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 2014  agosto 04 Lunedì calendario

Negli ultimi anni l’Italia ha speso 1.650 miliardi (pari al 6 per cento del Pil) per pagare gli interessi sul debito pubblico • Quattro morti e otto feriti per l’esondazione del torrente Lierza • In Italia non pioveva così tanto dal 1932 • Vacanze di basso profilo per i politici • Il nome di Catena Fiorello deriva da un santuario

 

Debito Negli ultimi vent’anni il Paese tra i principali europei con il saldo migliore tra entrate e spese (al netto degli interessi) delle amministrazioni pubbliche è stato l’Italia, e con molto distacco, considerando che ha cumulato 585 miliardi di euro del cosiddetto avanzo primario (con un 20 per cento riferibile alle privatizzazioni), contro gli 80 miliardi della Germania (dal 1995) e saldi negativi per Francia (-479 miliardi) e Spagna (-270 miliardi). «Peccato che ciò sia servito in gran parte a pagare gli interessi sulla fonte principale dei guai, il debito pubblico. I numeri sono tratti da un’analisi comparata sulla finanza pubblica che ha messo a punto un team coordinato da Roberto Poli, uno dei più prestigiosi consulenti italiani, 75 anni di cui nove alla presidenza dell’Eni, ben conosciuto per lo spirito super partes che, in passato, gli ha permesso di coltivare relazioni privilegiate con Romano Prodi come con Silvio Berlusconi [...]. Negli ultimi 20 anni l’avanzo primario italiano ha rappresentato mediamente il 2,1% del Prodotto interno lordo (Pil) contro lo 0,2% della Germania. Il problema è che tanta abbondanza è finita nella voragine della spesa per interessi da pagare sul debito pubblico che, per l’Italia, ha significato 1.650 miliardi (pari al 6% del Pil), contro 1.058 miliardi d’interessi pagati dalla Germania (anche in questo caso dal 1995, pari al 2,4% del Pil), 870 miliardi dalla Francia (2,6% del Pil), 386 miliardi dalla Spagna (2,4% del Pil). “In sintesi”, commenta Poli, “un debitore con debito elevato paga interessi più che proporzionali. E tutto questo è la conferma del peccato originale che l’Italia si trascina dal 1992, l’anno della firma del Trattato di Maastricht, sottoscritto pur avendo un parametro del tutto fuori controllo: il debito pubblico, che rappresentava il 104,7% del Pil contro il 42% della Germania, il 39,7% della Francia e il 45,5% della Spagna”» (Tamburini, Cds).

Esondazione 1 L’esondazione del Lierza a Refrontolo, avvenuta la notte del 2 agosto a causa di una bomba d’acqua (vedi fior da fiore di ieri), ha fatto quattro morti e otto feriti (uno è in rianimazione) tra i novanta trevigiani che stavano partecipando alla «festa dei òmeni», tradizionale appuntamento per soli uomini fra le colline del Prosecco. Maurizio Bernardo, l’organizzatore della festa, un idraulico che tutti gli anni riunisce gli amici sul campo di casa sua ma che questa volta aveva pensato di portarli al Molinetto della Croda, una piana circondata di boschi e vigneti, «perché da me il terreno era zuppo d’acqua», ha visto tutto e ora non riesce a darsi pace: «L’acqua arrivava da sopra, dalla cascata del Lierza, come un’onda che non si ferma, io era in cucina e tutto ha cominciato a tremare, in brevissimo tempo è salita a un metro e mezzo. Tutti hanno iniziato a scappare, c’era gente sugli alberi, sui pali, urlavano, le macchine che si rovesciavano, Guido era aggrappato al guardrail, Stefano l’ho visto intrappolato nei pali del tendone, Tonio era aggrappato a un ramo... Purtroppo me la sento addosso questa responsabilità. E per fortuna che non c’erano donne e bambini, altrimenti sarebbe stata una strage». Bernardo ha trascorso l’intera notte cercando di salvare i suoi amici: «Quando l’acqua è un po’ defluita siamo andati con le corde a prenderli: erano attaccati ai pali e sugli alberi. Ne abbiamo portati giù una ventina». Alla fine, dopo aver visto i morti e soccorso i feriti si sono abbracciati in quattro: «E abbiamo pianto in silenzio...» (Pasqualetto, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Esondazione 2 Da Roma il governo ha annunciato di aver «voltato pagina. Basta inseguire e fare i “notati delle emergenze”, adesso investiamo in opere di difesa, prevenzione e sicurezza. Con lo sblocca dissesto e opere idriche mettiamo a gara entro il 2014 circa 1,1 miliardi di euro ancora non spesi». Nel frattempo è montata la polemica del «Prosecco», cioè del disboscamento dell’area per far posto ai vitigni pregiati che stanno conquistando il mondo, indebolendo così i terreni soprattutto dell’Alta Marca trevigiana. Franco Lattanzio, vicequestore della Forestale di Treviso: «Io stesso, come Corpo Forestale, ho presentato quattro denunce penali per abusiva trasformazione di terreni in vigneti. Ma da qui a dire che la causa del violento nubifragio è questa ne passa un po’, anzi, tenderei ad escluderla» (ibidem).

