Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 01 Venerdì calendario

Il governo sembra effettivamente intenzionato a farci pagare le tasse su tre scaglioni, 20 – 30 – 40 per cento, contro gli attuali cinque

Il governo sembra effettivamente intenzionato a farci pagare le tasse su tre scaglioni, 20 – 30 – 40 per cento, contro gli attuali cinque. E a stangare i Suv e le altre auto di grossa cilindrata. E a tagliare del 10 per cento il finanziamento pubblico ai partiti. Sono i provvedimenti di maggiore impatto della cosiddetta «manovra», il decreto legge varato ieri dal consiglio dei ministri dopo quattro ore di discussione, interrotte quando s’è trattato di decidere sui costi della politica (un’ora di tira e molla). Berlusconi ha annunciato che quasi certamente sulla manovra il governo metterà la fiducia.

• Che cosa può significare per le mie tasche questa storia del 20-30-40 per cento?
Non si sa. Dopo il Consiglio dei ministri c’è stata una breve conferenza stampa di Berlusconi e Tremonti. Il premier ha detto che la faccenda è troppo delicata e complicata, e non si può riassumere in pochi minuti. Dovrebbero spiegarci le linee essenziali della riforma oggi. Sappiamo solo che sarà compiuta in tre anni, attraverso una delega al governo. E certo il vero significato della triade 20-30-40 non si può capire fino a che non si sa a quali livelli di reddito sono piazzate le aliquote. Tremonti ha detto che la base imponibile sarà allargata, il che dovrebbe significare che ci sarà più gente a pagare le tasse. È confermato quello che è stato detto e scritto nei giorni scorsi: i soldi per questa riforma si troveranno sostanzialmente sfoltendo la giungla dei privilegi e delle agevolazioni (471 eccezioni che valgono 150-160 miliardi).

• L’altro provvedimento è la tassa sui Suv.
È semlicemente un aumento del bollo auto per le vetture di lusso. Dovrebbero essere colpite quelle che viaggiano con una potenza superiore ai 170 cavalli. Stefano Fassina, del Pd, ha ricordato che a suo tempo Berlusconi s’era presentato con la promessa «abolirò il bollo auto». L’elenco delle automobili che rientrerebbero nella categoria è molto vasto. In base all’archivio di “Quattroruote” si tratterebbe di 2.388 modelli, molti dei quali vengono usati per lavorare. Le proteste si sprecano. Ma le proteste in questi casi sono scontate.

• Il taglio del 10 per cento del finanziamento ai partiti.
Ne sappiamo ancora poco, e comunque non è detto che in aula il provvedimento non venga alleggerito. L’anno scorso Tremonti era partito con un taglio del 50% e s’era poi dovuto accontentare del 10. Premesso che su tutta questa materia andrebbe fatta una riflessione complessiva che rivedesse alla radice il criterio folle dei rimborsi elettorale, Tremonti in conferenza stampa ha detto che è sua intenzione adeguare i costi della politica a quelli delle sei maggiori nazioni europee. A partire – come sempre in questi casi – dalla prossima legislatura. Se ci pensa, è un’ammissione di debolezza: non si può lasciare ai deputati e ai senatori italiani la responsabilità di decidere su se stessi, perché se ne approfittano. È stata praticamente varata una terza camera, collocata in Europa e a cui il ministro si propone di agganciare i nostri costi. Su questo punto resto tuttavia pessimista.

• E la pensione delle donne che lavorano nel settore privato? Abbiamo letto che dall’anno prossimo l’età pensionabile si sarebbe alzata…
È stato tutto spostato al 2020, e con una progressione lentissima: un mese per ogni anno (cioè nel 2020 le donne andranno in pensione a 60 anni e un mese, nel 2021 a 60 anni e due mesi e così via) con un meccanismo di incrementi che renderà compiuta la riforma appena nel 2035. Anche qui non mi fiderei: il meccanismo è stato regolamentato e sarà semplice, in caso di necessità, anticiparlo con una legge di una riga.

• Tutto qui? La montagna ha partorito il topolino.
È che per l’immediato si vogliono risparmiare 1,5 miliardi quest’anno e cinque l’anno prossimo. Le vere stangate arriveranno nel 2013 e nel 2014, e magari dovranno essere gestite da un governo di centro-sinistra. La manovra ha però previsto qualche altra cosetta, tra cui: i dipendenti pubblici assenti nelle giornate precedenti o successive quelle festive potranno subire una visita fiscale nel giorno stesso; a partire dal 2012 le bollette della luce dovrebbero risultare meno care del 3%; dall’anno prossimo potremo destinare il 5 per mille anche ai Beni culturali; i giovani (con meno di 35 anni) che metteranno su un’impresa pagheranno per un quinquennio una tassa del 5% a forfait di tutti i profitti; politiche e amministrative dal prossimo anno saranno accorpate, nel cosiddetto election day. La norma non riguarda i referendum, che continueranno ad andare per conto loro. Berlusconi ha detto: «Come prevede la Costituzione». Abbiamo disperatamente cercato questo punto sulla nostra Carta, ieri sera, senza riuscire a trovarlo.