Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 03 Mercoledì calendario

Adelina Patti e il suo terzo matrimonio (articolo del 12/2/1899)

La Domenica del Corriere, domenica 12 febbraio 1899

Di poche donne non circondate dallo splendore di una corona regale fu tanto scritto e parlato quanto di Adelina Patti: la regina del canto, il suo ricordo desta ancora fremiti d’ammirazione, quasi di riconoscenza, il cui nome è sinonimo di perfezione nell’arte lirica ed evoca tutto un passato di trionfi che paiono leggenda.
Rimasta vedova del marchese di Caux da lei sposato nel 1868, e ella rimaritavasi, come tutti sanno, col tenore Nicolini nell’86; morto anche questo il principio dell’anno scorso, la grande artista passava il 26 gennaio, a terze nozze con uno svedese, il barone Rodolfo Cederestrom, più giovane di lei di parecchi anni. Il matrimonio ebbe luogo nella chiesa cattolica di Brecon, con pompa straordinaria: intervento del sindaco alla festa delle corporazioni, archi trionfali, fiori, applausi e persino cannonate! Gli sposi, partiti con un treno speciale assieme a numeroso e brillante corteo di amici, si trovano adesso in faccia al mare azzurro e limpido, nella Riviera ligure cara agli innamorati.
Adelina Patti sembra aver rubato alla famosa Ninon de Lenclos il segreto della giovinezza eterna. Bella ancora ed attraente a 56 anni, ella cominciò la sua carriera artistica nell’età in cui le altre donne cominciano a pena ad andare a scuola. A sette anni ed ella debuttava infatti a Nuova York prendendo parte ad un concerto di beneficenza, e riceveva qual compenso dell’opera sua una bella bambola. Questa bambola, cui impose il nome d’Enrichetta, le fu poi sempre carissima; diventa adulta e celebre, la diva non volle mai staccarsene e la conserva anche adesso, primo ricordo della lunga fortunatissima carriera, insieme ad autografi di persone celebri, ad doni di sovrani e di gran signori, a gioielli d’alto valore.
Antonino patti venne al mondo, si può dire, cantando. Nata a Madrid da due cantanti italiani, questi amavano tanto la bambinetta da non potersi risolvere a lasciarla in casa, e la portavano perciò con loro al teatro, alle prove come alle rappresentazioni, porgendo così occasione alle sue straordinarie doti musicali di svilupparsi in un ambiente favorevole. Basti dire che la piccola Adelina soleva esprimersi col canto invece di parlare come gli altri fanciulli, e che più volte alzavasi a metà della notte per imitare come poteva le rappresentazioni vedute.
Il suo vero debutto teatrale ebbe luogo nel 1859 a Nuova York, ove era stata educata ed aveva passata la primissima gioventù, con la Lucia; due anni dopo Adelina patti cantava La sonnambula a Londra, conquistando d’un colpo quel pubblico aristocratico, freddo ed arcigno. Da quel giorno fino a quando pochi anni addietro, abbandonò le scene per ritirarsi nella splendida quiete del suo castello di Craig-y-Nos  presso Swansea, la sua vita fu una serie ininterrotta di trionfi. Principi e regnanti andarono a gara con quel sovrano anonimo che è la follia, per onorarla: decorata dallo Zar Alessandro II con l’ordine delle Merito, accolta cordialmente alla Corte d’Inghilterra, ella ha accumulato una cospicua sostanza, testimonio della solidità e della resistenza dei suoi successi.

Adelina Patti è cortesissima, sincera, allegra, e ciò che più, spoglia di ogni affettazione. Come gli applausi entusiastici non la distolsero mani dallo studio severo e quotidiano, -nessuna artista da teatro ha studiato quanto la Patti-, così ne adulazioni, né omaggi, né elevatezza d’ambiente giunsero a scemare in lei quella semplicità di modi che forma una delle sue principali attrattive. Nulla è più difficile di indurla a parlare di sé; e quando pure vi si decida, lo fa con una grazia modesta che innamora.
La grande artista nella scena è sopra ogni altra cosa artista anche nella vita. Ama il bello in tutte le sue forme, nulla trascura di quanto può dare un’impressione estetica; e suo principio che quando vale la pena di fare una cosa, valga anche la pena di farla nel miglior modo possibile.
Perciò il castello di Craig-y-Nos – (letteralmente: rocce della notte) – è una vera meraviglia di buon gusto, di raffinata eleganza.
Fra le curiosità del castello di Adelina Patti vi un completo teatrino, ove la diva stessa ama presentarsi ai suoi numerosi ospiti in qualche pantomima o in qualche scena delle sue opere predilette. Vi sono inoltre due grandi sale da biliardo, uno splendido salone da concerti, oltre al giardino d’inverno, o serra, nel quale usasi servire il pranzo. Nel suo castello prediletto la Patti conserva una vasta raccolta d’oggetti d’arte e di memorie d’ogni genere, e riceve con la più squisita ospitalità gli amici che sono legione.
Una vera curiosità e il ritratto della Patti  bambina, che riproduciamo. È il suo primo ritratto di lei e seguito poco dopo l’infantile suo debutto. Nel margine esso reca la di lei firma. Quanti applausi, quanti entusiasmi, quanti onori fra esso ed il ritorno della diva quale ora!

Simplex