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 2014  settembre 03 Mercoledì calendario

La nuova aula del Parlamento (articolo del 12/2/1899)

La domenica del Corriere, domenica 12 febbraio 1899
Dopo molte rattoppature e restauri a quella baracca che la Camera dei deputati nel palazzo di Montecitorio perché non dovesse cadere, e dal momento che essa risponde male allo scopo suo, venne finalmente deciso di costruire una di nuova. Se le condizioni economiche dello Stato avessero permesso, si sarebbe potuto costruire un apposito palazzo decoroso e adatto, anche senza aspirare al suo tuo città dei parlamenti di Vienna, Budapest, di Berlino, di Londra; ma la modestia dei mezzi non permise che modeste aspirazioni. Così nel luglio dell’anno scorso venne bandito il concorso per una nuova aula, nello stesso palazzo di Montecitorio, capace di 500 persone, oltre allo spazio per la presidenza, i ministri, le commissioni, ecc., e circondata da tribune capaci di 500 individui. I progetti presentati furono 27, dei quali la apposita commissione sceglieva come più meritevoli e più fedeli alle norme del concorso quelli dell’ing. Moretti di Milano e dell’ing. Kock, Marchesi e Mengarini di Roma, dell’ing. Cirillo e Passerini, pure di Roma, e dell’ing. Talamo e Mannajuoli, di Napoli bandendo però un ulteriore concorso tra essi.

Procedutosi al nuovo esame risultarono migliori i progetti Moretti e Talamo Mannajuolo, e finalmente la scelta cadde su quest’ultimo. Nella sua prima edizione, tale progetto aveva offerto pretesto a parecchi appunti quale la deficienza di comunicazioni interne, la monotonia delle decorazioni e la poca sicurezza di mantenere il limite della spesa nei due milioni di lire stabiliti dal programma.

È ovvio aggiungere che i progettisti tennero conto di queste osservazioni; ragione per cui l’opera loro si dovrebbe esaurire quale è ora, appena votati i fondi occorrenti.

L’aula, contenente 500 seggi, occupa una superficie di mq. 644: la lunghezza di ogni seggio nelle prime quattro file dell’emiciclo è assegnata in m. 0,62; nella quinta e nella sesta m. 0,56; nella settima m. 0,58, e nelle due ultime (che spesso sono vuote) m. 0,53. La profondità in ogni posto con relativo scrittorio e di m. 1,07, come attualmente, ma è modificata la forma del seggio per dare al passaggio un maggior ampiezza. Non fu alterata la disposizione degli otto settori, ma hanno diversa collocazione i banchi estremi evitando l’inconveniente di trovarsi troppo di profilo al Presidente.

Le tribune, situate al primo piano dell’edificio, divise in17 scompartimenti, misurano una superficie di metri quadri 354,94 e possono contenere 486 persone sedute ed altre 50 in piedi. L’Aula è illuminata da finestroni disposti all’ingiro del muro perimetrale, da lanternini situati nel soffitto delle tribune e da un lucernario protetto dalla grande cupola che ricopre la sala.

Le decorazioni sono tracciate sui motivi classici del palazzo Ludovisiano; l’aula per la forma ovale e per la distribuzione delle tribune, avrebbe dato luogo a svariate combinazioni architettoniche, ma si vuole tenerla nello stile classico del settecento seguendo i migliori esempi del Vanvitelli.

La volta dell’aula è coperta non un semplice tetto, come si disse da una  grande cupola d’acciaio, il cui peso è ripartito su pilastri a mezzo di costoloni che si disegnano con curva policentrica e si collegano in alto alla trave di forma ellittica che sostiene il lanternino principale.

Come il concorso faceva obbligo, viene così restituito al palazzo di Montecitorio il classico suo cortile e una superficie di mq. 1168,86 e in forma rettangolare. Si demoliranno gli attuali scaloni –che non sono, come il palazzo, opera del Bernini-  nel portico di Mattia de Rossi verrà prolungato aggiungendosi due archi da una parte e dall’altra. Al primo piano si riprodurrà ugualmente, come all’ingiro del cortile, la galleria che esiste oggi un solo lato: al secondo piano rimane un’ampia terrazza.

La Sala dei passi perduti, cioè l’ambulatorio delle molteplici conversazioni parlamentari misura mq. 258,80, all’aspetto grandioso e non è semplice passaggio diretto fra la zona anteriore e la zona posteriore. Essa forma un tutto organico con la parte restante del cortile.

Due grandi scaloni -in sostituzione di quelli attuali- condurranno al secondo piano del palazzo; per una scala minore si accederà agli uffici di revisione ed ai gabinetti superiori.

Ognuna di queste tre scale è fornita di ascensore. Molte altre scale sono disposte intorno al palazzo e mettono a speciali località.

Al pian terreno, oltre la gola e la sala dei passi perduti è un altro vasto ambiente, una specie di antiaula.

Al pianterreno, gli ammezzati, il primo, secondo e terzo piano, sono tutte le altre sale, camere, uffici e gabinetti in numero assai maggiore e con disposizione assai più comoda che attualmente.

La incisione che riproduciamo mostra la nuova aula di Montecitorio quale risulterà molto tramandò per e-mail che Sergio pensosi d’amore vero controlla come sapere che senza a lavori compiuti.