Fior da fiore, 11 agosto 2013
I sei migranti egiziani annegati a pochi metri dalla spiaggia di Catania • Secondo l’imam di Catania, è meglio che i migranti restino nei loro Paesi «perché in Italia non c’è più lavoro nemmeno ai semafori» • Il giorno più felice dell’anno (Natale escluso) è oggi • Le vacanze di Obama e quelle di altri potenti • In Cina c’è una replica di Parigi dove non vuole vivere nessuno • I maschi dimagriscono più in fretta delle donne • Il gay di 14 anni che s’è buttato dal balcone perché tutti lo prendevano in giro
Migranti 1 All’alba di ieri un malandato peschereccio salpato dall’Egitto è arrivato davanti alla spiaggia più nota di Catania, la Plaja, dove ha rovesciato, davanti al Lido Verde, a 15 metri dalla battigia, una ventina dei 104 migranti a bordo, ignari del tranello di un fondale solo in quel tratto profondo una quindicina di metri. Panico, grida, soccorsi impossibili per chi non sapeva nuotare e in sei non ce l’hanno fatta: cinque trentenni e un ragazzo che non avrà avuto nemmeno 15 anni. Tutti affogati a poche bracciate dalla riva e raccolti poi in sacche colorate fra sdraio e ombrelloni. Finora la città dell’Etna era sempre stata estranea alle rotte dei disperati del Mediterraneo, mentre adesso si apre un nuovo fronte visto che la carretta è arrivata con un carico di egiziani e siriani, intere famiglie, uomini soli, 55 minori, 17 dei quali non accompagnati, 5 donne, una incinta, un neonato di 7 mesi disidratato e ricoverato nel pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi. Un’umanità in fuga dalle fibrillazioni del Cairo e dalla guerra civile che frantuma la Siria (Felice Cavallaro, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Migranti 2 Mufid Abu Touq, l’imam di Catania (che conta 17 mila immigrati) dopo 35 anni vissuti in Sicilia è giunto alla conclusione che «è meglio che i migranti restino nei loro Paesi perché in Italia non c’è più nulla. O meglio c’è solo disoccupazione e disperazione e gli stessi italiani sono costretti a emigrare nel resto d’Europa, in America o Australia a cercare lavoro». L’imam comprende solo «coloro che scappano da zone di guerra» proprio come i migranti giunti ieri a Catania. Tutti gli altri sbagliano a inseguire una «falsa pubblicità» per poi finire ai semafori. «Nei loro Paesi spesso hanno un tetto, una famiglia, qualcosa da mangiare. Qui invece non c’è più nulla. In Italia, è vero, c’è una grande cultura dell’accoglienza e tanta gente di buona volontà, ma questa è carità non una prospettiva di vita. Il sogno della terra promessa è finito. Ormai il lavoro non c’è più neanche ai semafori» (Alfio Sciacca, Cds).
Felicità Un ricercatore di Harvard, Seth Stephens-Davidowitz, si è dedicato a scoprire il calendario dei nostri giorni lieti incrociando dati su Google per un periodo di nove anni. «La tecnica funziona come un grande setaccio. Filtra tutte le richieste mandate dagli utenti al motore centrale, seleziona quelle con la parola depressione e quelle collegate e poi butta l’enorme massa di numeri e vocaboli dentro il cervellone dominato dall’algoritmo che tutto vede e tutto prevede ed è così che arriva il risultato: Natale, o meglio il periodo delle vacanze, è il momento più bello dell’anno. I regali da scartare, niente pensieri: la gente cerca solo cose belle in Rete. Poi c’è, appunto, l’11 agosto: tempo d’estate, ombrelloni e spiagge assolate. L’odiato lavoro e i guai economici sembrano lontanissimi. Perché appunto la Grande Recessione fa rima con depressione: dal 2008 l’umore generale è cambiato, tende al basso, brutto stabile. Negli Usa, gli Stati dove la crisi ha colpito più duro sono quelli dove le parole cliccate indicano una tristezza diffusa: un punto percentuale di disoccupazione in più fa salire la depressione del 2%. E infatti in America va male in Nevada, Florida e Alabama, ovvero dove si fatica di più a vedere la luce della ripresa. Tra i mesi il peggiore è aprile, come già intuito da T. S. Eliot: “Il più crudele”. Il giorno nero, e non c’era bisogno della rete, è il lunedì che è una lenta agonia sino all’esplosione di felicità del sabato» (Massimo Vincenzi, Rep).Obama Barack Obama, che l’anno scorso era in campagna elettorale e saltò le vacanze nell’isola del Massachusetts Martha’s Vineyard per evitare di farsi vedere in un’enclave di super-ricchi, quest’anno c’è tornato con la famiglia per nove giorni in cui si propone di «leggere, nuotare, giocare a golf e basket, andare in bicicletta e soprattutto stare con la sua famiglia» Per i repubblicani è l’occasione di divulgare le «cifre dello sperpero di denaro pubblico»: Obama ha affittato una villa da 7,6 milioni di dollari che gli costa 40-60 mila dollari a settimana mentre le 175 stanze di hotel riservate per lo staff ne aggiungono altri 180 mila. E quest’anno, secondo gli avversari, «supererà il record di 50 mila dollari a settimana stabilito nel 2011» (M. Mo., Sta).
