11 aprile 2011
L’Europa, Schengen e la questione dell’immigrazione
Il governo ha poi deciso di concedere un permesso di soggiorno umanitario, col quale i 22 mila immigrati arrivati da noi dall’inizio dell’anno saranno autorizzati a circolare liberamente per tre mesi. L’idea, niente affatto nascosta, è di permettere a questi infelici di sfruttare gli accordi di Schengen (si passa da un paese all’altro senza restrizioni) per raggiungere la Francia, la Germania, il Belgio e gli altri paesi europei dove gli africani, in gran parte tunisini, sono attesi dai loro familiari. Senonché francesi e tedeschi hanno subito sostenuto che Schengen non concede affatto questa libertà: per passare la frontiera, i migranti dovranno dimostrare, tra l’altro, di avere risorse sufficienti per campare (62 euro al giorno o 31 se provvisti di alloggio) e di non costituire un pericolo per l’ordine pubblico. I leghisti hanno replicato duramente che se l’idea di Sarkozy è questa, allora la Francia farebbe bene a denunciare Schengen. I due ministri degli Interni (Guéant e Maroni) si sono poi incontrati a Milano, i toni si sono abbassati, ma le posizioni sono rimaste distanti: s’è solo convenuto che i francesi aiuteranno gli italiani nel pattugliare le coste tunisine. I ministri degli Interni dei 27 paesi hanno poi discusso del permesso di soggiorno italiano e della questione immigrati: il commissario europeo agli Affari interni, Cecilia Malmström, ha ufficialmente comunicato che i nostri permessi umanitari non fanno scattare «automaticamente» la libera circolazione nell’area Schengen. Calderoli ha chiesto che il nostro contingente in Libano sia ritirato per permettere a quei soldati di difendere le coste italiane dall’assalto dei poveri. [Giorgio Dell’Arti, Vty 13/4/2011]