Rassegna, 24 luglio 2013
Decreto del Fare, il caso degli stipendi dei manager
• Si è creato un caso sulla norma per gli stipendi dei manager pubblici. Salvia (Cds): «Era stato il governo Monti, con il decreto salva Italia, ad introdurre il limite dei 300 mila euro lordi l’anno per i vertici delle aziende pubbliche. Ma, dopo un lungo tiro e molla, quel tetto era stato di fatto reso utilizzabile in pochi aziende. Il decreto del Fare doveva estenderne il campo di applicazione. E lo fa ma meno di quanto sembrava. Non potranno superare i 300 mila euro i compensi dei manager delle “società che non svolgono servizi di interesse generale, anche di rilevanza economica”, come la Sace. Mentre per le società che “svolgono servizi di interesse generale”, come le Poste, le Ferrovie o l’Anas, il tutto viene rinviato a “criteri determinati dal ministro dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con le amministrazioni vigilanti”. Anche se fin da ora si stabilisce che i premi non potranno essere assegnati in caso di bilancio in perdita. A sollevare il caso sono stati quattro deputati della commissione Bilancio della Camera, Rubinato e Rughetti (Pd), Romano di (Scelta civica) e Di Gioia (Gruppo misto). “Si tratta di un errore materiale dovuto alla concitazione per l’approvazione in tempi brevi di un provvedimento complesso”, dicono i quattro parlamentari che chiedono di correggere il testo al Senato. Per il governo le cose non stanno così».