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 2011  febbraio 26 Sabato calendario

Ritrovato il cadavere di Yara

• Il corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre da Brembate Sopra (Bergamo), è stato trovato a una decina di chilometri dal suo paese, in località Chignolo: sabato 26 febbraio un padre di famiglia di 40 anni, appassionato di aeromodellismo, era andato a lanciare uno dei suoi velivoli su questo campo di sterpi ed erba alta, prossimo al torrente Dordo. L’apparecchio è caduto a un passo dal cadavere, e quando l’uomo è andato a recuperarlo ha visto la morta ridotta quasi a uno scheletro, supina, con le braccia in alto sopra la testa, un ciuffo d’erba tra le dita. Ha telefonato al 113, s’è fatto interrogare e poi, sotto choc, s’è chiuso in casa. Subito s’è capito che si trattava di Yara: aveva ancora indosso, ridotti in brandelli, i pantacollant scuri, la maglietta della Polisportiva Bergamasca, il giubbetto Hello Kitty, l’elastico rosso con cui teneva fermi i capelli a coda di cavallo, in bocca l’apparecchio per i denti. Vicino, l’iPod, la sim, la batteria del cellulare (ma non il telefonino, che il killer ha subito disattivato e fatto sparire). Mentre scriviamo, l’autopsia deve ancora essere eseguita, ma è già chiaro che Yara è stata uccisa a coltellate. C’è una ferita all’altezza del torace, una al polso e altre quattro alla schiena. Dunque, dopo un primo fendente, la bambina deve essersi difesa alzando una mano (taglio al polso), poi s’è probabilmente girata per fuggire ed è stata ripetutamente colpita alla schiena. La conclusione degli investigatori è che l’assassino deve essere uno del posto o comunque uno che conosceva bene la zona: ha guidato al buio verso il campo di sterpi, un posto dove le coppiette vanno di notte a far l’amore e che di giorno fa da pista a quelli che fanno jogging o portano a spasso il cane. Non è un luogo troppo isolato, alla fine: vicino c’è la discoteca “Sabbie mobili” e capannoni industriali. Strade intitolate a musicisti (Verdi, Rossini, Mascagni) incrociano a poche decine di metri. E, soprattutto, le squadre di ricerca sono passate su quel punto molte volte in questi tre mesi di battute. Sembrerebbe quindi plausibile l’ipotesi che il cadavere sia stato portato lì in un secondo momento, forse lo stesso giorno del ritrovamento. Ma è una teoria a cui gli investigatori non credono o credono poco. «I cadaveri non si vedono», spiegano. Inutile soffermarsi sullo strazio dei genitori, costretti a una trasferta a Milano per riconoscere la salma. [Giorgio Dell’Arti]