12 agosto 2014
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Biografia di Robin Williams
• Chicago (Illinois, Usa) 21 luglio 1952 – Tiburon (California, Usa) 11 agosto 2014. Attore. «Per anni ho pensato di suicidarmi: è stata l’unica cosa che mi ha tenuto in vita» [Roberto Casalini, Suonala ancora, Sam. Bompiani, 2001].
• Premio Oscar come miglior attore non protagonista per Will Hunting – Genio Ribelle (di Gus Van Sant, 1997). È stato il dj Adrian Cronauer di Good Morning, Vietnam (Barry Levinson, 1987), il professor John Keating dell’Attimo fuggente (Peter Weir, 1989); un padre/tata in Mrs Doubtfire (Chris Columbus, 1993), un dottore in Risvegli (Penny Marshall, 1990) e in Patch Adams (Tom Shadyac, 1998), un robot nell’Uomo bicentenario (Chris Columbus, 1999), il presidente Theodore Roosevelt in Una notte al museo (Shawn Levy, 2007) e Dwight Eisenhower in The Butler (Lee Daniels, 2013). Da ultimo ha girato The Angriest Man in Brooklyn (Phil Alden Robinson, 2014), Boulevard (Dito Montiel, 2014) e Una notte al museo 3 - Il segreto del faraone (Shawn Levy, 2014). In tv, grande successo nei panni dell’alieno Mork («na-no – na-no») in Mork e Mindy (1978-1982).
• «Ha due pieghe profonde sopra le labbra che neanche gli abilissimi truccatori di Hollywood riescono a cancellare. Coperte dal cerone di Mrs Doubtfire erano anche più visibili (...) “Il dottor Malcolm Sayer di Risvegli mi ha fatto prendere coscienza del fatto che i malati vivono in un mondo che scorre parallelo alla vita ma non è la vita. Mi ha insegnato che una buona morte può esserci solo dopo una buona vita. Mi ha fatto capire perché mio padre, quando fu rianimato, ci disse: Perché l’avete fatto? Stavo così bene?”» (Giuseppe Videtti) [Rep 6/11/2005].
• «Capita nella vita, e a me accade più spesso sullo schermo, di essere bravi insegnanti, ma di non saper scegliere per se stessi la strada giusta».
• «Nella mia carriera ho interpretato parecchi insegnanti, dottori, psichiatri, tipi un po’ fuori di testa. Finora avevo cercato il lato migliore dei personaggi, ora mi diverte approfondirne il lato oscuro, il peggiore. Ma ciò non significa che ho soffocato il mio io infantile: ho tre figli con cui passo molto tempo, i figli mi mantengono in buona salute. Io giocherei ancora volentieri con loro (...) Ho cominciato questo lavoro appena nato, ho fatto ridere mia madre quando ho protestato perché mi spruzzava il latte dal seno direttamente negli occhi e ho detto “basta, mamma”. Ho continuato al liceo e poi al college imitando i professori. Tra gli insegnanti avevo Kissinger, non ha gradito quando gli ho parlato con la sua voce (...) Non ho rimpianti, ho sempre fatto quello che volevo, ho avuto la fortuna di lavorare con registi grandi come Robert Altman, Barry Levinson, Woody Allen. Ho anche capito che non farò mai il regista, non mi divertirei a dare ordini a tutta quella gente del set. C’è una cosa che l’età mi ha provocato, ed è la voglia di tornare al cabaret, come agli inizi della carriera» (a Maria Pia Fusco) [Rep 22/7/2002].
• Quella volta che Robin Williams, durante l’audizione per la parte del protagonista nel telefilm Mork e Mindy, incontrò il produttore della serie, che gli chiese di sedersi e lui si mise in equilibrio sulla testa. Ottenne subito la parte [Imdb.com].
• «Io ricomincio, a ogni impegno, il mio mestiere con passione. Sono stato un ragazzo solitario. Da Chicago a Detroit a San Francisco, cambiai sette scuole: ero figlio unico, mio padre aveva cinquant’anni quando nacqui, figlio di due divorziati sempre pronti a trasferirsi. I ragazzi dei loro due precedenti matrimoni vivevano lontani, la mia immaginazione era la sola amica e, oggi, la schizofrenica fantasia dell’attore è una linfa creativa» (a Giovanna Grassi) [Cds 22/4/2004].
• Nel 2004, secondo un sondaggio realizzato dall’Accademia dei Telefilm in occasione dei 50 anni della tv italiana, risultò l’attore preferito per Mork & Mindy.
• Cachet di Robin Williams prima e dopo l’Oscar come attore non protagonista) per Will Hunting (1997) da 3 a 15 milioni di dollari (27 miliardi).
• «Bada a come parli, se no ti strappo le labbra e te le appiccico agli occhi, così vedi quello che devi dire».
