Fior da fiore, 8 agosto 2013
Al Qaeda ha l’esplosivo che si spruzza sugli abiti • Il giudice Esposito potrebbe essere trasferito • Buzzanca: tentato suicidio o malore? • Ritrovato un cortometraggio di Orson Welles • Mamme quarantenni • I bambini italiani hanno la paghetta più alta
Esplosivo A Washington sono venuti a sapere che Ibrahim Al Asiri, il chimico diventato artificiere di Al Qaeda nella Penisola arabica, ha creato un’arma capace di sfuggire ai normali controlli negli aeroporti. L’esplosivo, una miscela solubile in acqua, viene spruzzato sugli abiti che, una volta asciutti, possono essere indossati. Per attivarli basta un innesco chimico oppure un dispositivo nascosto nel cellulare. Variante: esplosivo impiantato chirurgicamente nel corpo umano e innescato con una siringa che inietta un prodotto chimico (Olimpio, CdS).
Giudice Il Csm ha deciso di aprire una pratica per il trasferimento d’ufficio del giudice Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Cassazione finito nella polemica perché ha parlato in un’intervista della sentenza Mediaset prima del deposito della motivazione (vedi Fior da Fiore del 7 agosto 2013). Il giudice, intanto, ha diffuso un comunicato per accusare il giornalista del “Mattino” di aver «fittiziamente inserito nell’articolo la domanda» sul processo Mediaset che, «per come risulta dalla registrazione mandata in onda, non è stata mai rivolta al dottor Esposito». Il direttore del quotidiano smentisce.
Buzzanca Lando Buzzanca è finito in ospedale. All’inizio s’è detto per tentato suicidio: alle 6 e 35 la governante l’ha trovato in bagno, sdraiato a terra, con i polsi tagliati. Avrebbe compiuto il gesto dopo il rifiuto a un suo copione. Poi dall’ospedale invece hanno fatto sapere che si è trattato di «attacco ischemico transitorio». Buzzanca sta recitando per registrare una serie tv di Enrico Oldoini. Svela il figlio: «Era piuttosto contrariato perché gli hanno cambiato i copioni a pochi giorni dal ciak. Ora sommate 3 settimane di lavoro a Roma con 38 gradi di media, stress da memoria, incaz... varie, più 78 anni di età e il risultato è un crollo fisico. La serietà di mio padre è tale che se dovesse decidere un giorno di suicidarsi, prima finirebbe l’ultimo ciak dell’ultima scena».
Film A Pordenone, nascosto nel magazzino di uno spedizioniere, è stato ritrovato un film di Orson Welles datato 1938, muto anche se da tempo a Hollywood si usava il sonoro. A quei tempi Welles era regista teatrale. Nelle riprese, che nell’idea originaria sarebbero servite ad accompagnare la pièce teatrale Too much Johnson, coinvolse la prima moglie Virginia Nicholson, il critico teatrale del New York Herald Tribune, Herbert Drake, e Joseph Cotten come protagonista. Fu Welles a montare personalmente il materiale girato nella stanza del St. Regis Hotel di Manhattan (la leggenda vuole che impedisse alle cameriere di fare la polvere per paura che gettassero qualche pezzo di pellicola), ma i troppi impegni e gli scarsi mezzi finanziari gli impedirono di portare a compimento il lavoro. Nel 1970 in un incendio della sua villa a Madrid bruciò quella che lo stesso regista ricordava essere l’unica copia del film. Invece ne esisteva un’altra finita, non si sa bene come e perché, in uno scatolone a Pordenone. Sarà mostrato a ottobre, al Festival del cinema muto (Mereghetti, CdS).
Mamme Statistiche segnalano che, a Milano, le donne che partoriscono tra i 35 e i 44 anni superano quelle che mettono al mondo un figlio tra i 25 e i 34 anni. Le percentuali non lasciano dubbi: 48,4% contro 44,7%. Fino al 2008 il trend era esattamente invertito: 45,7% contro 48,9%. Spiega il direttore sanitario della clinica Mangiagalli, Basilio Tiso: «I tempi d’ingresso nel mondo del lavoro sempre più lunghi, sommati agli anni degli studi, fanno slittare l’età della maternità ai limiti dell’orologio biologico» (Ravizza, CdS).
Paghetta Secondo l’ultima rilevazione dell’Istat risalente al 2011, a sei anni un bambino italiano su quattro prende una paghetta settimanale da 8 euro. A undici anni la cifra è di 11 euro, a quattordici 20. In Germania le paghette sono più basse: i bambini tra sei e tredici anni ottengono circa 27 euro al mese. In particolare i bambini tedeschi tra sei e nove anni ricevono in media 19,47 euro al mese (4,86 euro a settimana, quasi la metà di un italiano), quelli tra dieci e tredici anni pigliano 34,47 euro: 8,62 euro ogni sette giorni contro gli 11 euro degli italiani (Spini, Sta).
Bambini Negli ultimi due anni la contrazione degli acquisti per gli adulti è stata, al netto dell’inflazione, di circa il 10%. Il calo complessivo del mercato rivolto dai bimbi ai teenagers, invece, ha registrato un calo intorno al 3% (ibidem).
(a cura di Daria Egidi)