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 2013  luglio 29 Lunedì calendario

Un autobus finisce giù da un viadotto • Un uomo uccide la moglie e poi si spara • È morto il cardinale Tonini • Quando Hawking rischiò la vita • L’hamburger staminale • I benefici di fare le scale a piedi


Autobus Intorno alle otto di ieri sera sull’autostrada Napoli-Canosa nel tratto compreso tra Baiano e Monteforte Irpino un autobus con 48 persone a bordo è precipitato da un viadotto ed è andato a schiantarsi dopo un volo di circa 30 metri. Prima di sfondare il guardrail e precipitare in basso, ha tamponato numerose auto (una quindicina) che erano quasi ferme per un rallentamento. Il bus, dopo essere precipitato, era ridotto a una scatola accartocciata; cadendo dal cavalcavia molti passeggeri sono stati sbalzati fuori e sono andati a schiantarsi sulla strada sottostante. I primi bilanci parlano di 37 vittime. Sono stati proprio i feriti a fornire le prime testimonianze sul viaggio che stavano facendo. Gli occupanti del bus, appartenente a una società di noleggio napoletana, stavano rientrando a Mugnano, in provincia di Napoli, dopo aver trascorso una vacanza a Telese. Potrebbe esserci stato un guasto all’impianto frenante o comunque un problema tecnico (alcuni riferiscono dello scoppio di una ruota), ma al momento non si può nemmeno escludere che il conducente del bus abbia compiuto una manovra errata a causa della velocità eccessiva, o che possa essersi distratto, forse per un colpo di sonno.

Delitto Cristina Biagi, 38. Cameriera al ristorante “Lorens”, due figli di 6 e 8 anni, da un mese si stava lasciando col marito Marco Loiola, quarantenne, originario della Campania, dipendente della Solvay. Era tornata a vivere dai genitori e riceveva continue minacce e botte dall’ex, che proprio per questo motivo s’era preso due denunce negli ultimi dieci giorni. Ieri mattina Loiola si mise in testa di sistemare tutto. Con una pistola (detenuta irregolarmente) s’infilò in un bar dove vedeva sempre quello che riteneva, a quanto pare sbagliandosi, il nuovo amico della moglie: Salvatore Galdiero, 46 anni, di Napoli, muratore, che in quel momento non era lì. Uscì e si diresse verso il mare. Allora lo incrociò in bicicletta, lo ricorse facendo fuoco, colpendo auto parcheggiate e palazzine prima di raggiungerlo con sei proiettili che lo lasciarono gravissimo a terra. In pochi minuti Loiola fu sul lungomare, assai affollato all’ora di pranzo, diretto verso il locale dove la moglie lavorava. Entrò nel ritorante e le sparò due colpi, al viso e al torace. Uscì, confabulò con una donna che lo scongiurava di posare l’arma, le disse «salutami mia mamma», si ficcò la pistola in bocca e sparò: il proiettile restò in canna, caricò di nuovo e questa volta fece tutto per bene. Domenica 28 luglio, intorno alle 12 e 30 sul lungomare di Marina di Massa.

Tonini Tra sabato e domenica è morto Ersilio Tonini, cardinale arcivescovo emerito di Ravenna e Cervia. Noto come il «comunicatore di Dio», appena nominato arcivescovo, nel 1975, decise dei andare ad abitare in una piccola stanza dell’Opera Santa Teresa di Ravenna, istituto per malati terminali e cerebrolesi. Terzo di cinque figli di due salariati agricoli, entrò undicenne nel seminario di Piacenza. Ordinato prete a 22 anni, dopo un periodo d’insegnamento (latino e greco), assunse la direzione del settimanale diocesano “Il nuovo giornale”. L’incarico più importante nel 1978: Paolo VI lo volle presidente del Consiglio di amministrazione della Nei, la società che allora era editrice del quotidiano “Avvenire”. Nel 1991 Tonini alla trasmissione di Biagi “I dieci comandamenti”. E, in difesa dell’amico giornalista, si espresse contro il cosiddetto “editto bulgaro” pronunciato da Berlusconi, che segnò l’allontanamento dalla Rai di Luttazzi, Santoro e dello stesso Biagi. Quando il cardinale Angelo Sodano, nel 1994, lo convocò a Roma per comunicargli che Giovanni Paolo II avrebbe presto indetto un concistoro, egli pensò che l’allora segretario di stato volesse suggerirgli qualcosa da dire per la consueta diretta tv a cui sarebbe stato invitato. «In verità Wojtyla vuole crearla cardinale», gli disse Sodano. Già ottantenne, Tonini reagì quasi stizzito tanto che Sodano dovette chiedergli non senza stupore: «Mica penserà di non accettare?» (Rodari, Rep).

Coma Nel 1985 lo scienziato Stephen Hawking rischiò che i medici gli staccassero la spina del macchinario che lo teneva in vita: «Ero a Ginevra, in coma farmaceutico per provare a curare una polmonite, figlia della atrofia muscolare progressiva che mi ha ridotto in carrozzella. I medici pensavano che ci fosse poco da fare. E così hanno offerto a mia moglie la possibilità di farla finita». Lei ha detto di no, lo ha riportato a Cambridge dove gli hanno praticato un’incisione in gola «che mi ha rubato per sempre la possibilità di parlare ma mi ha fatto guarire» (Livini, Rep).

Hamburger Creato all’università di Maastricht il primo hamburger staminale: 140 grammi di carne pordotta non macellando bestiame, ma coltivando in vitro 3mila cellule prelevate dal collo di un bovino. Prezzo: 300mila dollari (ci si potrebbero comprare 100mila Big Mac). Ma gli scienziati sono convinti che, dopo la prima degustazione pubblica sul Tamigi, entro dieci anni si arriverà alla commercializzazione al supermercato del superhamburger sintetico. Con ciò si salverebbe la vita a milioni di animali e si eviterebbe il consumo di risorse naturali per l’allevamento intensivo (il 30% dell’acqua che consumiamo al mondo e il 70% del mais e del frumento che si coltiva vengono utilizzati per sostenere bovini, ovini e suini, che inoltre producono il 39% del metano che va nell’atmosfera). L’hamburger sarà servito la prossima settimana all’anonimo finanziatore della ricerca ed è nato assemblando oltre tremila pezzi di carne rossa grandi come chicchi di riso, nati ognuno da una singola cellula coltivata in siero fetale bovino (Livini, Rep).

Scale Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha invitato i concittadini a usare le scale perché fanno bene alla salute e ha disposto che nei palazzi in costruzione o da ristrutturare siano ben visibili. Ha detto, inoltre, che quando lui prende quelle mobili, non sta fermo sul gradino, ma le sale. Uno studio dell’ospedale universitario di Ginevra ha dimostrato che affrontare per dodici settimane le rampe di casa o dell’ufficio ridurrebbe del 15 per cento il rischio di morte prematura, oltre a perdere centimetri di girovita e massa grassa, e abbassare pressione e colesterolo (Serra, CdS).

(a cura di Daria Egidi)