Roberto Raja, 5 settembre 1915
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Internazionale socialista: pace senza annessioni
• Zimmerwald (Svizzera) – Prima conferenza internazionale dei socialisti contro la guerra. Approvato un manifesto che condanna la guerra e propone un’azione comune «per una pace senza annessioni e senza indennità di guerra» e per il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Lenin mette in piedi qui l’opposizione «alla guerra imperialista», organizzando un movimento (la Sinistra di Zimmerwald) contro tutti i movimenti colpevoli di aver collaborato con i loro governi al momento della guerra, i cosiddetti “socialsciovinisti” o “socialpacifisti”, socialisti a parole, nazionalisti di fatto. Principale bersaglio del leader russo è Ramsay MacDonald, capo dell’Independent Labour Party inglese, apparentemente contrario alla guerra, ma del tutto passivo al momento di contrastarla. Parola d’ordine di Lenin: «Trasformare la guerra imperialista in guerra civile», slogan che aveva gridato in Parlamento il socialista tedesco Karl Liebknecht (vedi 4 agosto 1914). Da Liebknecht, Lenin riprende anche lo slogan «Il nemico è in casa nostra», che campeggiava in un volantino distribuito quell’anno dal socialista tedesco. «Tale parola d’ordine verrà utilizzata dai gruppi della sinistra comunista contro i partiti della sinistra parlamentare considerati socialimperialisti» (Wikipedia). Emil Radek, a nome della sinistra (Lenin, Zinovev, Borchardt, Platten, Hanecki), pronuncia un discorso che prevedeva il rifiuto, da parte dei parlamentari socialisti, di ogni credito militare, di lasciare i posti di governo, di utilizzare il parlamento e la stampa per denunciare il carattere capitalistico e antisocialista della guerra, di lottare contro i socialpatrioti, di organizzare manifestazioni antigovernative e di sostenere ogni sciopero economico cercando, se possibile, di trasformarlo in sciopero politico. A conferenza conclusa, la sinistra zimmerwaldiana incaricò Radek di pubblicare l’appello della conferenza e le critiche della sinistra.