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 2014  settembre 03 Mercoledì calendario

Un altro giornalista americano decapitato in Siria • Le esercitazioni della Nato in Estonia • Sempre più care, in Italia, le stanze in affitto • Per perdere peso i grassi sono più utili dei carboidrati • Le parole bandite dal fascismo

 

Decapitato Un secondo giornalista americano, il 31enne Steven Sotloff, è stato decapitato dai militanti sunniti dello Stato Islamico in Siria. Il video è stato diffuso ieri nel tardo pomeriggio. Come nel caso di James Foley nel filmato della sua uccisione divulgato il 19 agosto, anche Sotloff veste la tunica arancione. Il luogo della decapitazione, però, è diverso. Foley si trovava sulla cima di una collina, Sotloff è inginocchiato come lui, ma sul fondo di un avvallamento circondato da alture brulle. Il video, che dura due minuti e 46 secondi, comincia con una sequenza in cui Barack Obama è ripreso mentre promette di continuare «ciò che posso fare per proteggere il proprio popolo e combattere lo Stato Islamico». Segue il titolo: «Secondo messaggio all’America». Quindi appare Sotloff: «Questo è il mio messaggio: Obama avevi promesso di proteggere le nostre esistenze. Ma perché io devo pagare per la tua politica? Non sono un cittadino americano? Abbiamo speso milioni di dollari nella nostra guerra contro lo Stato Islamico. Dove sta l’interesse del popolo americano? Avevi promesso di portare le nostre truppe a casa dall’Iraq, dall’Afghanistan e chiudere Guantanamo…ora sei alla fine del tuo mandato e non hai raggiunto alcun obbiettivo». Poi è la volta del boia, che sembra lo stesso di Foley: «Sono tornato Obama. Sono tornato a causa della tua politica estera arrogante nei confronti dello Stato Islamico. Nonostante i nostri avvertimenti, hai continuato a bombardare la diga di Mosul e la città di Amerli. Ora la tua politica è tornata a mettere a rischio la vita di un altro cittadino americano…così come i tuoi missili continuano a colpire la nostra gente, il nostro coltello continuerà a colpire il collo della tua gente». Una volta terminato di parlare, l’assassino fa un passo dietro le spalle dell’ostaggio, con una mano lo ferma al mento e con l’altra taglia la gola. La sequenza seguente mostra il corpo di Sotloff a terra, la tunica arrossata, la sabbia insanguinata, la testa mozzata appoggiata sul petto. Infine l’assassino prende per la tunica dietro al collo un terzo ostaggio, che è stato riconosciuto come David Cawthorne Haines, un cittadino britannico sparito in Siria nel 2013: «Avvisiamo gli Stati Uniti di ritirarsi e non attaccare più lo Stato Islamico». [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Estonia Barack Obama parlerà oggi in Estonia alle truppe americane schierate a meno di un’ora dalla frontiera dell’impero di Putin. Nelle stesse ore, carri armati, aerei e batterie missilistiche della Nato con 4 mila soldati (10 mila, secondo altre fonti) di vari Paesi membri — Italia compresa — marceranno nella stessa Estonia e in altre regioni baltiche, per quella che si annuncia come la più importante esercitazione dell’Alleanza negli ultimi 25 anni. E solo in parte sarà una simulazione. È già in fase di progetto avanzato, infatti, la creazione di una forza Nato di pronto impiego, in grado di reagire a qualsiasi emergenza in 48 ore, e di portarsi entro questi termini di tempo nelle regioni baltiche: proprio come accaduto in Crimea, vi sono infatti minoranze russe che cominciano ad agitarsi in Estonia e Lettonia, e perfino nel lontanissimo Kazakhistan. «Le manovre militari di questi giorni collauderanno al massimo i nervi di tutte le parti in gioco: in alcuni punti, non più di pochi chilometri separano già le batterie lanciarazzi Grad (le temute Grandine, ereditate da Stalin) dalle piste destinate agli aerei «invisibili» Stealth. Mentre a poca distanza, esercito ucraino, miliziani russi ed esercito regolare russo continuano a combattere fra loro (2.600 i morti da aprile a oggi) e già si preparano ad affrontarsi per Mariupol, 500 mila abitanti, città sul Mar d’Azov: e importante nodo strategico decisivo per la creazione di quello “Stato autonomo” che Putin sta disegnando nel cuore dell’Ucraina, fin dai giorni dell’assalto alla Crimea. Quasi ovunque, le truppe ucraine appaiono in ritirata. Il fine delle manovre Nato è aperto, dichiarato: proteggere da ogni aggressione un qualunque Paese membro dell’Alleanza, secondo l’articolo 5 del Trattato che impegna appunto tutti alla difesa comune (perciò verrebbero difese la Polonia, o le nazioni baltiche, ma non — ancora — l’Ucraina spaccata in due, che della Nato non fa parte)» (Offeddu, Cds).

