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 2011  aprile 11 Lunedì calendario

Assicurazioni Generali: sfiducia a Cesare Geronzi, si dimette

Cesare Geronzi è stato buttato fuori dalla presidenza delle Assicurazioni Generali. Undici consiglieri, nella notte tra martedì 5 e mercoledì 6 aprile, hanno preparato una sorta di mozione di sfiducia da presentare al consiglio d’amministrazione in programma la mattina del 7. Geronzi, informato all’ultimo momento, ha preferito dimettersi. Pochi giorni dopo è stato nominato al suo posto Gabriele Galateri di Genola, già presidente di Telecom Italia. L’uscita di scena di Geronzi segna una svolta capitale nel sistema di potere italiano. Il banchiere aveva costruito la sua carriera attraverso un sistema sempre più ricco di relazioni, che ha coinvolto ogni tribù politica (dal manifesto ad Andreotti) e attraversato tutti i campi possibili dell’establishment: a un certo punto la sua Capitalia controllava di fatto perfino sette squadre di calcio. Al vertice delle Generali (470 miliardi di attivi, colosso mondiale delle assicurazioni, principale azionista Mediobanca, cioè il cuore del cosiddetto “salotto buono”), l’ex banchiere non aveva formalmente poteri, ma si vantava anche pubblicamente della forza del suo telefono, attraverso il quale muoveva a suo piacimento quelli che contano. Di questo e della sua volontà di trasformare anche le Generali in un «elemento di sistema» aveva fatto pubblico vanto, lasciandosi anche intervistare e vagheggiando un concorso della compagnia, per esempio, nella costruzione del Ponte sullo Stretto. I congiurati gliel’hanno fatta pagare al grido: «A ciascuno il suo business». Ma avevano la benedizione di Tremonti. Inevitabile la lettura politica della vicenda: la caduta di Geronzi – terminale essenziale finora dell’asse Berlusconi-Letta – è solo un altro colpo, molto serio, alla sopravvivenza politica del Cavaliere (tenuto infatti all’oscuro di tutto). [Giorgio Dell’Arti, Vty 13/4/2011]