Rassegna, 22 agosto 2013
Manning, talpa di Wikileaks, condannato a 35 anni
• Bradley Manning, la talpa di Wikileaks, ha evitato la pena di morte o l’ergastolo ma è stato condannato a 35 anni di carcere. Questa è la sentenza emessa ieri dal giudice militare Denise Lind contro il soldato americano. Spiega Mastrolilli sulla Sta: «Durante la guerra in Iraq, Manning era stato assegnato ai servizi di intelligence. Sfruttando questa posizione, aveva passato oltre 700 mila file di documenti segreti al sito di Julian Assange, che poi li aveva pubblicati. Nelle carte c’erano informazioni militari, rapporti dai campi di battaglia e dispacci diplomatici provenienti da tutto il mondo. Contenevano il video di un attacco lanciato dagli elicotteri su Baghdad nel 2007, in cui erano morti dei civili, ma anche i commenti dell’ambasciata americana a Roma su Berlusconi e il suo governo. Nel maggio del 2010 Manning era stato scoperto. Aveva rivelato all’hacker Adrien Lamo che lui era la fonte di Wikileaks, e Lamo lo aveva denunciato alle autorità militari. Bradley era stato arrestato e incriminato, tra le altre cose per tradimento, spionaggio, frode e furto. L’accusa più grave però riguardava il fatto aver aiutato il nemico, un crimine che poteva portare anche alla pena di morte o all’ergastolo. Manning era stato trasferito negli Usa, nella prigione dell’Fbi a Quantico, dove era stato sottoposto a trattamenti che poi lo stesso giudice del processo avrebbe condannato, abbonandogli 112 giorni di detenzione. Era in completo isolamento, spesso costretto a stare nudo tutto di giorno e di notte con la luce accesa in cella.
• Manning ha ammesso la sua colpevolezza per le accuse minori, ha chiesto clemenza e ha domandato scusa per i danni provocati alla sicurezza dell’America, aggiungendo che la sua intenzione era solo quella di provocare un dibattito sulla giustezza della guerra. Il suo avvocato, David Coombs, ha sottolineato anche le attenuanti psicologiche, dicendo che Bradley si trovava in una condizione di grande stress, aumentata anche dai problemi relativi alla scoperta della sua omosessualità. Il giudice lo ha degradato e dimesso con disonore dalle forze armate. Ora la sentenza andrà automaticamente in appello, dove potrebbe essere ridotta. In base alla legge, Manning potrà chiedere la libertà vigilata dopo 10 anni di carcere, o dopo aver espiato un terzo della pena. Considerando che ha già fatto tre anni di prigione, se non sorgeranno altri problemi, nel giro di otto anni potrebbe essere nuovamente libero. [Mastrolilli, Sta]
• La sentenza è stata salutata da Wikileaks su Twitter come «una significativa vittoria strategica». La Danna sul Cds: «Un militare che ha messo in pericolo il Paese diffondendo notizie riservate è più pericoloso di un soldato che tortura i detenuti. Nessuno dei militari coinvolti nelle violenze di Abu Ghraib ha avuto condanne superiori ai dieci anni di carcere».