Rassegna, 13 agosto 2013
Nuovo record per il debito pubblico: 2.075 miliardi
• Sempre ieri la Banca d’Italia ha fatto sapere che anche se di poco, il debito pubblico è ancora aumentato, toccando un nuovo record oltre i duemila miliardi, dopo quello segnato a maggio. L’incremento di 0,6 miliardi a giugno lo ha portato a 2.075,1 miliardi, rispetto ai 1982 miliardi di giugno 2012. Complessivamente nei primi sei mesi dell’anno – sottolinea il supplemento al Bollettino statistico di finanza pubblica di palazzo Koch – l’incremento del debito (86,5 miliardi) riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (che pesa per 44,5 miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (che ammontano a 41,9 miliardi). Sul fabbisogno, ha inciso anche (per 8,2 miliardi) il sostegno ai Paesi dell’area euro in difficoltà. Eppure le entrate tributarie sono in aumento: sempre secondo i dati riportati da Banca d’Italia, a giugno sono state pari a 46,3 miliardi a giugno, +21,5% rispetto a quelle dello stesso mese del 2012 (38,1 miliardi). E nei primi sei mesi dell’anno sono cresciute del 2,2% rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso.
• «Poco più di un anno fa (il 12 luglio 2012) il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco dichiarò, in un’intervista al Corriere, che 200 punti dello spread dipendevano da noi, il resto dall’Europa. A quell’epoca il numero simbolo era pari a 470. Ora è sceso a quota 246. Vale la pena ricordare le parole di Visco: “La differenza tra Btp e Bund per due quinti è colpa nostra, del nostro debito pubblico, della nostra scarsa competitività, della bassa crescita potenziale”. E visto che ieri, la stessa Banca d’Italia, ha reso noto che il debito pubblico italiano ha raggiunto la cifra record di 2.075 miliardi, è facile giungere alla conclusione. Pur tra molte difficoltà (caso Grecia) e pericolose scivolate (Portogallo) l’Eurozona sta recuperando solidità e credibilità sui mercati. È una rimonta che, almeno per il momento, porta soprattutto la firma del presidente della Bce, Mario Draghi. Il problema (i 245 punti che permangono) ora è nostro, soprattutto nostro». [Sarcina, Cds]