La Domenica del Corriere, domenica 16 aprile 1899, 9 settembre 2014
Tags : Phineas Taylor Barnum
Barnum e la réclame
La Domenica del Corriere, domenica 16 aprile 1899
L’editore Hachette, di Parigi, ha testé pubblicato un libro cui arrise subito la fortuna e che trova adesso molti acquirenti anche in Italia. Si intitola Les Millions de Barnum, amuseur des peuples, ed è o potrebbe essere una autobiografia di quello insuperato re della reclame che fu Barnum.
Nessun dubbio che il grosso del pubblico avrà creduto autentiche tali memorie poiché nella sua grande maggioranza il pubblico dimentica facilmente. Quanti sono infatti coloro che ricordano come qualmente nel 1850 sia già stata pubblicata l’autobiografia del Barnum, in America a cura di Oscar Commettant col titolo Lotte e trionfi e da Parigi in una traduzione di Raoul Bondier illustrata da Janet-Lange?
Orbene: le due autobiografie non sono affatto identiche, ragione per cui od era falsa la prima od è una mistificazione quest’ultima che i maggiori giornali adesso esaltano.
Fidatevi delle autobiografie!
Il recente volume di Jehan Soudan serve comunque a ravvivare il ricordo d’uno degli uomini più eccezionali che abbiamo vissuto nella età nostra. Barnum: Non vi par di sentire come un colpo di grancassa? Infatti questo nome riassume, compendia da solo tutta la storia della réclame.
Si deve al genio industriale di Barnum la presentazione del famoso nano Tom Pouce, della pretesa balia di Washington, della sirena mitologica fatta in casa, della celebre cantante svedese Jenny Lind , del Museo Americano e del Madison Square : un circo grande come il Colosseo, che Barnum con 200.000 lire di spese trasporto a Parigi dove egli doveva trovare il suo Waterloo.
Fu sempre Barnum che vagheggiò l’idea di comprare in Inghilterra, a qualunque prezzo, la cassa in cui nacque Shakespeare. Fu lui che per il primo ideò i «Concorsi di Bellezza» e l’«Esposizione dei bambini meglio riusciti». Barnum volle anche essere deputato del Connecticut, e vi fu eletto, persuasi i suoi lettori che, in politica il Barnumismo è sempre di moda. Che Barnum sia stato un buono scrittore pieno d’humour , lo prova il capitolo delle sue Memorie – quelle del 1850 – intitolato La Blague. Egli ha lasciato anche un ricco patrimonio di massime e di sentenze una delle quali è rimasta celebre, questa: «È più facile ingannare due uomini che uno solo, tre più presto che due, e così di seguito in proporzioni geometriche; nulla dunque di più facile che ingannare il prossimo ».
Un precetto di Barnum, che vale tanto oro, è questo: «Il vostro successo dipende da ciò che farete voi stesso e coi vostri propri mezzi».
Barnum è morto ricchissimo a New York nella bella età di 81 anni, in mezzo ai suoi cari, compianto da tutti, persino dai suoi «fenomeni viventi disattivare lavorare» per i quali ebbe e da cui volle sempre che fossero usate cure affettuose.
Tutta New York assisté ai suoi funerali splendidi come quelli di un monarca. La sua bara venne sepolta sotto i fiori offerti dai suoi compatrioti e dal personale – un esercito! – del suo circo, che tutto vestito di nero lo accompagnò alla sua ultima dimora fiducioso che la sua morte fosse una nuova réclame! Barnum questa volta era proprio salito al cielo disposto ad adorare Dio nel quale egli ha sempre creduto.
Sicuro: Barnum era un credente ed uno spiritualista. Le ultime righe della prefazione al suo libro sono queste: «Io spero, con la grazia di Dio, di incontrare mio padre, lassù, in un mondo migliore».
L’editore Hachette, di Parigi, ha testé pubblicato un libro cui arrise subito la fortuna e che trova adesso molti acquirenti anche in Italia. Si intitola Les Millions de Barnum, amuseur des peuples, ed è o potrebbe essere una autobiografia di quello insuperato re della reclame che fu Barnum.
Nessun dubbio che il grosso del pubblico avrà creduto autentiche tali memorie poiché nella sua grande maggioranza il pubblico dimentica facilmente. Quanti sono infatti coloro che ricordano come qualmente nel 1850 sia già stata pubblicata l’autobiografia del Barnum, in America a cura di Oscar Commettant col titolo Lotte e trionfi e da Parigi in una traduzione di Raoul Bondier illustrata da Janet-Lange?
Orbene: le due autobiografie non sono affatto identiche, ragione per cui od era falsa la prima od è una mistificazione quest’ultima che i maggiori giornali adesso esaltano.
Fidatevi delle autobiografie!
Il recente volume di Jehan Soudan serve comunque a ravvivare il ricordo d’uno degli uomini più eccezionali che abbiamo vissuto nella età nostra. Barnum: Non vi par di sentire come un colpo di grancassa? Infatti questo nome riassume, compendia da solo tutta la storia della réclame.
Si deve al genio industriale di Barnum la presentazione del famoso nano Tom Pouce, della pretesa balia di Washington, della sirena mitologica fatta in casa, della celebre cantante svedese Jenny Lind , del Museo Americano e del Madison Square : un circo grande come il Colosseo, che Barnum con 200.000 lire di spese trasporto a Parigi dove egli doveva trovare il suo Waterloo.
Fu sempre Barnum che vagheggiò l’idea di comprare in Inghilterra, a qualunque prezzo, la cassa in cui nacque Shakespeare. Fu lui che per il primo ideò i «Concorsi di Bellezza» e l’«Esposizione dei bambini meglio riusciti». Barnum volle anche essere deputato del Connecticut, e vi fu eletto, persuasi i suoi lettori che, in politica il Barnumismo è sempre di moda. Che Barnum sia stato un buono scrittore pieno d’humour , lo prova il capitolo delle sue Memorie – quelle del 1850 – intitolato La Blague. Egli ha lasciato anche un ricco patrimonio di massime e di sentenze una delle quali è rimasta celebre, questa: «È più facile ingannare due uomini che uno solo, tre più presto che due, e così di seguito in proporzioni geometriche; nulla dunque di più facile che ingannare il prossimo ».
Un precetto di Barnum, che vale tanto oro, è questo: «Il vostro successo dipende da ciò che farete voi stesso e coi vostri propri mezzi».
Barnum è morto ricchissimo a New York nella bella età di 81 anni, in mezzo ai suoi cari, compianto da tutti, persino dai suoi «fenomeni viventi disattivare lavorare» per i quali ebbe e da cui volle sempre che fossero usate cure affettuose.
Tutta New York assisté ai suoi funerali splendidi come quelli di un monarca. La sua bara venne sepolta sotto i fiori offerti dai suoi compatrioti e dal personale – un esercito! – del suo circo, che tutto vestito di nero lo accompagnò alla sua ultima dimora fiducioso che la sua morte fosse una nuova réclame! Barnum questa volta era proprio salito al cielo disposto ad adorare Dio nel quale egli ha sempre creduto.
Sicuro: Barnum era un credente ed uno spiritualista. Le ultime righe della prefazione al suo libro sono queste: «Io spero, con la grazia di Dio, di incontrare mio padre, lassù, in un mondo migliore».
A. Fiaschi.