Rassegna, 5 agosto 2013
L’insediamento di Rohani
• In Iran si è insediato il neo presidente Hassan Rohani. Nel discorso che pronuncia dopo il giuramento a Teheran, Rohani si rivolge all’Occidente chiedendogli di «abbandonare il linguaggio delle sanzioni». «Se volete ricevere risposte valide dovete rivolgervi all’Iran con il linguaggio del rispetto, non attraverso le sanzioni» dice Rohani, aggiungendo che ogni tipo di negoziato futuro richiederà «reciproca fiducia, mutuo rispetto e riduzione delle ostilità». Molinari sulla Sta: «A confermare la volontà di Rohani di dialogare con l’Occidente sembra essere la composizione dell’esecutivo: il ministro degli Esteri è Mohammad Javad Zarif, ex ambasciatore all’Onu con buoni rapporti con il vicepresidente Usa Joe Biden e il ministro della Difesa Chuck Hagel; al dicastero del Petrolio arriva Bijan Zanganeh, un tecnocrate che ricoprì questa carica con Khatami; all’Economia va Ali Tayyeb-Nia, un economista specializzato nello studio dell’inflazione che Rohani vuole ridurre perché fonte di grandi difficoltà per la popolazione. La scelta di destinare alla Difesa Hossein Dehghan, ex comandante dei Guardiani della Rivoluzione, e all’Intelligence Mahmud Alavi conferma invece come la sicurezza resta in mano a fedelissimi di Ali Khamenei, la Guida Suprema della Rivoluzione da cui dipende il programma nucleare» (Maurizio Molinari, La Stampa 5/8/2013).