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 2013  agosto 07 Mercoledì calendario

Tempesta politica sul giudice di Cassazione che ha commentato pubblicamente la sentenza su Berlusconi • Il Fisco che invia questionari agli italiani per sapere dove hanno pagato in nero • Mangiamo sempre meno pasta (ma non dimagriamo) • L’acqua italiana è sempre più cara • Un terzo dell’acqua si perde nelle tubature

 

Esposito 1 Tempesta politica sul giudice di Cassazione Antonio Esposito, che ha presieduto il collegio della sentenza definitiva contro Berlusconi per frode fiscale, e poi ha anticipato in un’intervista al quotidiano Il Mattino i motivi della scelta spiegando che della frode Berlusconi «sapeva». Il giudice, a proposito del Cavaliere che ha sempre negato di essere al corrente delle pratiche fiscali all’interno del suo gruppo Mediaset, avrebbe detto: «Tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva. Tu non potevi non sapere perché Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito». Esposito ha poi smentito alcuni passaggi del colloquio col giornalista che conosce da anni ma il direttore del quotidiano, Alessandro Barbano, ha confermato invece tutto: «L’intervista è letterale, cioè sono stati riportati integralmente il testo, le parole e le frasi pronunciate di cui, ovviamente, abbiamo prova» (Lorenzo Fuccaro, Cds).

Esposito 2 Il Pdl coglie nelle parole di Esposito la conferma di un pregiudizio nei confronti del Cavaliere e agita (con Michaela Biancofiore) l’idea di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo. I laici di area centrodestra (Filiberto Palumbo, Bartolomeo Romano e Nicola Zanon) chiedono al comitato di presidenza del Csm di aprire «una pratica per la gravità del comportamento del magistrato». Al di là dei doveri di «continenza e riservatezza», argomentano, va stigmatizzata «la scelta di rilasciare un’intervista da parte del presidente di un collegio giudicante che ha appena emesso una sentenza della quale non sono state ancora depositate le motivazioni». Sandro Bondi rileva che, qualora l’intervista fosse vera, come ribadisce il giornale, «il giudice Esposito avrebbe mentito smentendo pubblicamente il contenuto dell’intervista stessa. E anche da questo si può trarre un giudizio sull’affidabilità del magistrato e della sentenza». In una nota congiunta, Renato Brunetta e Renato Schifani fanno notare che «nelle aule universitarie ci hanno insegnato che i giudici parlano solo con le sentenze, a maggior ragione avrebbe dovuto farlo chi ha presieduto la sezione della Cassazione che ha giudicato Berlusconi, da venti anni protagonista principale della politica e delle istituzioni». Irridente il commento del ministro Gaetano Quagliariello su Twitter: «Siamo al deposito delle motivazioni in edicola. Senza parole» (ibidem).

Esposito 3 L’Associazione nazionale magistrati, per bocca del suo leader Rodolfo Sabelli, rileva che si tratta di «dichiarazioni inopportune le quali però non hanno conseguenze di natura processuale e disciplinare, visto che si è dinnanzi a una sentenza definitiva, ovvero irrevocabile» (ibidem).

Questionario Ennesima arma che il Fisco ha messo in campo per trovare artigiani e professionisti che lavorano a nero: i questionari fiscali che da qualche settimana i vari Comandi locali delle Fiamme Gialle stanno inviando a tappeto in tutta Italia. A casa del contribuente arriva un questionario di poche paginette nel quale si chiede di dichiarare tutte le spese effettuate presso un artigiano o un professionista: bisogna raccontare, portando possibilmente la documentazione a supporto, numero di appuntamenti, modalità e quantità di lavoro ricevuto e soprattutto denunciare i pagamenti effettuati. Anche se sono avvenuti a nero. Qualora i contribuenti forniscano «dati, notizie, elementi e documenti con dati incompleti o non veritieri» o se si «rifiutino di rispondere al questionario inviato o con risposte false o parziali» rischiano una multa fino a 2 mila 066 euro e una denuncia. I controlli vengono effettuati non a campione ma “a riscontro”: significa che gli investigatori hanno già elementi (per esempio le agende degli studi sui quali si sta effettuando la verifica), quindi le bugie possono essere facilmente scoperte (Giuliano Foschini, Rep).

Pasta 1 Nel 1999 una famiglia italiana acquistava ogni anno 42,9 chili di pasta. Il dato riguarda solo il consumo a casa, senza tenere conto di ristoranti, mense e tavole calde. Nel 2005 siamo scesi sotto quota 40. Oggi stiamo per varcare anche la soglia dei 30 (31,4 chili nel 2012 e 30,9 la stima a maggio di quest’anno). «Il cessato idillio fra italiani e maccaroni, secondo un’indagine condotta dalla Nielsen per Barilla, è dovuta soprattutto alla convinzione che la pasta faccia ingrassare. Ne è persuaso il 51% del campione (nel 2008 era il 41%). L’idea è radicata soprattutto nel sesso femminile. Tra il 2008 e il 2012 questa percezione è aumentata del 18% tra le donne fra 31 e 40 anni, e del 16% tra gli uomini della stessa età. La cosa curiosa, fanno notare alla Barilla, è che intanto la quantità di italiani sovrappeso o obesi continui ugualmente ad aumentare» (Elena Dusi, Rep).

Pasta 2 La pasta fornisce 4 calorie al grammo, contro le 9 dei grassi (ibidem).

Acqua 1 L’acqua che sgorga dai rubinetti italiani è sempre più cara. Negli ultimi sei anni le tariffe sono aumentate del 33%. Lo certifica l’indagine annuale realizzata dall’osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che ha raccolto e messo assieme i dati (relativi al 2012) di tutti i capoluoghi di provincia. Viene fuori che le spese (rispetto alle cifre del 2007) sono raddoppiate o quasi a Benevento (+100%), Viterbo (+92,7%), Carrara (+93,4%) e più che raddoppiate a Reggio Calabria (+164,5%) e Lecco (+126%). In altre 35 città gli incrementi hanno superato il 40%. Aumenti consistenti si sono registrati anche nel raffronto tra il 2012 e l’anno precedente: i costi sono cresciuti, in media, su base nazionale, del 6,9%, con oltre 80 città che hanno visto le tariffe ritoccate all’insù. I numeri si riferiscono al servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa (o ex nolo contatori). Il caro bollette viaggia più spedito al Centro (+47,1% rispetto al 2007, +9% sul dato del 2011). Seguono le regioni del Nord (+32,1% rispetto al 2007, +5,2% di rincaro sul 2011) e quelle del Sud (+23,8% sul 2007, +8,5% rispetto al 2011) (Antonio Ricchio, Cds).

Acqua 2 La spesa media di una famiglia-tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, ammonta a 310 euro all’anno. La Toscana, con ben 8 città tra le prime 10 più care del Paese, si conferma la regione con le tariffe mediamente più alte (470 euro). Costi più elevati della media nazionale anche nelle Marche (403), in Umbria (392), in Emilia Romagna (388) e in Puglia (366) (ibidem).

Acqua 3 Nel nostro Paese, secondo il rapporto Legambiente-Ecosistema Urbano 2012, in media il 33% dell’acqua introdotta nelle tubature va persa. Il problema è particolarmente accentuato al Sud (43% di acqua che si perde lungo il tragitto) e al Centro (33%). Va un po’ meglio al Nord, dove le percentuali di acqua perduta sono inferiori alla media nazionale (26%) (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)