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 2012  luglio 16 Lunedì calendario

Ilva, sequestrata l’area a caldo a Taranto, arresti per i Riva

• In base ad un rapporto dei Carabinieri del Noe, il Gip di Taranto dispone il sequestro senza facoltà d’uso dell’intera area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva. I sigilli sono previsti per i parchi minerali, le cokerie, l’area agglomerazione, l’area altiforni, le acciaierie e la gestione materiali ferrosi. Nell’ordinanza il Gip conclude che “chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato nell’attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza”. Oltre il sequestro degli impianti, il Gip dispone gli arresti di Emilio Riva, presidente dell’Ilva Spa fino al maggio 2010, il figlio Nicola Riva, succedutogli nella carica e dimessosi pochi giorni prima dell’arresto, l’ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, il dirigente capo dell’area del reparto cokerie, Ivan Di Maggio, il responsabile dell’area agglomerato, Angelo Cavallo.  
• Tra le motivazioni del provvedimento ci sono anche i risultati dell’incidente probatorio durante il quale sono state discusse due diverse perizie – una chimica e l’altra medico-epidemiologica – disposte dallo stesso gip lo scorso 8 novembre per verificare se «dallo stabilimento Ilva si diffondano gas, vapori, sostanze aeriformi e solide (polveri), contenenti sostanze pericolose per la salute dei lavoratori e per la popolazione del vicino centro abitato di Taranto» e per stabilire «se i valori di emissione di tali sostanze eventualmente ritenute nocive per la salute di persone e animali, nonché dannose per cose e terreni, determino situazioni di danno o di pericolo inaccettabili». A marzo 2012 erano state presentate le perizie: dicevano che l’alto livello di inquinamento a Taranto è prodotto principalmente dall’Ilva e che l’inquinamento ha una relazione diretta con il tasso di tumori che, in città, supera la media nazionale. Secondo i periti «l’esposizione continuata agli inquinanti dell’atmosfera emessi dall’impianto ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell’organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte». Secondo il gip gli impianti dell’Ilva producono emissioni nocive «oltre i limiti» che hanno «impatti devastanti» sia sull’ambiente che sulla popolazione: «L’imponente dispersione di sostanze nocive nell’ambiente urbanizzato e non, ha cagionato e continua a cagionare non solo un grave pericolo per la salute (pubblica), ma addirittura un gravissimo danno per le stesse, danno che si è concretizzato in eventi di malattia e di morte». Anche i tumori dei bambini sono «significativamente in eccesso» Proprio per questo, si dice nell’ordinanza, si è resa necessaria «l’immediata adozione, a doverosa tutela di beni di rango costituzionale che non ammettono contemperamenti, compromessi o compressioni di sorta quali la salute e la vita umana, del sequestro preventivo».