Fior da fiore, 21 agosto 2013
Ratzinger ha rinunciato a fare il Papa perché gliel’ha detto Dio • Scoperti dalla Guardia di finanza 5 mila evasori totali • I medici non ci chiameranno più “pazienti” ma “persone assistite” • I robot che ci rubano il lavoro • Chef in rivolta contro i piatti sul web • La donna ammazzata dal vicino di casa
Papa Secondo l’agenzia cattolica Zenit, Ratzinger, a qualcuno che in un colloquio privato gli ha chiesto come mai ha rinunciato al Soglio di Pietro, ha risposto così: «Me l’ha detto Dio». Il Papa emerito ha poi subito precisato che non si è trattato di alcun tipo di apparizione o fenomeno del genere, piuttosto è stata «un’esperienza mistica» in cui il Signore ha fatto nascere nel suo cuore un «desiderio assoluto» di restare da solo con Lui, raccolto nella preghiera. Inoltre, il Papa emerito ha rivelato che più osserva il «carisma» di Francesco, più capisce quanto questa sua scelta sia stata «volontà di Dio».
Evasori Scoperti dalla Guardia di finanza 5 mila evasori totali (imprenditori, professionisti e artigiani, ma anche cartomanti, agricoltori e baristi) che non hanno mai versato un euro di tasse sugli oltre 17 miliardi di redditi che hanno nascosto al fisco. Di questi, 1.771 sono stati denunciati all’autorità giudiziaria.
Paziente 1 Nel nuovo codice deontologico medico, aggiornato in alcune parti e sottoposto a un restyling semantico rispetto alla versione del 2006, la parola paziente non esiste più, sostituita dal termine «persona assistita». Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici e senatore Pd: «“Persona assistita” trasmette il significato immediato di chi ha diritto a ricevere cure e assistenza senza passività. Anzi deve essere più che mai al centro del sistema. È un cambiamento importante. C’è stato un ampio dibattito, non va considerato un esercizio accademico» (Margherita De Bac, Cds)
Paziente 2 Paziente da patiens, participio presente del verbo latino patio, che vuol dire soffrire o sopportare (ibidem).
Robot 1 Il robot Baxter, 75 chili di peso (quanto un uomo normale), costa 22 mila dollari, l’equivalente di un anno di salario. «Ma, per quei soldi, lui ne lavora dieci. Non occorrono geni della finanza, su in consiglio di amministrazione, per fare due conti e decidere cosa converrà fare quando partirà la ripresa. Altro che compagno robot: Baxter ci sfilerà la sedia da sotto il sedere o la chiave inglese dalle mani. Anzi, in Italia non lo vediamo perché c’è la recessione, ma, nel mondo, lo sta già facendo. Ci sono 1,4 milioni di robot al lavoro nell’auto e nell’elettronica globali. La Foxconn, l’azienda che assembla i gadget della Apple, si prepara a installarne un milione. Se l’America indica il futuro, è da rimarcare il caso di un’azienda in Alabama che, dal 2010, produce 300 mila freni in più l’anno, ma non ha assunto neanche un operaio» (Maurizio Ricci, Rep)
Robot 2 Willow Garage, un’azienda Usa, ha presentato un robot che piega la biancheria e versa la birra (ibidem).
Food photography Nei ristoranti di tutto il mondo gli chef si stanno ribellando alla moda della food photography impedendo ai clienti di scattare foto (mediocri) ai loro super piatti per poi pubblicarle su blog o social network. Niente flash, a New York, nei vari ristoranti di David Chang, mentre a Berlino un cartello all’ingresso di un locale ammonisce «vietato postare su Instagram i nostri piatti». Al Pescatore di Canneto sull’Oglio, tempio dell’alta cucina italiana, Nadia e Antonio Santini hanno affisso e poi tolto il cartello con la macchina fotografica sbarrata, «perché comprendiamo il piacere di fissare un’emozione gastronomica. Certo, quando trovi pubblicate foto distanti dalla qualità del piatto, è una vera sofferenza. E non solo. Qualche tempo fa, una coppia di clienti si è lamentata perché al tavolo vicino riprendevano tutto, piatti e sala, violando la loro privacy». Niko Romito, due stelle Michelin nella campagna abruzzese, racconta: «Tre anni fa avevo scritto il divieto sul menù. Poi ho capito che è giusto fare le foto, in quanto ricordi di un’esperienza. Mi spiace, invece, quando arrivano con le macchine più o meno professionali per pubblicare le immagini sui vari blog. A quel punto preferisco fornigliele io, almeno controllo la qualità degli scatti». Ilario Vinciguerra, cuoco stellato a Gallarate, Milano: «Da una foto non puoi avere l’idea del piatto a 360 gradi, è come guardare un film erotico e poi dire, sono andato con quella lì, ma non è granché! Rispetto a tre anni fa, comunque, oggi non proibisco più le foto, ma invito i clienti a godersi l’esperienza a tutto tondo. Esistono piatti esteticamente e tecnicamente perfetti: foto bellissime e magari sapori senz’anima» (Licia Granello, Rep).
Delitto Felicia Mateo, 49 anni. Dominicana, sposata con un italiano, due figlie minorenni, da anni litigava furiosamente con l’ex idraulico Mario Ciabattoni, 70 anni, che abitava proprio sotto di lei. L’uomo, non sopportando più la sua maleducazione e i suoi dispetti (di notte alzava al massimo il volume della musica, sbatteva le sedie, spostava i mobili; di giorno rovesciava acidi sui panni di sua moglie stesi ad asciugare in balcone) l’aveva denunciata per stalking, ottenendo dal giudice che fosse allontanata, per due mesi, dal palazzo. Poi però era tornata e tutto era ricominciato come prima. L’altra mattina, dopo l’ennesima nottata insonne per via dei rumori prodotti dalla Mateo, il Ciabattoni la aspettò affacciato alla finestra del bagno con un fucile calibro 12 tra le braccia e appena la vide le sparò un colpo dritto in petto. Mattina di martedì 20 agosto in un palazzo di Villa Rasicci, frazione di Bellante, nel Teramano.
(a cura di Roberta Mercuri)