ha optato per l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, che complessivamente hanno registrato 63.719 nuovi iscritti contro i 60.017 dello scorso anno. Numeri che, evidenzia la Coldiretti, «testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio svolto con Ixè secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento)» (Corbi, Sta).

Terra 2 Il ministro alle Politiche Agricole Maurizio Martina: «Oggi un laureato in agraria trova lavoro nel 95 per cento dei casi, un laureato in giurisprudenza se va bene arriva al 25 per cento» (ibidem).

Terra 3 In Francia gli studenti del liceo agrario sono aumentati del 38 per cento. (ibidem).

Poligono del Giappone Individuata a Milano una pianta invasiva, irriducibile e perenne di nome Poligono del Giappone. Cresce rigogliosa, piante alte quanto un uomo, insieme alla cicuta, che sola sembra in grado di resisterle: si espande lungo gli argini del corso d’acqua, grazie alla corrente che trasporta i frammenti del rizoma, la sua radice. I suoi fusti bucano l’asfalto e l’unica soluzione è scavare in profondità, rimuovere i rizomi e bruciarli. Nel Regno Unito, dove molte case sono dotate di un giardino, le proprietà invase da questa specie si svalutano di 30.000 sterline e le banche tolgono le ipoteche. «Il problema c’è ed è quasi impossibile controllarlo», titolava il Daily Telegraph lo scorso luglio. «Coppia costretta a demolire la casa dopo l’invasione del Poligono del Giappone», faceva eco il Daily Mail . E pensare che il Japanese Knotweed (Reynoutria japonica ) fu importato proprio in Inghilterra negli anni Venti dell’800, gli fu addirittura conferito un premio come miglior pianta ornamentale e dalle sue radici in Oriente estraggono un potente antiossidante (il resveratrolo, lo stesso dell’uva). Oggi, invece, è una pianta killer, che è reato anche solo sfalciare, perché come un «alien» si riproduce da minuscoli frammenti. (D’Amico, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)