• «Fai crescere i figli con tutto l’amore del mondo e poi un giorno si girano e ti dicono: papà, non ho bisogno di te, ho bisogno dei tuoi soldi. Ora uno dei miei figli è in un villaggio in Africa, credo stia cercando la placenta di Angelina Jolie. La placenta magica che salverà il mondo» [Andrea Carugati, Vty 14/12/2006].
• Politica «Che penso della guerra preventiva? Per me è come uno che vuole controllare le nascite soffrendo di eiaculazione precoce» (sulle idee dell’allora presidente George W. Bush) [Sta 28/11/2002].
• «Mi sembra di essere a un torneo di golf. Siamo alla terza buca dell’Afghan Open. Purtroppo non possiamo utilizzare la decima: è ancora minata» (durante la sua visita alle truppe in Afghanistan) [Imdb.com].
• Religione Si definiva «cattolico light: stessi rituali, ma la metà del senso di colpa» [Federico Cella, Cds 24/11/2011].
• Amori Da Valerie Velardi, la prima moglie, sposata nel 1978, divorziò nel 1988, dopo un figlio (Zachary) e una relazione con la tata Marsha Graces. Donna che sposò nel 1989 e da cui ebbe due figli. Con lei avviò una propria casa di produzione, la Blue Wolf. Nel 2008 i due si separarono. L’anno dopo conosce Susan Schneider, graphic designer, che porterà all’altare nel 2011.
• «Dopo mille scappatelle ecco uno che si innamora sul serio sposandosi la tata. È successo a Robin Williams, che, nonostante all’epoca fosse già felicemente accasato, si è infatuato di Marsha Graces, bambinaia del figlio Zachary (una di quelle doc, con tanto di porro enorme sulla guancia), mettendola incinta ancora prima di dire alla moglie che l’avrebbe lasciata. Sembra proprio che Robin, a furia di calarsi nei panni di Mrs. Doubtfire, si sia appassionato all’argomento tate al punto di sposarne una. Peccato che poi abbia divorziato anche da lei» (Roberta Cecchi) [N20 22/3/2012].
• «Mia moglie è il pubblico più difficile. Lei è la sola a cui mi mostro nudo davvero» [Cds 12/2/2004].
• Nel 2012 pagava 15 mila dollari al mese per quattro camere con vista fiume nell’Upper West Side, a Manhattan [VoceArancio 11/4/2012].
• «Ho lasciato Los Angeles perché non riuscivo a stare in una città dove i parcheggiatori si dispiacciono per te per il box office del week-end e dove i poliziotti che ti danno la multa ti passano la loro ultima sceneggiatura» [Sta 14/3/2005].
• Nel 2014 dopo tre mogli e due divorzi dovette vendere il suo ranch a Napa: «Non potevo più permettermelo». Così decise di lasciar perdere film indipendenti «pagati un miseria». Ha interpretato quindi Simon Roberts un pubblicitario di successo in The Crazy Ones. Stravagante, genio sregolato, inventa slogan eccentrici per clienti prestigiosi come McDonald’s e Lewis.
• «Ah, sì, divorzio. Dalla parola latina che significa evirare un uomo attraverso il suo portafoglio».
• Vizi Era depresso. Nel 2009 fu operato al cuore. Parlava apertamente delle sue dipendenze. Negli anni Ottanta era solito fare uso di cocaina («è il modo che Dio usa per dirti che stai facendo troppi soldi») ma dopo la morte del suo amico John Belushi [Leggi qui l’articolo sull’ultima notte di John Belushi] tentò più volte – ma senza troppo successo – di disintossicarsi. La bottiglia invece la riprese in mano dopo la morte di un altro suo caro amico, Christopher Reeve, nel 2004. L’ultima disintossicazione da alcol è del 2006: «Il primo bicchiere è il vero nemico perché se sei un potenziale dipendente non lo scordi più».
• «Dicono che ogni comico sia un uomo triste che si rifiuta di piangere. E il gusto del contrario è ancora forte in me. Ma non mi abbandono al mio lato dark. No. Ogni animale ha un meccanismo di difesa, e il mio è la commedia: la mia difesa e il mio attacco» [Silvia Bizio, Rep 24/10/2004].
• La morte Alle 11.55 del mattino (ora della California) di lunedì 11 agosto 2014 il servizio di emergenza 911 ha ricevuto una chiamata che chiedeva aiuto per un uomo incosciente e con difficoltà respiratorie. Alle 12.02 l’attore Robin Williams è stato dichiarato morto nella sua abitazione di Tiburon, vicino a San Francisco in California. Sarebbe deceduto per asfissia. Secondo la tv di Oakland KTVU, che cita fonti vicine agli investigatori, si sarebbe impiccato.
• «Ho perso mio marito e il mio miglior amico, mentre il mondo ha perso un grande attore. Ma vi prego di rispettare la nostra privacy e soprattutto di ricordare Robin per la sua brillante carriera e per il suo sorriso, non per il modo in cui è morto» (la moglie Susan Schneider).