Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 27 Mercoledì calendario

Biografia di Ennio Capasa

• Lecce 12 marzo 1960. Stilista. Mente creativa e cofondatore di Costume National, la casa di moda che veste pressoché tutti i grandi del rock.
• Cresciuto a Lecce, «dopo la maturità si è trasferito a Milano, dove ha studiato scultura a Brera, negli anni Ottanta ha vissuto in Giappone, per poi tornare nel capoluogo lombardo. Ma è il Salento il suo rifugio, è qui che ritorna regolarmente, anche con la memoria. “Sono particolarmente legato a Otranto, dove una parte della mia famiglia ha sempre vissuto. Durante la mia infanzia ho passato tutte le estati lì”. (…) Ma è Lecce la sua città: “Ho avuto la fortuna di crescere in quel luogo colmo di incanti”» (Lorenzo Madaro) [Rep 16/8/2013].
• «(...) È uno dei grandi talenti della moda italiana, famoso per il suo stile rock-sartoriale. È molto amato da personaggi come Mick Jagger, Hilary Swank, Keith Richards, Lenny Kravitz, Shakira e la stessa Madonna» (Laura Asnaghi) [Rep 12/3/2010].
• «Le lezioni di violoncello, la scoperta del rock attraverso gli Lp di uno zio ascoltati da bambino, la prima band (batterista), gli studi, il viaggio-pellegrinaggio dalla Puglia alla scoperta del Giappone anni 80, poi Milano, la carriera di stilista, le giacche slim e i pantaloni stretti (magari anche di pelle) e le passerelle che diventano interscambiabili con il palco dei concerti, i grandi della musica che indossano la sua moda, diventano suoi amici e collaboratori, poi le band emergenti, e infine ecco anche i figli dei suoi amici del rock – i rampolli Jagger, Richards, Cave – diventare testimonial delle sue campagne. Se la Hall of Fame del rock a Cleveland avesse un’ala dedicata agli stilisti, lui un posto ce l’avrebbe assicurato. Quella di Ennio Capasa (...) fondatore nel 1986 con il fratello Carlo di Costume National, è una moda a tutto volume, con i re e le regine del rock a fare da muse, icone, collaboratori. “Tutti noi respiriamo musica: le canzoni ci ricordano una persona, una data importante, una stagione. È un’arte potentissima, e la più democratica – spiega Capasa –. Non è un caso se è nata, all’alba della civiltà, come un fatto rituale”. La lista degli artisti firmati Costume National dall’86 a oggi è lunghissima. Qualche nome: dagli U2 ai Rolling Stones (...) a Bowie e Patti Smith passando per Lenny Kravitz e arrivando a Nelly Furtado, i giovani Kings of Leon, i bizzarri OK Go, poi gli italiani da Jovanotti ai Negramaro. È cominciato tutto negli anni ’90 “quando i nostri vestiti vennero notati da Fred Segal (boutique di culto a Los Angeles, ndr) da Bono, poi dai Fugees, in un passaparola che si è diffuso rapidamente”. Con ogni musicista Capasa crea un rapporto speciale: “Jagger è un amico, ospite nella nostra masseria e – adesso che è passato un po’ di tempo posso rivelarlo – ha conosciuto la sua compagna (la stylist L’Wren Scott, ndr) proprio a un nostro party. Uno Jagger inedito: è spiritosissimo e un gran barzellettiere, ma la sua passione sono i libri di storia. Seguendo Keith Richards tante volte in tour vedo ambienti pazzeschi, teschi, lampade, drappi: è il più contemporaneo. Bowie ha una sensibilità estetica unica: da Ziggy Stardust alla fase berlinese fino a oggi ha sempre capito tutto in anticipo. Patti Smith è una poetessa, una donna forte, icona rock che ama l’opera e sa creare una fortissima empatia. I Kings of Leon hanno fanno da subito musica di altissimo livello ma sono maturati, ora sono completi: è forte anche la loro immagine”. Il segreto di un successo così rockettaro? “Il dialogo: uno stilista trova in questi personaggi carisma e ispirazione, loro trovano la possibilità di dare forma al loro stile se ce l’hanno già, di trovarlo se non l’hanno ancora. Ho cambiato la silhouette: all’inizio non usavamo i modelli di agenzia perché erano tutti palestrati e io invece volevo avvicinare i vestiti al corpo, ispirandomi a quel rock libero e indipendente. Ho letto sul Corriere che Hedi Slimane dice di ‘aver portato i jeans skinny nella moda, insieme allo stile indie-rock’. Nessuna polemica, tanto ci sono i libri, le foto: quello noi abbiamo cominciato a farlo oltre vent’anni fa. Lui s’è palesemente ispirato”» (Matteo Persivale) [Cds 23/10/2010].
• Nel settembre del 2013, dopo oltre vent’anni a Parigi, è tornato a sfilare con le collezioni femminili a Milano, dov’era presente solo con la linea maschile.