6 aprile 2011
Lampedusa, tra i 250 migranti molti erano bambini
Questi poveri hanno generato in tre mesi un business di 18-20 milioni di euro, cominciato con i pescatori tunisini che all’inizio dell’anno hanno messo a disposizione le prime barche e finito adesso in mano alla malavita, che sta requisendo natanti di tutti i tipi per alimentare un traffico verso di noi assai lucroso. Stiamo assistendo alla nascita, in quelle zone, di una nuova mafia, che ha già messo a libro paga poliziotti e guardie costiere tunisine. Quelli che vogliono partire vengono poi spesso caricati su carrette che arrivano a Lampedusa per miracolo, e qualche volta non arrivano affatto. Questa mattina tre motovedette italiane sono dovute intervenire 39 miglia a sud-ovest di Lampedusa. Erano le quattro del mattino, buio pesto, mare in tempesta, onde di tre metri, maestrale a 30 nodi. Gli africani, intravedendo le navi, si sono gettati tutti dalla parte da cui arrivava il soccorso, la barca s’è quindi rovesciata e poiché già imbarcava acqua s’è spezzata ed è andata a fondo. Dei trecento finiti in mare, gli italiani non sono riusciti a salvarne che 51. Gli altri 250, tutti morti. All’alba, gli aerei hanno visto galleggiare sul mare i cadaveri e tra questi numerosi “corpicini”. I migranti avevano pagato 400 dollari a testa per la traversata. I trafficanti, in cambio, non avevano messo a disposizione neanche un marinaio che li guidasse, ma solo un gps impostato sulla rotta giusta di 74 gradi. [Giorgio Dell’Arti, Vty 13/4/2011]