1 ottobre 2009
Tags : 2009 – L’alluvione di Messina (1° ottobre)
Giampilieri travolta da un frana
• «Ha iniziato a piovere verso le 5 di giovedì pomeriggio. Due ore dopo l’acqua era salita di due metri» (Gianni di Alì, 70 anni). Alle 8 di sera la montagna crolla e inghiotte in pochi minuti case e persone a tavola per cena. La gente grida disperata perché intrappolata dalla valanga o piange i morti, i figli dispersi o i parenti scomparsi. L’inferno questa volta è a 16 chilometri da Messina, in un paesino scavato nella roccia che si chiama Giampilieri. [Paolo Colonnello, Sta 3/10/2009]
• «Erano quasi le otto, pioveva da almeno tre ore e già il fango aveva riempito le nostre strade, nessuno poteva più uscire dalle case e chi ha potuto ha provato a scappare. Io e i miei siamo saliti al piano di sopra e abbiamo sentito un boato atroce. Era la montagna che franava. Ho visto queste case crollare, abbiamo urlato. Ho iniziato a chiamare i miei parenti col cellulare perché le linee telefoniche normali erano saltate. Ho chiamato subito i miei cugini e loro mi raccontavano che stavano impazzendo. Si sentivano morire, dicevano che stavano scoppiando i tubi del gas... dei topi in trappola. Chiedevano aiuto come disperati» (Laura Sanfilippo ha 15 anni).
• Per ore, fino all’alba, la gente di Giampilieri è rimasta completamente isolata. «Chiamavamo i soccorsi, ma ci dicevano che non si poteva passare dalla strada a mare».
• «La pioggia ha trascinato a valle mezza montagna. Il fiume di detriti e terra si è schiantato sulle case che hanno fatto da tappo. Molte sono crollate sotto il peso. Altre hanno resistito e deviato il corso tra i vicoli. Quando si è riversato sulla provinciale, è stato come uno tsunami» (un pompiere).
• Una trentina di persone è finita in mare, incastrata nella auto che rotolavano assieme al fiume di terra e detriti. Una motovedetta della Guardia costiera che incrociava a largo è stata dirottata verso terra. Con i fari di bordo ha sondato il mare alla ricerca dei superstiti mentre la tromba d’aria sollevava onde di due metri. Anche adesso l’acqua è melmosa, piena di terra. Dicono che tre corpi siano affiorati all’alba. [Daniele Mastrogiacomo Rep. 3/10/2009]