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 2014  settembre 14 Domenica calendario

Il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre, che era obbligato fino a ieri a stare in India con il suo collega Salvatore Girone, è atterrato ieri a Grottaglie, provincia di Taranto, e ha adesso un permesso di quattro mesi, durante i quali resterà in Italia a curarsi dai postumi di un ictus e relativa ischemia

Il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre, che era obbligato fino a ieri a stare in India con il suo collega Salvatore Girone, è atterrato ieri a Grottaglie, provincia di Taranto, e ha adesso un permesso di quattro mesi, durante i quali resterà in Italia a curarsi dai postumi di un ictus e relativa ischemia. Il suo collega Girone è rimasto laggiù. È chiaro che tutta la nostra diplomazia è impegnata a risolvere definitivamente il caso in questi quattro mesi, in modo che Latorre non debba ripartire e che possa rientrare anche Girone.

Come fanno a essere sicuri che tornerà in India? L’anno scorso, in occasione delle elezioni, i due avevano ottenuto il permesso di rientrare in Italia e il ministro Terzi tentò di rompere la promessa fatta a New Delhi e di tenerli qui. Perché adesso gli indiani dovrebbero credere alla nostra buona fede?
Intanto Girone è rimasto laggiù ed è, a questo punto, evidentemente un ostaggio. Inoltre la Corte Suprema indiana ha preteso dal nostro ambasciatore Daniele Mancini un impegno scritto «non ambiguo e non equivoco» in base al quale Latorre tornerà in India tra quattro mesi. Direi che non ci sono le condizioni per fare scherzi.  

Che cos’è esattamente un’ischemia?
Per una qualche ragione, una parte del corpo non riceve più una quantità sufficiente di sangue. Lo scorso 31 agosto, Latorre era andato a prendere la compagna Paola Moschetti all’aeroporto, i due si erano ritirati nell’appartamento che Latorre occupa a New Delhi nella nostra ambasciata, la Moschetti ha raccontato che a un certo punto s’è alzato per andare in bagno ed è crollato a terra. Chiamato di corsa Girone, lanciato l’allarme tra il personale dell’ambasciata, è stata fatta venire un’ambulanza e Latorre è stato portato all’ospedale Primus di New Delhi. Qui la tac ha rivelato un grumo di sangue nel cervello. Questo aveva provocato il cosidetto Tia, o attacco ischemico transitorio. Curato con eparina, è stato trasportato in un altro ospedale. Intanto era arrivato a New Delhi il nostro ministro della Difesa, è cominciata tutta una procedura che le risparmio e alla fine la Corte Suprema indiana ha concesso il rimpatrio temporaneo per ragioni umanitarie.

• Vogliamo ricordare perché Latorre e Girone sono in India da trenta mesi e non si sa ancora quando potranno tornare a casa definitivamente?
È la storia della petroliera Enrico Lexie, storia molto nota. Gli armatori di questa petroliera Enrico Lexie, per proteggersi dai pirati, avevano comprato dalla Marina italiana un servizio di protezione. Sei uomini armati, e una guardia perenne sul ponte. Era il 19 febbraio 2012: giunti in prossimità della costa del Kerala, da bordo della Enrico Lexie si avvista un’imbarcazione che s’avvicina e, nonostante vari segnali d’allarme, non si ferma. I nostri marò dicono di aver sparato in aria. Fatto sta che la barca che s’avvicinava era un peschereccio e che a bordo c’erano a quel punto due cadaveri. I nostri due sono stati messi in carcere e accusati di duplice omicidio. L’infinito tormento che hanno dovuto sopportare è stato mitigato da un miglioramento progressivo delle condizioni di detenzione. Adesso vivono nell’ambasciata italiana di New Delhi in un regime di mezza libertà. Ma il processo deve ancora iniziare e non è ancora sicuro al cento per cento che si possa evitare una procedura che potrebbe portare a una sentenza di morte. A parte tutto, gli indiani l’hanno tirata per le lunghe a bella posta. Quando il caso è avvenuto, era al potere il figlio di Sonia Gandhi. Sonia, nata a Lusiana in provincia di Vicenza e cresciuta a Orbassano in provincia di Torino, impalmata poi da Rajiv Gandhi che l’aveva conosciuta a Cambridge dove Sonia, una qualunque segretaria d’azienda, era andata a studiare l’inglese, non vuol sentir parlare dell’Italia e ha ostacolato in ogni modo qualunque soluzione che potesse farla accusare dai suoi avversari di parzialità. Adesso l’India è governata da Narendra Modi, uno che non ha pregiudizi relativamente all’accordo.  

Il clima verso di noi è migliorato?
Sì. In Kerala - furibondo due anni fa - stavolta non c’è stata nessuna protesta. Il quotidiano Hindu Times ha scritto adesso che la malattia di Latorre «suscita simpatia». Riferisce poi di una fonte anonima (il leader di un’associazione di pescatori) secondo la quale «si è passati nel tempo da una forte animosità ad un senso di simpatia per i due marò. L’uccisione non è stata deliberata perchè i marò hanno preso i pescatori per pirati. Hanno inoltre dato un risarcimento adeguato per l’errore commesso».  

Il governo italiano?
Tiene sospesa la richiesta di un arbitrato internazionale sperando di chiudere la faccenda in amicizia. I nostri spediscono in direzione di New Delhi messaggi al miele. Renzi ha dichiarato proprio ieri di «avere stima per il premier Modi e il suo governo». La Pinotti ha detto: «La strategia nostra è di non parlare troppo, perché non è utile. Lavoriamo incessantemente, quotidianamente, per trovare una soluzione».