Rassegna, 22 agosto 2013
Siria, i ribelli accusano Assad: strage con gas chinici
• «L’esercito siriano ha bombardato la periferia orientale di Damasco con missili al gas nervino: ci sono decine di morti», ha denunciato ieri l’Osservatorio sulla Siria per i diritti umani, un’organizzazione vicino ai ribelli, che da Londra conta le vittime in Siria. Il leader comunista dell’opposizione George Sabra parla di 1.300 cadaveri. Il portavoce del Free Syrian Army, 1.118. Bayan Baker, infermiera al Centro di emergenza di Douma, testimonia che negli ospedali sono arrivate 210 persone. «Non è vero, solo propaganda», è stata la replica immediata del governo siriano. I filmati mostrano corpi accatasti per terra in strada e in ospedale: uomini, donne, bambini, avvolti in bianchi sudari, sulle barelle. L’attacco sarebbe avvenuto nella regione di Ghouta, nei sobborghi di Zamalka, Ein Terma e Erbin controllati dai ribelli. Altri filmati mostrano persone con la bava alla bocca, gli occhi sbarrati, distese su lettini, senza ferite. Ghazwan Bwidany, un medico che sta curando i feriti ha detto alla Bbc che i sintomi principali sono soffocamento, eccessiva salivazione e visione sfocata. «Non abbiamo la possibilità – ha detto – di trattare tutti queste persone». Un team di esperti di armi chimiche dell’Onu, venti persone guidate dallo svedese Ake Sellstrom, è a Damasco ma non sembra avere accesso al sito della presunta strage. Lo svedese ha detto che di aver potuto vedere soltanto i filmati ma che l’alto numero di vittime denunciate gli sembra «sospetto». I principali governi europei e i paesi del Golfo, e anche la Russia alleata di Assad, chiedono un’urgente verifica dei fatti. In passato i ribelli e il governo si erano accusati a vicenda dell’uso di proiettili chimici che avrebbero ucciso decine di persone nel villaggio di Khan al Assal, vicino ad Aleppo, nel nord del paese. [Gallo Sta]
• Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stato convocato d’urgenza, il segretario generale Ban ki-Moon si dice «scioccato» dalle notizie che arrivano sulla strage, restano le divisioni nella comunità internazionale che hanno permesso ad Assad di essere ancora al potere dopo quasi due anni e mezzo di conflitto con oltre centomila morti. [Frattini, Cds]
• L’Osservatorio siriano per i diritti umani, le cui statistiche sui morti in Siria sono citate da tutti i media, è la creazione di un attivista anti-Assad fuggito dalla Siria ai tempi della morte del vecchio Hafez al Assad, il padre di Badhar. Rami Abdulrahman sostiene di dirigere una rete di 200 osservatori sul campo dalla sua casa di Coventry. Un’inchiesta del New York Times aveva rivelato che il centro si finanzia con i due negozi per vestiti del fondatore e riceve un finanziamento da un non citato «paese europeo», che potrebbe essere la Gran Bretagna. [Gallo, Sta]