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 2013  agosto 13 Martedì calendario

Spread in calo, ai minimi da due anni

• Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi ieri è sceso a 246 punti, il minimo da due anni, con un rendimento del decennale italiano al 4,17%. Bene anche la Borsa di Milano, che ha chiuso in rialzo, complice il successo dell’asta del Tesoro per i Bot a 1 anno: piazzati tutti i 7,5 miliardi, a fronte di una richiesta di 11,1 miliardi, con rendimenti in lieve calo. Il tasso medio è infatti sceso all’1,053% dall’1,078% dell’asta di luglio. E la domanda è stata pari a 1,49 volte l’importo offerto, solo in leggera discesa rispetto all’1,56 del collocamento precedente. Spiega Santarpia sul Cds: «A sostenere l’offerta, anche la buona posizione complessiva del Tesoro rispetto al piano di emissioni di quest’anno: il nostro Paese – secondo calcoli Reuters – ha già completato l’80% del suo programma di rifinanziamento per il 2013, il 70% considerando emissioni lunghe e brevi. E sono in salita i titoli di Stato in mano agli stranieri: a quota 693,522 miliardi, il livello più alto dopo i 703,858 del febbraio 2012».

• La Mastrobuoni sulla Sta fa qualche calcolo: «Riguardo al record negativo dello spread, tradotto in rendimenti sui titoli a dieci anni, significa che il Tesoro sta pagando circa il 4,15% di interessi sui btp. A inizio settembre, poco dopo l’annuncio di Draghi sull’Omt che era stato pensato soprattutto per l’Italia e la Spagna, quei rendimenti erano un punto sopra il livello attuale, oltre il 5%. Per calcolare correttamente l’onere sul debito, bisogna tener conto tutte le scadenze (dai titoli a breve a quelli a lungo), e tener conto della maturità dei titoli. Stando al Documento di economia e finanza pubblicato ad aprile di quest’anno dal ministero dell’Economia, la scadenza media dei nostri titoli è di 5,5 anni. E, sempre leggendo quel Programma di stabilità, si apprende che l’effetto di un aumento (o un calo) di un punto della curva dei rendimenti sui bond statali avrebbe un impatto di 0,15% del Pil nel primo anno, 0,33% nel secondo, e 0,46% nel terzo. A regime, dal 2019, sarebbero 10 miliardi all’anno. Da settembre ad oggi, più o meno tutti i bond, hanno beneficiato di un calo dei rendimenti di circa un punto, e un calcolo approssimativo consente di calcolare il beneficio in circa 2 miliardi di euro».