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 2011  aprile 22 Venerdì calendario

Tremonti, il nemico da abbattere

Il centro-destra non trova pace. L’ultima guerra intestina è stata scatenata da Giancarlo Galan, neo ministro dei Beni culturali, il quale s’è fatto intervistare dal “Giornale” e ha detto che bisogna farla finita con Tremonti, un ministro che ha commissariato il governo, un socialista col quale Galan e gli altri non hanno niente a che fare. Inutile – dice – continuare con la storia che Tremonti ha evitato di farci fare la fine della Grecia: con un argomento simile, tra due anni, perderemo le elezioni. In sostanza Tremonti dovrebbe allentare i cordoni della borsa e distribuire fondi ai suoi colleghi, in moda da permetter loro di comprare consensi, così come avveniva non troppi anni fa. Tremonti ha risposto andando da Berlusconi e offrendo le proprie dimissioni. Berlusconi ci ha messo due ore per convincerlo e farsi convincere che non c’è una linea alternativa a quella seguita al ministero dell’Economia. Galan, nell’intervista, aveva lamentato i “tagli lineari”, quelli che colpiscono indiscriminatamente tutti. «Invece bisognerebbe scegliere». Il problema è che per scegliere bisogna mettersi contro parecchie lobbies; che queste scelte competono innanzi tutto ai ministri tenuti a bella posta a stecchetto (stesso discorso per gli Enti locali); e infine che bisogna agire in fretta, perché la crisi mondiale non consente a nessuno di aspettare, e basterebbe un default portoghese per far rovinare la costruzione europea. Questo mentre della Grecia si sa già che non sarà in grado di restituire i miliardi di euro concessi a partire dall’anno scorso.

Berlusconi sostiene di essere stato colto alla sprovvista dall’intervista. Ha anche protestato: «Queste cose in campagna elettorale…» (tra 15 giorni si vota infatti a Milano, Napoli e in altre città). In realtà sembra difficile credere che il premier fosse all’oscuro di tutto. Un attacco a Tremonti – con bel altro tono – era stato vibrato un mese fa, sempre sul Giornale, da Giuliano Ferrara. Otto ministri, che si sono visti a cena la settimana scorsa, hanno individuato in Tremonti il «nemico da abbattere». E in effetti il ministro dell’Economia è del tutto al di fuori dalla battaglia del fango che coinvolge il premier. Su Ruby e il resto non ha mai aperto bocca. Ha dato lui il via libera alla defenestrazione di Geronzi. È molto stimato all’estero. Frequenta apertamente ambienti di Mediobanca (nemicissimi del Cav) e ha fatto qualche concessione alle Cooperative rosse, molto legate a Bersani. Questa rete di consensi lo proietta inevitabilmente alla ribalta della eventuale successione. Se le amministrative andassero male, e si dovesse rovesciare il quadro, i deputati e i senatori di quella palude trasformista sempre più ampia che oggi tiene in vita il Cav, appoggerebbero qualunque esecutivo che garantisse la conclusione della legislatura. Anche un ministero, magari delle larghe intese, presieduto da Tremonti. [Giorgio Dell’Arti, Vty 27/4/2011]