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 2014  agosto 06 Mercoledì calendario

Falcone e Borsellino all’Asinara

• Giovanni Falcone e Paolo Borsellino passano l’estate del 1985 all’Asinara. Spiega Borsellino: «La notizia che la mafia progettava qualcosa contro di noi e i nostri familiari giunse dalla squadra speciale di agenti carcerari che raccoglieva voci e umori delle celle. Fummo presi, io, Giovanni, sua moglie Francesca, mia moglie e i miei tre figli e in 48 ore catapultati all’Asinara: in aereo fino ad Alghero, poi a Porto Torres via terra ed infine nell’isola con la motovedetta degli agenti». I due magistrati stavano lavorando al Maxiprocesso. «I telefoni funzionavano male e non avevamo con noi le carte. Giovanni era riuscito a portarsi appresso la parte che riguardava l’omicidio Dalla Chiesa. Per me era più difficile, perché, per quello che dovevo fare, avrei dovuto portare all’Asinara circa 800 volumi. Siamo stati buttati all’Asinara a lavorare per un mese e alla fine ci hanno anche presentato il conto: ho conservato la ricevuta. Pagammo – noi e i familiari – diecimila lire al giorno per la foresteria e in più i pasti. I magistrati fuori sede hanno diritto alla missione. Ma quella era una missione particolare. Avremmo dovuto chiedere il rimborso. Non lo facemmo, avevamo cose più importanti da fare».