15 marzo 1990
Confermato l’ergastolo a Pippo Calò
• Con tre assoluzioni, tre riduzioni di pena e cinque conferme si è concluso a Firenze il processo in corte d’assise d’appello contro i presunti autori della strage del 23 dicembre 1984 sul treno rapido «904» in cui morirono 16 persone e altre 266 rimasero ferite. I giudici fiorentini, dopo 31 ore di camera di consiglio hanno assolto dal reato di strage il presunto boss camorrista napoletano Giuseppe Misso e i suoi «luogotenenti» Alfonso Galeota e Giulio Pirozzi, condannati all’ergastolo il 25 febbraio ‘89 dai giudici della corte d’assise di Firenze, mentre li hanno condannati, rispettivamente a cinque anni il primo e un anno e sei mesi gli altri due, per porto e detenzione di ordigno esplosivo. La corte d’appello ha invece confermato gli ergastoli inflitti al presunto cassiere della mafia Pippo Calò e al suo «braccio destro» Guido Cercola. Pene ridotte per il tecnico tedesco Friedrich Scliaudinn, realizzatore dell’ordigno con il quale, secondo l’accusa, fu fatto esplodere il «904» (22 anni in appello, 25 in primo grado) e per Franco Di Agostino, altro «uomo» di Calò, (24 anni in appello, 28 in primo grado). Assoluzione confermata per Antonino Rotolo e Luigi Cardone, e conferma dei quattro armi di reclusione per Carmine Esposito, l’ex poliziotto napoletano che aveva «anticipato» notizie della strage a funzionari della questura napoletana.