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 2012  settembre 08 Sabato calendario

Quelli che hanno movimentato una cerimonia troppo sobria

• «A movimentare una cerimonia tutta all’insegna della sobrietà, neanche un fiore sul palco, c’è il premio scambiato. Mancava nella storia della Mostra: Ulrich Seidl stava per portarsi in Austria il Leone d’argento destinato al regista Paul Thomas Anderson per The master, al quale sarebbe arrivata la più modesta targa del premio speciale della giuria assegnato al suo Paradise: Faith. Ulrich Seidl, che già aveva vivacizzato le cronache del festival con il suo film per il rapporto tutt’altro che mistico e spirituale della protagonista con Gesù, al quale rivolge sospirie parole d’amore- “Sei un uomo bellissimo, il più bello di tutti” - prende il suo premio, ringrazia, poi si sente in dovere di rassicurare la parte del pubblico delusa e afferma con forza: “Non sono blasfemo”. Infine, una serata condotta con garbo e semplicità da Kasia Smutniak, sarà ricordata sia per lo straordinario rispetto delle previsioni (del Leone d’oro a Kim Ki-duk per Pietà, si parlava addirittura alla vigilia della manifestazione). Premio per altro meritato. E al regista coreano va anche il merito di un gradito fuori programma in una cerimonia in cui – va bene che c’è la crisi – i toni sono stati dimessi. Tanto dimessi. Dopo i ringraziamenti di rito, Kim Ki-duk canta – per i giornalisti coreani in sala stampa è un momento di gloria – una canzone popolare coreana. Unanime l’applauso a Philip Seymour Hoffman (Coppa Volpi da dividere con Joaquin Phoenix), stropicciato e affannato, perché “sceso da poco dall’aereo, mi sono cambiato adesso nel bagno, non mi giudicate”, divertito, simpatico, un premio più che meritato per l’interpretazione magistrale in The master, carismatico e ambiguo nel suo rapporto quasi morboso con il personaggio di Phoenix» (Maria Pia Fusco, la Repubblica 09/09/2012).