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 2013  agosto 18 Domenica calendario

Berlusconi non chiederà la grazia • Sgomberata in Egitto la moschea di al-Fatah dove s’erano asserragliati i Fratelli musulmani • Gli intellettuali egiziani che preferiscono i generali all’Islamizzazione • In Giappone, dove licenziare è un tabù, la Sony rinchiude i dipendenti da rottamare nelle “stanze della noia” • La donna uccisa a bottigliate dal compagno

 

Berlusconi Berlusconi, deluso dal Quirinale e dal Pd, ha deciso che non chiederà la grazia: «Non mi passa nemmeno per la testa di chiedere la grazia. Non lo farò io, non lo faranno i miei figli, non lo faranno i miei avvocati. E non chiederò nemmeno i servizi sociali, né i domiciliari. Io continuerò la mia battaglia a testa alta, anche dal carcere se servirà. Non l’avranno vinta». Quando il Pd voterà per la sua decadenza da senatore, un minuto dopo i ministri pdl lasceranno il governo.

Egitto 1 Ieri, in Egitto, la violenza è arrivata all’interno di un luogo di culto: dopo quindici ore di assedio e una vera e propria battaglia, militari e poliziotti hanno sgomberato la moschea di al-Fatah, in cui si erano asserragliati centinaia di Fratelli musulmani, i militanti del movimento islamista che sostiene il deposto presidente Mohamed Morsi. Il ministero dell’Interno ha reso noto che al termine dell’operazione sono state arrestate 385 persone. Intanto il premier egiziano ad interim, Hazem el-Beblawi, ha proposto al governo lo scioglimento dei Fratelli musulmani: l’esecutivo sta ora valutando l’ipotesi. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Egitto 2 Da mercoledì, secondo il bilancio fornito dalle autorità, più di 750 persone sono state uccise negli scontri tra le forze di sicurezza e i Fratelli musulmani.

Egitto 3 Dopo la destituzione del presidente islamico Mohamed Morsi il 3 luglio scorso, un’ondata di «militarismo nazionalista» sembra travolgere le élite intellettuali egiane: scrittori, giornalisti, uomini di cultura, tutti compatti nel considerare il regime dei militari come il male minore rispetto al potere islamista, persino dopo la carneficina di questi giorni. Youssef Ziedan, 55 anni, autore del bestseller Azazel (edito in Italia da Neri Pozza), riconosciuto come miglior romanzo in lingua araba nel 2008, spiega: «L’esercito sta facendo il suo dovere per proteggere il Paese dalla barbarie: se non saranno fermati, i Fratelli musulmani cancelleranno l’intero Paese e la sua cultura millenaria». Stesso pronostico da parte del celebre romanziere Alaa Al-Aswany: «Se non fosse intervenuto l’esercito, gli islamisti avrebbero distrutto il Paese. Non capisco gli occidentali che vogliono darci delle lezioni. Siamo forse destinati a tornare all’età della pietra? Gli arabi hanno soltanto il diritto all’oscurantismo? E’ il popolo che vuole la pelle della Fratellanza ». Il giornalista Hicham Kassem, che dopo aver passato due decenni a combattere il regime di Mubarak a volte anche al fianco dei Fratelli, si è ricreduto: «Pensavo di conoscerli, avevamo stabilito un rapporto di fiducia, ma una volta al potere hanno rivelato il loro vero volto: hanno eliminato tutti i contro-poteri, anche quelli esistenti sotto Mubarak [...]L’esercito ha ristabilito lo stato di diritto» (Alessandra Muglia, Cds).

Egitto 4 Dopo il comunicato della Farnesina di venerdì, in cui si sconsigliavano viaggi verso l’Egitto (inclusi i resort del Mar Rosso), sono stati oltre 20 mila gli italiani costretti a modificare il piano-ferie. Vacanze annullate o da riprogrammare, vista la decisione presa dai tour operator di sospendere i voli verso le mete più gettonate della costa egiziana. Niente aerei in partenza carichi di turisti, da Fiumicino o Malpensa, per destinazioni come Sharm El Sheikh: decine invece i voli partiti vuoti per fare rientrare le migliaia di italiani che sono in Egitto (più di 10 mila quelli che rientreranno nelle prossime ore).

Giappone In Giappone, dove i licenziamenti collettivi sono tabù, la Sony s’è inventata la «Career design room», subito ribattezzata dagli occupanti «stanza della noia»: i dipendenti in esubero, che nelle dichiarazioni della società dovrebbero «ridisegnare» (altrove) la propria carriera, si ritrovano tutti insieme lì dentro a non fare niente, percependo comunque lo stipendio pieno. Con il risultato di farli sentire dimenticati e inutili fino a costringerli a lasciare il posto. Nello stabilimento di Sendai, che negli ultimi due anni ha dimezzato la sua forza lavoro, i dipendenti distaccati nel dipartimento della noia sono circa 40, scrive il New York Times. Si tratta di quei dipendenti che non hanno accettato la ricca buonuscita offerta (circa 54 mensilità) per lasciare il posto di lavoro durante l’ultima ristrutturazione, nel 2010. Erano occupati nella divisione che si occupava di produrre nastri magnetici per video e audiocassette, un business praticamente cancellato dalla rivoluzione digitale (Gianluca Paolucci, Sta).

Delitto Maria Grazia Giummo, 38 anni. Origini siciliane, nel 2006 s’era separata dal compagno che la riempiva di botte e aveva perso i due figli, dati in affidamento. Poi s’era rifatta una vita con un Umberto Pantini di anni 35, autista che aveva perso patente e lavoro per il vizio dell’alcol e della droga, e con lui viveva, da un anno e mezzo, in una villetta a Borgo San Dalmazzo (Cuneo). Pure questo Pantini, da ubriaco, la picchiava. Lei, che beveva quanto lui, rispondeva con le botte alle botte ma di solito aveva la peggio, tanto che spesso andava a fare la spesa con la faccia tumefatta e a chi le chiedeva cosa le fosse capitato rispondeva «sono inciampata», oppure «sono caduta nella doccia». L’altra notte i due, dopo aver bevuto parecchio, presero a litigare furiosamente scambiandosi calci e pugni, poi, afferrate le bottiglie vuote che stavano sparse per tutta casa, cominciarono a colpirsi a vicenda pure con quelle finché il Pantini non ne prese una e la spaccò sulla testa della compagna. Lei s’accasciò a terra in una pozza di sangue, lui di botto torno in sè, la prese in braccio, la caricò in auto, ma arrivò in ospedale che era già morta. Notte di venerdì 16 agosto in una villetta a Beguda a Borgo, frazione di Borgo San Dalmazzo, provincia di Cuneo. (Matteo Borgetto, Sta)

(a cura di Roberta Mercuri)