Pioggia Secondo i dati dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna, lo scorso luglio ha piovuto il 73 per cento in più rispetto alle medie di luglio nel periodo 1971-2000 che viene convenzionalmente preso come periodo di riferimento dal 1800 a oggi. Per l’esattezza era dal 1932 che non pioveva così tanto (Ribaudo, Cds).

Politici in vacanza 1 A parte Daniela Santanché, protagonista da giorni a Forte dei Marmi di festoni memorabili, i politici quest’anno scelgono vacanze di basso profilo. Beppe Grillo va tra i bagnanti comuni a Porto Cervo, ieri hanno fotografato Matteo Salvini sulla spiaggia di Cervia, dove la Lega ha organizzato la sua festa nazionale, i Rutelli, la scorsa settimana, sono stati avvistati a Sabaudia, su spiaggia anonima (anche Gianfranco Fini era lì, con la moglie e le due figlie), il ministro Angelino Alfano andrà in Sicilia, dove affitta da anni una villetta, il ministro Marianna Madia con il marito Mario Gianani, produttore cinematografico, e i due figli, resterà a Fregene, a pochi chilometri da Roma, Linda Lanzillotta e Franco Bassanini hanno prenotato un albergo in Val Badia. Massimo D’Alema, che un tempo si faceva vedere sul suo veliero Ikarus, resterà nella sua nuova tenuta di 7 ettari, la Madeleine, «terra d’argilla e calcare, 300 metri d’altezza, Cabernet franc e Pinot nero. A un’ora da Roma, perché questa campagna la voglio vivere. Infatti faccio anche l’uomo di fatica, scarico cassette d’uva da 20 chili». (Roncone, Cds).

Politici in vacanza 2 Il re dei paparazzi Umberto Pizzi: «Un’estate moscissima. E sai perché? Perché i potenti, i politici, hanno capito che la gente è disperata ed è meglio, molto meglio non ostentare [...] Quelli continuano a divertirsi, solo che si divertono di nascosto, nel chiuso dei loro villoni. Per dire: sono stato a Capri, ho fatto il giro dei locali e, beh, credimi, solo ragazzini». Quanto a Cortina «è morta, defunta, digli una preghiera. Per un politico farsi vedere a Cortina equivale a rassegnare le dimissioni». E a «Capalbio è inutile andare perché le foto che puoi scattare a Capalbio sono foto di sfigati, trombati, vecchi cetacei di una vecchia sinistra radical-chic che il nostro caro Matteo ha passato al tritatutto» (ibidem).

Politici in vacanza 3 Da un reportage su Capalbio di Laura Laurenzi, uscito su Repubblica domenica 28 luglio 2002. «Il proprietario dell’Ultima Spiaggia Riccardo Manfredi snocciola nomi e cognomi dei bagnanti celebri abbinandoli ad un numero, quello dell’ombrellone. “Martelli il 10, Marramao il 51, Asor Rosa non mi ricordo, i Rutelli il 31...”» (ibidem).

Nomi Il nome di Catena Fiorello (sorella di Rosario), «viene dal Santuario Madonna della Catena di Mongiuffi Melìa, alle spalle di Taormina. Prima domenica di settembre, la festa. Da ragazza andavo a piedi in pellegrinaggio, ora non più. Ma se mi trovo in Sicilia, una puntata in auto non me la toglie nessuno». Un tempo, Catena si faceva chiamare Cati vergognandosi del nome di battesimo: «Fu Maurizio Costanzo a sdoganarlo, anno 1995 o forse 1996. Ero tra gli autori del suo programma “Buona Domenica”. Ed ero Cati, per tutti. Un giorno Maurizio scoprì la vera generalità. “È un nome bellissimo!”, disse. Pensavo che scherzasse, invece no. Mi ha convinto. E da allora sono Catena» (Cds)

(a cura di Roberta Mercuri)