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 2014  agosto 15 Venerdì calendario

Domani i giornali non escono, Ferragosto – pausa generale per tutti – può essere considerato una specie di Capodanno: campionato e scuole debuttano tra pochi giorni

Domani i giornali non escono, Ferragosto – pausa generale per tutti – può essere considerato una specie di Capodanno: campionato e scuole debuttano tra pochi giorni. Come la Nazionale che con Conte immagina un nuovo inizio, così noi ci abbandoniamo all’illusione che al rientro delle ferie la crisi non sarà più così tremenda, Renzi si rivelerà uno statista, le guerre nel mondo cesseranno, eccetera eccetera.

Il caldo di Ferragosto, vedo, la stordisce.
Obbedisco a una richiesta generale di considerare un punto di svolta il 15 agosto e di far pronostici. Ma intanto questi pronostici devono tenere conto di alcuni fatti verificatisi negli ultimi giorni, fatti di un certo peso, direi.  

Sentiamo.
Intanto il fatto che anche il pil tedesco, come il nostro, è andato giù di uno 0,2 per cento nel secondo trimestre e il fatto che tutta l’Eurozona risulta in stagnazione, cioè il suo Pil sta sostanzialmente fermo. La Francia ha segnato un +0,1%, ma Hollande ha confermato che il rapporto deficit/Pil resterà ampiamente sopra il 3%, sarà al 31 dicembre del 3,8 se non del 4%. Questi dati si incrociano con quelli relativi al tasso d’inflazione, mai così basso dal 2009, con cinque paesi già in deflazione: -0,7% in luglio. In base ai numeri diffusi dall’Istat, in Italia dieci città a luglio risultano in piena deflazione: Torino (-0,4%), Firenze (-0,3%), Bari (-0,3%), Roma (-0,2%), Trieste (-0,1%), Potenza (-0,1%). Giù anche a Livorno (-0,7%), Verona (-0,5%), Ravenna (-0,1%), Reggio Emilia (-0,1%). Lei sa che la deflazione designa una tendenza dei prezzi a scendere invece che a salire, con effetti fortemente depressivi sulla domanda: se penso che un certo bene domani costerà meno di oggi, aspetterò a comprarlo. C’è poi la questione dei debitori e dei creditori. Come l’inflazione, banalizzando i debiti, è amica dei debitori, così la deflazione, spingendo in giù i prezzi, è amica dei creditori e di chi è senza debiti. L’ossessione per l’inflazione della Germania, paese creditore per filosofia ad onta del suo indebitamento da 2.100 miliardi, ha prodotto questi risultati. Verrebbe da chiedersi: non avrà una qualche responsabilità anche Mario Draghi, capo della Bce e deputato per statuto a tenere l’inflazione intorno al 2% e non intorno allo 0?  

Renzi che dice?
Ier ha fatto il giro del Sud e sul punto ha detto questo: «Ho visto in questi giorni scenari inquietanti sull’Italia per aver fatto meno 0,2 di pil. Stamattina vedo che anche la Germania fa meno 0,2. Io farei a cambio volentieri in termini di dimensioni economiche, ma non è la percentuale dello ’zero virgola’ che fa la differenza, ma è il clima di rassegnazione nell’opinione pubblica, di chi pensa, a cominciare dalle classe dirigenti, che tanto non cambierà mai niente». Pochi minuti prima, il premier aveva detto: «La crescita non si fa abbassando i salari con la motivazione che saremmo più competitivi. La soluzione non è giocare alla meno peggio, ma scommettere sul capitale umano». La storia dell’abbassamento dei salari è un attacco alla Troika, il trio formato da membri di Bce, Ue e Fmi che tiene sotto controllo i paesi inguaiati. Ai greci, la Troika consigliò appunto di far scendere i salari sotto al livello dei salari turchi, per recuperare competitività. Noto che l’espressione “capitale umano” è sufficientemente vaga per avere successo.  

Che cosa significa il giro di Renzi al Sud?
Napoli, Reggio Calabria, Gela, Palermo. L’intuizione è giusta. Il Pil del Sud è la metà di quello del Nord, se solo si riuscisse a migliorare questo dato... Il presidente del Consiglio ha trovato un po’ dappertutto gruppetti che lo contestavano, a Bagnoli (Terra dei Fuochi),  davanti alla Prefettura di Reggio Calabria (lavoratori in cassa integrazione), a Gela (crisi locale dell’Eni), a Termini Imerese (gli operai ex Fiat chiedono che lo stabilimento ricominci a fabbricare automobili). Renzi ha promesso la soluzione di tutti i problemi e che tornerà al Sud ogni tre mesi.  

Da tutto questo, tornando all’iniziale voglia di profezie, che cosa deduciamo?
Che Draghi avrà una buona scusa per comprare una grandi quantità di titoli del debito pubblico italiani e di altri paesi. La deflazione è uno spauracchio vero, e si combatte cercando di creare inflazione. Per creare inflazione si può stampare moneta oppure incoraggiare i Paesi a vendere debito. Poiché tutti i Paesi sono indebitati, la deflazione è un guaio generalizzato, col quale non si può scherzare.  

Renzi? Cade o resiste?
Renzi mi pare fortissimo. Talmente forte che forse non avrà neanche bisogno di andare alle elezioni la prossima primavera.