11 settembre 1989
Nuovo decreto sulla carcerazione preventiva
• Fra mille polemiche il consiglio dei ministri ha approvato il decreto sulla carcerazione preventiva. Il provvedimento, fortemente voluto da Giulio Andreotti e proposto dal Guardasigilli Giuliano Vassalli, innalza di sei mesi il periodo di custodia cautelare per gli imputati di reati gravi o di mafia già condannati in primo grado. Il decreto, sul quale sono già piovute critiche da parte di radicali, demoproletari, Verdi e dagli stessi liberali che pure fanno parte della coalizione di governo, è stato varato per impedire che nelle prossime settimane decine di imputati al maxi-processo di Palermo e altri pericolosi delinquenti possano lasciare il carcere e tornare in libertà «con biglietto regolare», come ha affermato nei giorni scorsi lo stesso presidente del Consiglio Andreotti. Bordate polemiche sono arrivate anche dall’Associazione nazionale magistrati. Nei primi sei mesi di quest’anno sono usciti di galera per scadenza dei termini più di tremila detenuti. Fra di loro, secondo dati forniti da Palazzo Chigi, ci sono 31 assassini, di cui due ergastolani, 6 sequestratori di persona, 55 rapinatori, 43 trafficanti di droga. Nei prossimi giorni, se non si fosse corsi ai ripari, altri pericolosi malviventi avrebbero lasciato il carcere perché non giudicati entro i tempi previsti dalla legge.