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 1977  settembre 04 Domenica calendario

Anna Kanakis è la nuova Miss Italia

• Miss Italia è stata eletta a Santa Eufemia d’Aspromonte, ha 15 anni e si chiama Anna Kanakis. È alta un metro e 76, è nata a Messina da padre greco e madre messinese. È bruna, ricciola, ha un bel viso ma il corpo ancora acerbo, le sue misure sono 88-65-88. Fa la V ginnasio e vuol diventare magistrato. Prende lezioni di judo. «Una sera mentre mi scatenavo su una pista da ballo nell’Isola di Vulcano dove mi trovavo in vacanza con mamma e sorella, mi elessero Miss Vulcano, da lì è iniziato tutto».  
• Tea Mihich si è invece aggiudicata la fascia di Miss Cinema. La ragazza triestina era stata scartata e poi ripescata. Frequenta il secondo anno di ragioneria e lavora come commessa. Non pensa alla carriera cinematografica.  
• La fascia di Miss Eleganza è invece andata a Elvira Puglisi: «Non ho qualità magnetiche anche se pratico la parapsicologia, io faccio tutto con gli occhi». È bionda, occhi verdi catanese («ma mia madre è un’autentica cremonese»). Non sperava di essere eletta Miss Eleganza, perché fra tante doti quella dell’eleganza «non ce l’ho». Diciassettenne, fa le magistrali e da tre anni recita nella compagnia dialettale del teatro Rosina Anselmi. Ha già rinunciato a tre film, perché punta a una pellicola artistica. Sul nudo dice: «Quello femminile è bellissimo... Ma solo quello delle altre».  
• Quest’anno a finanziare Miss Italia ci ha pensato un mobilificio che, visto il maltempo, ha proposto a Mirigliani di spostare la serata di una settimana e di accollarsi le spese. Alle elette è stato regalato oltre lo scettro anche un salotto.  
• Non sono mancate le contestazioni, tant’è che Grazia Paterlini, di Reggio Emilia, è riuscita ad acciuffare il microfono, malgrado Mirigliani e la polizia: «Parlo a nome di 24 candidate su 42 e voglio esporre le cose che non vanno, cose non chiare. Ci hanno subito avvertite: vince la più fortunata, non la più bella. Qui siamo trattate come oche. Peggio che in caserma: in piedi prestissimo, dopo aver dormito in camerate da quattro persone minimo. Eppure solo a mezzogiorno la giuria si degna di cominciare a lavorare. Urla, ordini, mangiamo tardi e malissimo, siamo sempre in piedi su tacchi altissimi, le caviglie gonfie, gli occhi rossi. Sfiliamo in bikini quando fa freddo e ci impongono nei caroselli per i paesi [con la camicia rossa in onore di Garibaldi, ndr]. Neanche un momento di sosta, neanche il tempo di una doccia. Vogliamo un trattamento più umano, altrimenti non sfileremo». La Paterlini ha poi lasciato il concorso.