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 2014  agosto 24 Domenica calendario

Morti oltre duecento migranti al largo di Tripoli • I quindicimila turcomanni iracheni assediati da due mesi ad Amerli • Federica Pellegrini vince l’ oro nei 200 stile libero • Miss Spagna rivela d’essere lesbica • Una ricerca spiega perché canzoni più belle sono quelle dell’adolescenza

 

Migranti Un barcone con a bordo 250 immigrati dell’Africa subsahariana, eritrei, somali, donne, uomini, bambini, è naufragato venerdì sera al largo di Tripoli, davanti alle coste della Libia ormai fuori controllo (l’aeroporto della capitale è in mano agli islamici, il Parlamento esiliato): solo 16 sono stati salvati, 20 i cadaveri recuperati dalla guardia costiera libica (anche quello di un neonato), 170 i dispersi. Il barcone, diretto in Sicilia, si è rovesciato poche ore dopo avere cominciato la navigazione.

Iraq Ad Amerli 15 mila turcomanni iracheni sono allo stremo. Da oltre due mesi la città è completamente circondata da una milizia dello «Stato Islamico» che dispone di blindati, artiglierie, munizioni a volontà, una larga riserva di truppe fresche. Dall’interno si difendono grazie alla limitata presenza di unità dell’esercito regolare e brigate volontarie: circa 500-600 uomini in tutto, con qualche mortaio leggero, pochi bazooka anticarro e Kalashnikov. Da Erbil, Marzio Babille, l’italiano responsabile delle Nazioni Unite per l’Iraq, la definisce «una Fort Alamo in versione irachena». Elettricità e acqua sono state tagliate ormai da molte settimane. Nell’unica clinica c’è un solo medico con un pugno di infermieri che si occupano di circa 400 tra feriti e malati. Mancano cibo, acqua potabile, gli abitanti cuciono i pasti su falò improvvisati. Tre o quattro volte la settimane gli elicotteri dell’esercito riescono ad effettuare lanci di rifornimenti alimentari, oltre che di munizioni ed equipaggiamento bellico per i combattenti. Ma il nemico ha scavato una trincea tutto attorno, l’ha riempita di petrolio e gli dà fuoco per creare una cortina fumogena ogni volta che nel cielo appaiono gli elicotteri. Ieri a New York il rappresentante speciale dell’Unu, Nickolay Mladenov, si è detto «seriamente allarmato»: «La situazione della popolazione di Amerli è disperata e chiede l’immediata azione preventiva per evitare il massacro dei suoi cittadini».

Stile libero Agli Europei di nuoto in corso a Berlino, Federica Pellegrini, 26 anni, ha vinto la medaglia d’oro nei 200 stile libero. Non era mai accaduto prima che un’atleta vincesse la stessa gara in tre edizioni diverse dei campionati. Il tempo (1’56”01), però, non è sensazionale: «Non è stata una gara velocissima. Ma l’importante è mettere la mano davanti a tutte. Quando vinci una medaglia così tiri sempre un sospiro di sollievo. Questa, poi, è importantissima: significa che il feeling con i 200 continua. Sono soddisfatta non tanto per il terzo titolo consecutivo, ma per un fatto personale, in questo momento in Europa non ho rivali. E restare lassù non è facile».

Tuffi Successo italiano anche nei tuffi sincronizzati: la coppia formata da Tania Cagnotto e Francesca Dallapè ha vinto l’oro nella finale di sincro dal trampolino da tre metri con il punteggio di 328,50. Per le due azzurre è il sesto oro consecutivo agli Europei.

Miss Patricia Yurena, modella ventiquattrenne originaria delle Canarie, incoronata due volte Miss Spagna (nel 2008 e nel 2013), ha svelato al mondo d’essere lesbica postando su Instagram una foto con la sua fidanzata, la dj basca e compositrice di musica elettronica Vanesa Cortés, in arte Vanesa Klein. L’immagine, accompagnata dalla scritta «Giulietta e Romeo», ha conquistato in pochi giorni oltre 5mila «mi piace» ed è stata ripresa dai giornali online dentro e fuori la Spagna. Patricia, che vive da tempo la sua relazione in libertà, andando in giro «mano nella mano» con la sua ragazza, ha rivelato alla madre di essere lesbica quattro anni fa: «Ero con lei in spiaggia, a un certo punto glielo dissi, così, in modo impulsivo. Non smettevo di ridere, ma lei non poteva crederci. È stata quella che ha fatto più fatica ad accettarlo. Con mio padre è stato molto naturale. Mia nonna paterna è stata simpaticissima: dopo un attimo di silenzio, mi disse ridendo: “Quindi Patri sei una finocchia”» (Muglia, Cds).

Musica 1 Come mai il legame con la musica che ascoltiamo da ragazzi è più forte di quel che proviamo quando ne ascoltiamo qualsiasi altra? A spiegarlo arriva uno studio sulle attività celebrali condotto dai ricercatori dell’Istituto neurologico canadese di Montreal e pubblicato sulla rivista americana «Nature Neuroscience». Fino a dieci anni fa, quando la scienza non era ancora in grado di «guardare» dentro al nostro cervello, si pensava che la maggior parte dello sviluppo avvenisse nei primi anni di vita, ma non è così: è tra i dodici e i ventidue anni che la massa grigia cresce. Alcune regioni, come la corteccia prefrontale, responsabile dell’inibizione, devono ancora svilupparsi, mentre altre, come il sistema limbico, il centro delle sensazioni di piacere o ricompensa, sono particolarmente sensibili o eccitabili. Così la musica di quel periodo resta legata per sempre al nostro sistema nervoso, in piena formazione. Un altro fattore è la massiccia produzione degli ormoni della crescita. Daniel Levitin, autore del saggio «This Is Your Brain in Music», parla di «fuochi artificiali neurologici»: in quegli anni tutto, dalla figuraccia davanti ai compagni di classe al rifiuto del primo amore, è terribilmente importante, canzoni comprese. (Ferrigo, Sta).

Musica 2 Le canzoni preferite stimolano le zone del cervello responsabili della produzione di dopamina, serotonina e ossitocina, neurotrasmettitori che riescono a regalarci una sensazione di piacere e rilassamento. Insomma, più una canzone ci piace, più ascoltarla ci fa sentire bene (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)