Altri potenti Angela Merkel è partita con il marito a fine luglio in direzione Solda, Alto Adige, per godersi come l’anno scorso qualche giorno di passeggiate in montagna. François Hollande andrà alla Lanterne, la residenza nel parco di Versailles vicina a Parigi. David Cameron è arrivato in Portogallo a fine luglio, con la moglie Samantha e i tre figli, a bordo di un volo EasyJet (ibidem).
Dieta Recenti studi hanno dimostrato che gli uomini dimagriscono più facilmente delle donne (ne parla Joel Wintermantle per il Wall Street Journal). I motivi sono di due tipi: biologici e psicologici. L’aspetto biologico riguarda la maggiore velocità nel perdere peso: i maschi nei primi tre mesi di dieta perdono il 10% (nelle donne la percentuale è del 5 per cento). Il resto ha a che fare con una maggiore disciplina e ascetica concentrazione da parte dei maschi, mentre le donne si concederebbero più infrazioni al protocollo alimentare. Anche perché nel loro cervello il cibo attiva, a differenza dei maschi, le aree associate alle emozioni (Antonio Pascale, Cds).
Cina 1 Vicino a Hangzhou, una storica città della Cina meridionale, «è stata costruita un’assurda, surrealista replica di Parigi. Naturalmente, con tanto di Tour Eiffel (alta 108 metri, contro i 324 dell’originale) e imponenti palazzi chiari dal tetto grigio, che si affacciano lungo ampi viali fotocopiati su quelli costruiti dal Barone Haussmann nell’800, durante il Secondo Impero. Ma questa replica è una città periferica, pensata per ospitare diecimila persone, che invece giace, come molti altri arditi cloni di cui la Cina è prodiga, quasi deserta» (Ilaria Maria Sala, Sta).
Cina 2 In Cina c’è anche chi ha costruito una replica della Casa Bianca nel bel mezzo della regione dell’Anhui, una delle meno abbienti del Paese (ma l’idea è piaciuta tanto che le Case Bianche, in Cina, non si contano), o chi ha deciso di replicare, mattone per mattone, Hallstatt, un villaggio scenico dell’Austria che si specchia su un lago alpino. Fuori Shanghai c’è Thames Town, costruita come le città mercantili inglesi, approvata e fatta costruire dalla municipalità di Shanghai: anch’essa semi deserta, popolata soprattutto di novelli sposi che vanno, in abito di nozze, a fare le foto da mettere nell’album matrimoniale (ibidem).
Suicidio Un ragazzino di 14 anni. Romano, figlio di dipendenti statali, viveva coi genitori nel quartiere San Basilio. L’altra sera lasciò nella sua stanza due biglietti (su uno c’era scritto «sono omosessuale, nessuno capisce il mio dramma e non so come farlo accettare alla mia famiglia», nell’altro chiedeva scusa ai genitori raccontando di alcuni coetanei che lo prendevano in giro e l’avevano escluso dalla comituva), poi con una lametta si tagliò le braccia e l’inguine, quindi andò nel terrazzo condominiale e si buttò di sotto. Volo di 20 metri. Dopo le 2 di venerdì notte in una stradina della borgata romana di San Basilio (Emilio Orlando, Rep.)
(a cura di Roberta Mercuri)