Sanzioni La Commissione europea sta discutendo nuove sanzioni contro la Russia (verranno comunicate entro venerdì). Al di là delle misure in dettaglio, da fonti Ue si sa già che le sanzioni dovranno «limitare ancor più» l’accesso delle banche e delle società finanziarie russe ai mercati di capitali. Questo significherà, per esempio, imporre alle banche statali di Mosca nuovi divieti di offrire i loro titoli nei Paesi dell’Unione. Commento via Twitter di Dmitry Rogozin, vicepremier russo: «Tutte queste sanzioni non valgono un granello della sabbia della terra di Crimea, ora restituita alla Russia» (ibidem).

Studenti 1 Nonostante la crisi, sono sempre più alti, in Italia, i prezzi delle stanze in affitto. Da un’indagine del sito Immobilare.it, che ha esaminato l’offerta in 15 città, risulta che Milano è la più cara, con una media di 480 euro al mese richiesti per una stanza singola (il 26% in più della media nazionale), e 320 per una doppia. A Roma ci vogliono 410 euro per la singola e 300 la doppia. Seguono Firenze (360 e 260), Bologna (330 e 240) e Torino (320 e 220). La situazione migliora solo al sud: a Catania la singola costa 190 euro e a Palermo 100 di meno. A farne le spese sono soprattutto gli universitari fuori sede, costretti a lasciare in affitto l’80% del loro già magro budget, come ha rilevato un’inchiesta Sunia-Cgil (Manisco, Rep).

Studenti 2 Il nostro sistema universitario offre posti letto solo al 2% degli studenti, contro il 10% di Francia e Germania e il 20% di Danimarca e Svezia (ibidem)

Grassi Uno studio finanziato dai National Institutes of Health, e pubblicato negli Annals of Internal Medicine americani, dice che chi evita i carboidrati e mangia più grassi perde maggiori quantità di grasso corporeo e corre meno rischi cardiovascolari di chi segue la dieta a basso contenuto di grassi che le autorità sanitarie caldeggiano da decenni. La ricerca ha interessato un gruppo composto da 150 uomini e donne di razze diverse ai quali è stato suggerito di seguire un regime dietetico per un anno per limitare o la quantità di carboidrati o la quantità di grassi che potevano assumere, ma non la quantità complessiva di calorie. Il gruppo che doveva ridurre i carboidrati ha mangiato per lo più pesce, olio d’oliva e noci, ma anche formaggi e carni rosse ed è stato incoraggiato a cucinare con olio d’oliva e di colza, ma anche con il burro. Il gruppo di chi ha seguito una dieta a basso contenuto di grassi ha assunto più cereali e amidi, riducendo l’introito complessivo di grassi a meno del 30 per cento delle calorie quotidiane, come previsto dalle linee guida alimentari del governo federale. L’altro gruppo ha aumentato l’assunzione di grassi, portandola a oltre il 40 per cento delle calorie giornaliere. Al termine dell’anno di sperimentazione, le persone che erano nel gruppo per il quale era prevista una dieta con basso contenuto di carboidrati hanno perso circa quattro chilogrammi in più di chi faceva parte del gruppo per il quale era prevista una dieta con pochi grassi. Il gruppo dei primi ha ottenuto inoltre riduzioni del grasso corporeo maggiori rispetto all’altro gruppo, oltre a un miglioramento della massa muscolare magra. Il gruppo di chi invece ha seguito una dieta a basso apporto di grassi ha perso peso, ma ha perso più muscoli che grasso. Inoltre chi ha seguito la dieta a basso contenuto di carboidrati alla fine è stato così bene da poter abbassare il proprio punteggio dei fattori di rischio di Framingham, che calcola la probabilità di subire un attacco cardiaco entro dieci anni. Il gruppo che ha seguito la dieta a basso contenuto di grassi in media non ha registrato miglioramenti del punteggio (Connor, Rep).

Parole All’epoca di Mussolini e del suo progetto di autarchia linguistica, si andava non a Courmayeur ma a “Cormaiore”, i vestiti con le pajellettes si chiamavano “allucciolati” e per aperitivo al posto del cocktail si beveva l’“arlecchino”. Nelle riviste teatrali cantavano “Vanda Osiri” e “Renato Rascelle” e in platea applaudiva la “clacche”. “Slancio” subentrò allo swing , il “consumato” al consommé, e non si poteva più dire shock, ma “urto” di nervi. Vietato darsi del “lei”, pronome considerato “femmineo” e “straniero” (in realtà era una forma italianissima in uso fin dal Cinquecento). (Fiori, Rep).

(a cura di Roberta Mercuri)